Nel primo turno di Champions
League vincono Napoli e Milan, pareggia la Juve nella partita più facile
contro il Copenhagen, decimo in classifica nel campionato del suo Paese, su dodici
squadre partecipanti.
Si diceva che con
gli acquisti di Tevez e Llorente, la squadra bianconera sarebbe stata più
competitiva in Europa, potendo disporre di grandi
punte… in particolare l’arrivo dell’argentino avrebbe avuto l’effetto della
ciliegina sulla torta… A parte il fatto che Llorente non è mai stato schierato
in partite ufficiali e che la ragione del suo acquisto è sempre più un mistero,
Tevez non è una grande punta, è bensì un ottimo attaccante di manovra, in grado
di far partire l’azione offensiva dal centrocampo o addirittura dalla difesa.
D’altra parte, nella Juve di Conte non viene utilizzato come punta né viene
servito in area avversaria, se non da qualche raro lancio di Pirlo. È lui piuttosto
a dover servire punte che non si vedono… in Campionato come in Champions.
Insomma, non ha
tutti i torti l’allenatore della Juventus nel sostenere che la squadra si è
persino indebolita rispetto all’anno passato. Con buona pace di addetti ai
lavori e giornalisti competenti che hanno additato nel mercato della Juve un
esempio da seguire per rafforzare progressivamente un collettivo già ottimo,
senza rivoluzioni e senza dissanguarsi economicamente.
Venduti Matri e
Giaccherini, sono arrivati, Tevez a parte, solo giocatori per la panchina.
Pirlo non è più quello di due anni fa e nemmeno quello dell’anno scorso,
Barzagli che per due anni è risultato decisivo nell’organizzazione difensiva,
risente di età e infortuni, Vucinic aggiunge al rendimento solitamente
altalenante, la scarsa condizione fisica dovuta forse ai postumi di un recente
infortunio. Chiellini colpisce anche a rete ma poi combina pasticci
incredibili, come quello che ha causato il vantaggio dell’Inter nell’ultima
sfida di campionato. A tratti, la squadra corre come la nazionale [cioè
cammina], mentre uno dei punti di forza di questa Juve era proprio la velocità.
Si è scritto che il
pareggio di Copenhagen – peraltro meglio
di una sconfitta, per merito di Quagliarella che non è certo un cannoniere e che
comunque stava per essere ceduto nel recente mercato – sia frutto delle parate del portiere
avversario. È vero, tanti attacchi bianconeri respinti, ma per quali tiri? Palle sbilenche
o buttate in braccio al portiere, errori sottoporta a non finire, perché a
tirare sono sempre i centrocampisti o i difensori che arrivano spossati sotto
rete.
Tempo fa esprimevo
il “ragionevole dubbio che anche l’acquisto di
una grande punta [che probabilmente non sarà mai fatto] sarebbe vanificato nelle dinamiche di gioco di questa Juve” [Post del 26 Novembre 2012: “Il Milan battela Juve con la mano di…”] e che “il modulo di gioco di questa Juve è il suo
punto di forza ma anche il suo limite: la manovra ‘ariosa e a tutto campo’ pare
fatta apposta per gli inserimenti dei centrocampisti e dei difensori ma risulta
letale per le punte che, per avere palle giocabili, possono contare solo sui
lanci di Pirlo [Post del 7 Novembre 2012 “LaJuventus cade nel derby d’Italia…” ] e ancora che “L’ideale di Conte, in fondo è
di avere in squadra 10 terzini che sappiano anche fare goal! Per dirla più
elegantemente, egli vuole tutti giocatori di movimento che all’occorrenza
sappiano difendere e attaccare [Post del
28 Febbraio 2012 “Milan-Juve 1-1 ma sarebbe 2-2…” ].
Naturalmente non
c’è la controprova di queste affermazioni, anche perché una grande punta non è
mai arrivata a Torino e bisogna riconoscere a Conte il merito di aver portato
un ottimo collettivo, privo di grandi campioni, a vincere due volte di seguito
lo scudetto e a piazzarsi tra le prime otto squadre d’Europa. Penso però che il
miracolo sia irripetibile e spiace solo che la società non abbia voluto
prenderne atto, ritenendo sufficiente che bastasse, per continuare a inanellare
successi, l’adeguamento economico del contratto del suo allenatore, certamente
uno dei più bravi e ricercati in Europa.
Detta brutalmente,
questa Juve non ha alcuna speranza di fare molta strada in Europa e anche nel
Campionato faticherà non poco a tenere posizioni di vertice: il Napoli visto
contro i vicecampioni europei del Borussia Dortmund ha un organico decisamente
più funzionale di quello della Juve, con una grande punta e due o addirittura
tre ottimi attaccanti che lo supportano, senza contare l’esperienza
internazionale e vincente del suo allenatore. C’è poi anche l’Inter che Walter
Mazzarri sembra aver rinnovato e che probabilmente si rafforzerà ancora in
Gennaio, c’è la Fiorentina di Giuseppe Rossi, la Roma imprevedibile di
quest’anno che potrebbe persino lottare per lo scudetto e infine il Milan che
parte sempre lentamente ma che raramente fallisce nel momento decisivo del
Campionato e che prima o poi potrebbe giovarsi dell’intesa Matri-Balotelli.
Come se tutto ciò non bastasse, per la Juve c’è anche la difficoltà
rappresentata dalla legge dei grandi numeri: vincere tre volte di seguito lo
scudetto è molto difficile, per non dire quasi impossibile! Se Antonio Conte
dovesse farcela con questo organico, la sua sarebbe davvero un’impresa da
ricordare nella storia e nella leggenda del calcio.
sergio magaldi
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