domenica 11 novembre 2018

CIVIS ROMANUS SUM e vado a votare…




 Oggi, domenica 11 novembre, dalle 8 alle 20, i cittadini romani possono finalmente recarsi alle urne per esprimere il proprio parere sulla gestione del trasporto urbano: se questo debba continuare in regime di monopolio, oppure se non sia il caso di indire una regolare gara d’appalto per decidere a chi affidare la gestione di questo delicato servizio pubblico. Insomma, si tratta di continuare con Atac oppure no. Per quanto sia vero che il referendum abbia solo valore consultivo, a giudicare dal clima degli ultimi giorni, la consultazione sembra avere la sua importanza. D’altra parte, la presenza del quorum del 33,3% lascia poco sperare su un risultato tangibile, qualunque esso sia; c’è inoltre da considerare, circa l’esito del voto, la solita propaganda che contrappone il servizio pubblico al privato, lasciando credere che, con il trasporto urbano gestito da privati, i primi a rimetterci sarebbero i cittadini, perché inevitabilmente molte corse “improduttive” sarebbero tagliate e il costo del biglietto aumenterebbe.

 La verità è che, volutamente, si continua a fare confusione tra liberalizzare e privatizzare. La gestione dei mezzi di trasporto di necessità deve rimanere pubblica, ma un conto è darne la gestione ad una municipalizzata, con il risultato che in tal caso l’ente da controllare (ATAC) non si distingue dal suo controllore (COMUNE), un’altra è stabilire le regole del servizio pubblico e poi affidarne, mediante gara d’appalto, la gestione all’ente autonomo, pubblico o privato, che risulti vincitore.

  Interessante la posizione assunta dai partiti sul voto referendario. A schierarsi per il Sì - radicali a parte che sono anche i promotori del Referendum - i principali partiti di opposizione al governo pentastellato del comune di Roma, gli stessi che, sino a poco più di due anni fa, hanno alternativamente gestito il trasporto pubblico in regime di monopolio, incrementando di oltre un miliardo e mezzo il debito pubblico dei romani, mentre a schierarsi per il No (lasciando  tutto com’è, cioè l’Atac e i suoi numerosi problemi) è soprattutto  il Movimento Cinque Stelle, ora che è il suo turno di governare la Città. Come sempre, dunque, è il potere a decidere, non la razionalità delle scelte e il benessere dei cittadini. Quanto alla Lega, a parte le voci che la dicono schierata a fianco del M5S, bisogna prendere atto che non ha dato precise indicazioni, per bocca di Salvini limitandosi ad invitare i cittadini a recarsi alle urne, per evitare l’inutilità della consultazione.

sergio magaldi

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