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IL GOLPE INGLESE. DA MATTEOTTI A
MORO: LE PROVE DELLA GUERRA SEGRETA PER IL CONTROLLO DEL PETROLIO E
DELL’ITALIA, di Mario José
Cereghino e Giovanni Fasanella, Chiarelettere, Settembre 2011, pp.355.
In questo saggio di oltre 350 pagine edito da Chiarelettere, M.J.
Cereghino e G.Fasanella, sulla base di documenti conservati negli archivi di
Stato britannici di Kew Gardens [Londra] e resi noti solo a partire dal 2007,
esaminano le linee di quello che non esitano a definire “Il golpe inglese”,
cioè la costante ingerenza dell’Inghilterra nella politica italiana, si può
dire sin dai tempi del Risorgimento e dell’unità d’Italia, a quel tempo
soprattutto in chiave anti-francese, allorché il capitale “inglese e massone”
finanziò la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi.
I punti salienti dell’egemonia britannica nei confronti del nostro
Paese, comprovati da lettere, cablogrammi, informative top secret,
sarebbero via via rappresentati: 1) Dal sostegno dato al governo Mussolini, la
cui tenuta fu messa in serio pericolo dal delitto Matteotti. 2) Dall’appoggio
fornito durante la Resistenza ai gruppi moderati o addirittura filo-fascisti in
funzione anticomunista.
Dal libro Il golpe inglese
3) Dalla lotta per il controllo del petrolio, senza
esclusione di colpi nei confronti dell’Eni e di Enrico Mattei. 4) Dai tentativi, sia pure non del tutto
convinti di creare le condizioni di un golpe per arrestare l’avanzata
elettorale del Partito comunista italiano [Pci] e infine: 5) Dalle presunte e
gravi responsabilità sul “caso Moro”.
Dal libro Il golpe inglese
In definitiva, più
di un secolo di storia italiana [Dall’unità d’Italia al rapimento di Aldo Moro
del 16 Marzo del 1978 e al ritrovamento del suo cadavere nella mattina del 9
Maggio] condizionata direttamente o indirettamente dagli inglesi per conservare
l’egemonia sul nostro Paese, impedire il “Compromesso storico” tra comunisti e
democristiani, sottrarre all’Italia il controllo delle risorse petrolifere
disponibili sul pianeta, contrastarne l’aspirazione ad un’autentica autonomia e
modernizzazione.
L’analisi delle fonti archivistiche citate a sostegno e riportate
in appendice [p.343], non lascia dubbi sulla serietà degli autori e sulla
determinazione con la quale hanno inteso “riscoprire” con metodo e rigore il filo rosso che
legherebbe tutte le principali vicende italiane degli ultimi cento anni alla volontà di potenza degli
inglesi, naturalmente degli inglesi che ebbero responsabilità di governo. La
questione è semmai quella di analizzare tali fonti per comprenderne fino in
fondo senso e interpretazioni. È ciò che mi propongo di fare nei prossimi giorni,
non senza il timore che dal passato rispunti il fantasma della “perfida
Albione”.
Sergio
Magaldi
nessuna novita'..nel libro ..dalle carte segrete del duce,piu' di 10 anni fa, gia' si parlava di questo, e della doppia esecuzione del duce...
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