Oggi,
domenica 11 novembre, dalle 8 alle 20, i cittadini romani possono finalmente recarsi
alle urne per esprimere il proprio parere sulla gestione del trasporto urbano:
se questo debba continuare in regime di monopolio, oppure se non sia il caso di
indire una regolare gara d’appalto per decidere a chi affidare la gestione di
questo delicato servizio pubblico. Insomma, si tratta di continuare con Atac oppure
no. Per quanto sia vero che il referendum abbia solo valore consultivo, a
giudicare dal clima degli ultimi giorni, la consultazione sembra avere la sua
importanza. D’altra parte, la presenza del quorum del 33,3% lascia poco sperare
su un risultato tangibile, qualunque esso sia; c’è inoltre da considerare,
circa l’esito del voto, la solita propaganda che contrappone il servizio
pubblico al privato, lasciando credere che, con il trasporto urbano gestito da
privati, i primi a rimetterci sarebbero i cittadini, perché inevitabilmente
molte corse “improduttive” sarebbero tagliate e il costo del biglietto aumenterebbe.
La verità è
che, volutamente, si continua a fare confusione tra liberalizzare e privatizzare.
La gestione dei mezzi di trasporto di necessità deve rimanere pubblica, ma un
conto è darne la gestione ad una municipalizzata, con il risultato che in tal
caso l’ente da controllare (ATAC) non si distingue dal suo controllore
(COMUNE), un’altra è stabilire le regole del servizio pubblico e poi affidarne,
mediante gara d’appalto, la gestione all’ente autonomo, pubblico o privato, che
risulti vincitore.
Interessante la posizione assunta dai partiti
sul voto referendario. A schierarsi per il Sì - radicali a parte che sono anche
i promotori del Referendum - i principali partiti di opposizione al governo pentastellato
del comune di Roma, gli stessi che, sino a poco più di due anni fa, hanno
alternativamente gestito il trasporto pubblico in regime di monopolio,
incrementando di oltre un miliardo e mezzo il debito pubblico dei romani,
mentre a schierarsi per il No (lasciando
tutto com’è, cioè l’Atac e i suoi numerosi problemi) è soprattutto il Movimento Cinque Stelle, ora che è il suo turno di governare la Città. Come sempre, dunque, è il potere a decidere, non la razionalità
delle scelte e il benessere dei cittadini. Quanto alla Lega, a parte le voci
che la dicono schierata a fianco del M5S, bisogna prendere atto che non ha dato
precise indicazioni, per bocca di Salvini limitandosi ad invitare i cittadini a
recarsi alle urne, per evitare l’inutilità della consultazione.
sergio magaldi
Nessun commento:
Posta un commento