IL GIOCO DELLE TRE CARTE |
Il decreto ministeriale di ieri
è un vero e proprio gioiello e mostra agli elettori di quale pasta sia fatto il
cosiddetto governo delle larghe intese. Il PD rientra nel suo tradizionale
modello di partito votato per natura a risolvere le crisi aumentando le tasse,
il PDL ribadisce in un sol colpo la sua ineffabile politica basata sulla
naturale vocazione all’ipocrisia e alla presa in giro degli italiani. Le misure
economiche introdotte ieri hanno dell’incredibile. Per rinviare di tre mesi
l’aumento dell’IVA e il pagamento dell’IMU sulla prima casa, si escogita, oltre
all’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche, il versamento del 100% dell’acconto fiscale. Lo si porta dal 96%
al 100% e viene persino voglia di dire “Aridatece Monti” che aveva ridotto
l’acconto dal 99 al 96%. Insomma ciò che non si è pagato per la rata di Giugno dell’IMU prima casa, e non si
pagherà di aumento IVA per tre mesi, sarà sostituito dal 4% in più nel
pagamento del cosiddetto acconto fiscale di Novembre. Ma, attenzione, IVA e IMU
rimangono sempre sul tavolo. Se questo non è il gioco delle tre carte tra IVA,
IMU e FISCO, dicano gli elettori cos’è.
Invece di tagliare le spese improduttive, gli enti inutili, le
retribuzioni di genere vario delle
caste, a cominciare da quella della politica, invece di mettere mano ad una
riforma del Fisco per una sia pure modesta ridistribuzione del reddito, invece
di fare pressione sui Signori di Bruxelles e di Francoforte, si procede di fatto
con un aumento delle tasse prima ancora della fine dell’anno. E i partiti di
governo sono tutti contenti. Il PD avrà la sua tassa per compensare quella
sempre rivendicata e momentaneamente slittata dell’IMU, il PDL potrà
sbandierare per l’ennesima volta il merito di averla fatta slittare, entrambi
giustificheranno trionfalmente il “piccolo” sacrificio fiscale degli italiani
con la trovata di promuovere il lavoro giovanile mediante un incentivo
economico per i datori di lavoro… per un lavoro che forse non c’è più. Ma anche
su questo piano si continua il gioco delle tre carte, perché l’acconto
sull’imposta dei redditi delle società viene portato dal 100 al 101%,
vanificando di fatto i cosiddetti incentivi! Insomma c’è da giurare che con
questi provvedimenti diminueranno ulteriormente i consumi e aumenterà la
recessione.
Tutto bene ma non basta. Dando prova di lungimiranza politica, il
governo procede con altrettanta perizia in materia giudiziaria. Invece di
avviare una riforma della Giustizia e del sistema carcerario, per esempio con
la depenalizzazione dei reati di opinione che attengono alla sfera civile,
sforna tutta una serie di misure al fine di snellire il sovraffollamento delle
carceri, con circa seimila detenuti che dovrebbero uscire nei prossimi due
anni. Le solite “pezze calde” che si contraddicono tra loro, le solite menate
sul trattamento rieducativo dei carcerati, con una sola sostanziale novità, che
modificando l’articolo 656 del c.p.p., stabilisce l’immediata carcerazione solo
a condanna in via definitiva. Misura in gran parte applicata già oggi.
Complimenti dunque a PD-PDL per la sensibilità politica che
continuano a dimostrare adottando misure sempre più efficaci. Se ne
ricorderanno gli elettori la prossima volta, al momento di votare.
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