MILAN-JUVE 1-1 MA SAREBBE 2-2,
anche se il goal annullato al Milan sembra valere doppio.
Ieri sera a S.Siro, al termine della “sfida scudetto” tra Milan e
Juventus, s’è scatenato il putiferio tra i giocatori, dopo che negli spogliatoi
i dirigenti delle rispettive squadre, a quel che si è sentito dire, se n’erano
dette di tutti i colori. Cos’era successo nel corso del primo tempo? Il
guardialinee Romagnoli non ha visto che il pallone colpito dalla testa di Muntari era stato
acciuffato da Buffon già dentro la rete . E sarebbe stato il 2-0 per il Milan!
La polemica tra le due società, per la verità, era iniziata già da
diversi giorni, con Conte e Marotta a lamentarsi che alla Juve venissero assegnati raramente calci di rigore a favore [Un solo rigore in 25 partite di
campionato, senza contare la Coppa Italia!], nonostante “la mole di lavoro”
prodotta nell’area avversaria e le diverse occasioni in cui si sarebbero
concretizzate le condizioni per l’assegnazione del tiro dal dischetto. Lo
“sfogo” dei dirigenti juventini, tuttavia, era generico e civile, prendendo a
riferimento semmai “il governo del pallone” e non certo un’altra
squadra, per esempio il Milan al quale, per lo stesso numero di partite,
sono stati assegnati penalty da contarsi con entrambe le mani. Qualcuno,
forse con la coda di paglia, ha ritenuto di dover intervenire, innescando così
un clima come mai si era visto nel recente passato tra le società di Milano e
di Torino. Perché, se è auspicabile che le polemiche stiano lontane dai campi
di calcio, è di certo riprovevole che una squadra s’intrometta nelle vicende
calcistiche di un’altra, soprattutto quando quest’ultima [la Juve] non può certo dirsi “favorita” dagli
arbitri.
Il goal “sacrosanto” di Muntari non visto dal guardialinee e non
assegnato al Milan ha certamente esasperato la polemica in corso tra le due
pretendenti allo scudetto. Galliani, il massimo dirigente rossonero, nel
secondo tempo ha lasciato vuota la poltrona accanto al patron Silvio
Berlusconi [per protesta? Per ira?]. Le reti televisive e informatiche fanno
rivedere di continuo il goal “buono” dell’ex-interista del Milan. Commenti e
interviste dei giornalisti sportivi tornano di continuo sull’episodio e si può
star certi che se ne continuerà a parlare per tutta la settimana e anche oltre.
E già immagino il tempo che gli dedicherà domani sera Il processo di
Biscardi e in particolare lo sfogo di qualche opinionista di provata fede
antijuventina…
Così è passato e passerà sotto il silenzio, o quasi, non solo il
pugno sferrato da Mexes contro Borriello, ma soprattutto il validissimo goal di
Matri annullato dallo stesso guardialinee che in precedenza non ha visto la
palla scagliata da Muntari nella rete della Juve. Insomma il goal annullato
al Milan vale di più di quello annullato alla Juventus. Si dice perché sul
2-0 i bianconeri non avrebbero trovato la forza per raggiungere il pareggio.
Ipotesi non solo non dimostrabile ma anche poco credibile. Basterà pensare alla
rimonta del 3-0 di Napoli.
Ciò detto, resta il fatto che la Juve è entrata in campo con
“vocazione suicida” e che la squadra per tutto il primo tempo sia stata
dominata dal Milan. Conte, pur bravissimo, si ostina a non capire: continua a
schierare Bonucci centrale difensivo [a volte inguardabile e autore del doppio
errore che ha causato il goal di Nocerino]. Responsabile di almeno la metà dei
15 goal incassati complessivamente dalla squadra, che pure ha la difesa meno
battuta del Campionato. Non a caso, dal mese di Gennaio, la società ha messo a
disposizione dell’allenatore anche Caceres, che sa fare il terzino e insieme
l’ala di una volta, lasciando così il
compito di centrale all’impeccabile Barzagli di quest’anno e all’ottimo
Chiellini, titolare nel ruolo e attualmente “sacrificato” come tornante.
Caceres ha debuttato in Coppa Italia e con i suoi due goal ha permesso alla
Juve proprio di battere il Milan nella prima semifinale di Coppia Italia. Come
“premio”, da allora non è stato più schierato in campo.
Conte, pur bravissimo, si ostina a non capire che affidarsi in
attacco alla coppia Borriello-Quagliarella, significa perdere “profondità” e
rassegnarsi alla sterlità offensiva. Non è un caso che il Borriello di
quest’anno non abbia trovato posto nella Roma di Luis Enrique. Quagliarella dal
canto suo, oltre a mostrare di continuo la propria fragilità fisica, viene da
oltre un anno di inattività. Ha già segnato un paio di goal, è vero [l’ultimo
fortunoso col Catania], ma non è certo il cannoniere che serve ad una squadra
che lotta per lo scudetto. Si direbbe che l’allenatore della Juve, dopo aver
“fatto fuori” Krasic [un calciatore di cui si sentirà parlare presto, purtroppo
in un’altra squadra] faccia anche una gran fatica a schierare Matri,
sicuramente il miglior centravanti italiano di oggi. Perché?
Matri ha già segnato 10 goal [12 in realtà, se si calcolano anche
quello ingiustamente annullato ieri sera, quando è entrato a poco più di un
quarto d’ora dalla fine, e quello ancor più clamoroso annullato in una
precedente partita]. La spiegazione è semplice. L’ideale di Conte, in fondo è
di avere in squadra 10 terzini che sappiano anche fare goal! Per dirla più
elegantemente, egli vuole tutti giocatori di movimento che all’occorrenza
sappiano difendere e attaccare. La cosa può anche funzionare e per certo tempo
nella Juve ha funzionato. Borriello e Quagliarella ai suoi occhi sanno fare il
movimento che lui ha in testa, ma si tratta di un movimento sterile. Alla lunga
i calciatori arrivano spompati nell’aria avversaria e il goal diventa sempre
più difficile da raggiungere, come sta succedendo ai bianconeri da qualche
tempo. Buon per lui che ieri sera alla fine ha capito. Quando comprenderà
definitivamente che Matri deve giocare sempre e che la squadra deve muoversi in
funzione delle sue finalizzazioni, la Juve non avrà più ostacoli sulla strada
della conquista del suo trentesimo scudetto…
Sergio
Magaldi
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