Mancano meno di dieci minuti al termine della
partita, la Juve
è in vantaggio sul Manchester United di Mourinho grazie ad un goal eccelso di
Ronaldo e, dunque, è vicina alla qualificazione matematica agli ottavi di Champions,
al primo posto del suo girone. Che succede ad un tratto? Che il geniale tecnico
portoghese decide di giocare il tutto per tutto, facendo entrare in campo due
attaccanti. Con questa mossa, Mourinho sa di spaventare Allegri, il quale,
forte del minimo vantaggio, arretra il baricentro della squadra (misura in passato altrettanto infausta per la Juve di Champions) che, per
palleggio e controllo del campo, sino a quel momento aveva dominato e, a
suggello della contromossa, fa due sostituzioni che si rivelano (casualmente) fatali:
dagli errori dei nuovi entrati, infatti, nascono le due palle inattive che
rovesciano il risultato a vantaggio del Manchester, da 1-0 a 1-2.
La critica della
stampa sportiva di questa mattina, parla di errori nelle sostituzioni operate
da Allegri, del goal del 2-0 mancato da Cuadrado e, più in generale, delle
troppe occasioni sprecate dalla Juve. Come al solito si guarda agli effetti, ma
si continua ad ignorare le cause. Più o meno le stesse sostituzioni, fatte altre
volte, non hanno avuto l’esito negativo della notte scorsa, semmai il problema
– come dicevo – è stato l’eccessivo arretramento della squadra, come spesso avviene
anche in Campionato, con l’apparente paradosso che, anche vincendo, la squadra subisce più goal di un anno fa e ne
fa di meno: da quanto tempo la
Juve non vince con 4 o 5 goal di scarto, come la settimana
scorsa è capitato a Inter e Napoli? Prendersela con Cuadrado, poi, è una vera e
propria bestemmia: il colombiano è l’unico, in questo periodo, capace di dare avvio
e profondità alle manovre della Juve ed è anche uno dei pochi, insieme a
Bonucci, che si preoccupi di servire Ronaldo. Quanto alle troppe occasioni
sprecate, occorre dire che effettivamente la Juve segna poco rispetto a quanto in apparenza
produce. In apparenza, appunto, perché, se è vero che i bianconeri tengono
molto la palla [e per fortuna da quando è arrivato Ronaldo la trattengano meno
tra difesa e centrocampo], l’impressione che nel complesso si ha nel vedere il
gioco della Juve è quello di trovarsi di fronte ad esibizioni accademiche per
nulla finalizzate alla realizzazione del goal. Un passo avanti, dal punto di
vista dello spettacolo, rispetto ad un passato non troppo lontano - non c’è dubbio - e che dà l’illusione che la squadra
sia molto più forte di prima. In realtà, nulla è veramente cambiato, se si
esclude l’effetto psicologico della presenza di Ronaldo che guarda sempre verso
la porta avversaria e che dà coraggio ai compagni; oltre naturalmente ai goal
del fuoriclasse portoghese, che però stanno al posto di quelli di Higuain che
ormai non ci sono più.
Così, i fattori che
con molta probabilità impediranno ancora una volta alla Juve di vincere la Champions [naturalmente
mi auguro di sbagliare!] non sono soltanto il “difensivismo” all’italiana,
opportunamente mascherato dallo schierare in campo anche sino a quattro
attaccanti, né l’organizzazione di gioco che da anni costringe Dybala a fare il
mediano e Mandžukić il terzino aggiunto, e neppure la scarsa presenza nell’area
di rigore avversaria o l’esasperato individualismo di più di un giocatore, ma è
anche e soprattutto l’aver ceduto Higuain per un piatto di lenticchie, per di
più rinunciando ad utilizzare al suo posto una vera punta centrale. E non si
dica che di necessità si è dovuto cedere l’argentino per far posto al
portoghese, vuoi per questioni di incompatibilità tra i due, vuoi per questioni
di denaro. Il Real Madrid non ha mai realizzato tanti goal come nel periodo in
cui Ronaldo e Higuain giocavano insieme e, quanto al denaro, la Juve non otterrà tra un anno neppure
la metà di quanto aveva sborsato circa un anno e mezzo fa per strappare Higuain
al Napoli (con una minusvalenza di
bilancio incredibilmente negativa), accontentandosi per ora di darlo in prestito
ad una società, evidentemente molto amica.
Prima ancora
dell’arrivo di Ronaldo, d’altra parte, giravano varie possibili transazioni per
cedere l’argentino, un personaggio forse scomodo per qualcuno o ritenuto non
determinante per vincere la
Champions, dimenticando il ruolo decisivo avuto da Higuain
nell’ultimo scudetto (i goal della rimonta contro l’Inter) e nel passaggio ai
quarti di finale della Champions dello scorso anno. Higuain + 50 milioni di
euro per Icardi, Higuain + x milioni di euro per Griezmann erano voci di
mercato molto diffuse. Insomma che Higuain dovesse andarsene era già stato
deciso prima ancora di “mettere le mani” su Ronaldo.
Resta da chiedersi
perché rinunciare a questa coppia, potenzialmente da 50 goal e più, quando e se
si decide davvero di dare l’assalto alla Champions.
sergio
magaldi
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