giovedì 8 novembre 2018

JUVE: come non vincere la CHAMPIONS…






 Mancano meno di dieci minuti al termine della partita, la Juve è in vantaggio sul Manchester United di Mourinho grazie ad un goal eccelso di Ronaldo e, dunque, è vicina alla qualificazione matematica agli ottavi di Champions, al primo posto del suo girone. Che succede ad un tratto? Che il geniale tecnico portoghese decide di giocare il tutto per tutto, facendo entrare in campo due attaccanti. Con questa mossa, Mourinho sa di spaventare Allegri, il quale, forte del minimo vantaggio, arretra il baricentro della squadra (misura in passato altrettanto infausta per la Juve di Champions) che, per palleggio e controllo del campo, sino a quel momento aveva dominato e, a suggello della contromossa, fa due sostituzioni che si rivelano (casualmente) fatali: dagli errori dei nuovi entrati, infatti, nascono le due palle inattive che rovesciano il risultato a vantaggio del Manchester, da 1-0 a 1-2.

 La critica della stampa sportiva di questa mattina, parla di errori nelle sostituzioni operate da Allegri, del goal del 2-0 mancato da Cuadrado e, più in generale, delle troppe occasioni sprecate dalla Juve. Come al solito si guarda agli effetti, ma si continua ad ignorare le cause. Più o meno le stesse sostituzioni, fatte altre volte, non hanno avuto l’esito negativo della notte scorsa, semmai il problema – come dicevo – è stato l’eccessivo arretramento della squadra, come spesso avviene anche in Campionato, con l’apparente paradosso che, anche vincendo,  la squadra subisce più goal di un anno fa e ne fa di meno: da quanto tempo la Juve non vince con 4 o 5 goal di scarto, come la settimana scorsa è capitato a Inter e Napoli? Prendersela con Cuadrado, poi, è una vera e propria bestemmia: il colombiano è l’unico, in questo periodo, capace di dare avvio e profondità alle manovre della Juve ed è anche uno dei pochi, insieme a Bonucci, che si preoccupi di servire Ronaldo. Quanto alle troppe occasioni sprecate, occorre dire che effettivamente la Juve segna poco rispetto a quanto in apparenza produce. In apparenza, appunto, perché, se è vero che i bianconeri tengono molto la palla [e per fortuna da quando è arrivato Ronaldo la trattengano meno tra difesa e centrocampo], l’impressione che nel complesso si ha nel vedere il gioco della Juve è quello di trovarsi di fronte ad esibizioni accademiche per nulla finalizzate alla realizzazione del goal. Un passo avanti, dal punto di vista dello spettacolo, rispetto ad un passato non troppo lontano - non  c’è dubbio - e che dà l’illusione che la squadra sia molto più forte di prima. In realtà, nulla è veramente cambiato, se si esclude l’effetto psicologico della presenza di Ronaldo che guarda sempre verso la porta avversaria e che dà coraggio ai compagni; oltre naturalmente ai goal del fuoriclasse portoghese, che però stanno al posto di quelli di Higuain che ormai non ci sono più.

 Così, i fattori che con molta probabilità impediranno ancora una volta alla Juve di vincere la Champions [naturalmente mi auguro di sbagliare!] non sono soltanto il “difensivismo” all’italiana, opportunamente mascherato dallo schierare in campo anche sino a quattro attaccanti, né l’organizzazione di gioco che da anni costringe Dybala a fare il mediano e Mandžukić il terzino aggiunto, e neppure la scarsa presenza nell’area di rigore avversaria o l’esasperato individualismo di più di un giocatore, ma è anche e soprattutto l’aver ceduto Higuain per un piatto di lenticchie, per di più rinunciando ad utilizzare al suo posto una vera punta centrale. E non si dica che di necessità si è dovuto cedere l’argentino per far posto al portoghese, vuoi per questioni di incompatibilità tra i due, vuoi per questioni di denaro. Il Real Madrid non ha mai realizzato tanti goal come nel periodo in cui Ronaldo e Higuain giocavano insieme e, quanto al denaro, la Juve non otterrà tra un anno neppure la metà di quanto aveva sborsato circa un anno e mezzo fa per strappare Higuain al Napoli (con una minusvalenza di bilancio incredibilmente negativa), accontentandosi per ora di darlo in prestito ad una società, evidentemente molto amica.

 Prima ancora dell’arrivo di Ronaldo, d’altra parte, giravano varie possibili transazioni per cedere l’argentino, un personaggio forse scomodo per qualcuno o ritenuto non determinante per vincere la Champions, dimenticando il ruolo decisivo avuto da Higuain nell’ultimo scudetto (i goal della rimonta contro l’Inter) e nel passaggio ai quarti di finale della Champions dello scorso anno. Higuain + 50 milioni di euro per Icardi, Higuain + x milioni di euro per Griezmann erano voci di mercato molto diffuse. Insomma che Higuain dovesse andarsene era già stato deciso prima ancora di “mettere le mani” su Ronaldo.

 Resta da chiedersi perché rinunciare a questa coppia, potenzialmente da 50 goal e più, quando e se si decide davvero di dare l’assalto alla Champions.

sergio magaldi

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