Valérie Trierweiler, Merci pour ce moment, Les Arènes, Settembre 2014, pp.316 |
Il libro della ex
compagna del presidente François Hollande, non è solo la pubblicazione dei cahiers de doléance di una donna tradita
dal primo cittadino di Francia. È un’operazione commerciale - per ciò che
apporterà in denaro all’autrice sottoforma di diritti d’autore - e soprattutto
è un’operazione politica che contribuisce a far scendere ai minimi storici la
popolarità di Hollande [dal 18% di due mesi fa al 13% di oggi].
Insomma, viene il
sospetto che, di là da una vendetta privata e di un regolamento di conti tra ex
amanti, si tratti di una vera e propria operazione politica, tesa a
delegittimare il presidente francese, più di quanto egli già non lo sia per via
della crisi economica, di un atteggiamento poco risoluto di fronte ai gravi
problemi del Paese e di una politica di sostanziale acquiescenza all’egemonia
tedesca del continente.
Scrive l’autrice
per intenerire il cuore dei lettori [p.86, trad.mia]:
“Ho resistito
il più possibile a questa attrazione tra François e me. È lui che era
presidente, lui che ha fatto precipitare la nostra amicizia-amorosa in
amore-passione. Ma, in fine, sono io a pagare il costo di
questa relazione. Ho dovuto abbandonare il giornalismo politico. E ormai
incarno agli occhi di tutti il ruolo della tentatrice, della cattiva, della rovina
famiglie [con chiaro riferimento a Ségolème Royal, attuale ministro per
l’energia e l’ecologia ed ex moglie di Hollande, al quale ha dato quattro
figli]”.
In
buona sostanza, Valérie accusa François di essere un bugiardo, un uomo dalle
tante facce e per giunta sprezzante dei poveri che solitamente appella “gli
sdentati”. E così conclude la sua requisitoria basata sui ricordi:
“Grazie per
questo momento [Merci pour ce moment,
che è anche il titolo del libro], grazie per questo amore folle, grazie per
questo viaggio all’Eliseo. E grazie anche per l’abisso nel quale tu mi hai
gettato”.
E,
a proposito di abissi, il capo dell’Eliseo non è da meno. Scrive Libération che “Hollande è in un abisso
senza fondo” e un editoriale di Le Monde
ricorda all’ineffabile presidente – che dichiara solennemente di voler giungere
sino alla fine del proprio mandato – che “la sua legittimità formale è protetta
dalla Costituzione, ma la sua legittimità personale è a pezzi, quella politica
in rovina e la fiducia del paese prossima allo zero”. Le Parisien parla di un presidente patetico e L’Opinion di “libro choc”, che mostra un Hollande “cinico e
spregevole”. Dal canto suo, il conservatore Le
Figaro riporta nel numero di Sabato il risultato di un sondaggio Ifop
secondo il quale la presidente del Front National
vincerebbe alla grande le elezioni se, al secondo turno elettorale, fosse
opposta a François Hollande.
Il pamphlet
di Valérie Trierweiler giova dunque a Marine Le Pen? Non direi, e non tanto
perché la presidente del Front National ne ha preso le distanze condannandolo
duramente, nello stile proprio del nazionalismo, come “Un disonore per la
Francia”, quanto perché l’effetto prodotto sembra piuttosto quello di un
regolamento di conti all’interno della sinistra francese. Persino Manuel Valls
capo del governo e uomo fidatissimo di Hollande – che i sondaggi danno con un
gradimento almeno doppio di quello del presidente – sembra ora provare a
recitare in proprio, affrettandosi a proclamare l’amicizia e l’alleanza con
l’Italia di Matteo Renzi. Anche se Le
Monde è dell’avviso che tra i due non c’è, né vi potrà essere alcuna
distinzione: “François Hollande e Manuel Valls erano su uno stesso battello,
Hollande cade in acqua e Valls lo segue”.
Resta il fatto che sin dai prossimi giorni la
sinistra francese si metterà alla ricerca di un candidato credibile per le
prossime elezioni presidenziali. Infatti, quasi all’unanimità la stampa
francese parla di Hollande come di un personaggio ormai definitivamente
delegittimato e dunque non in grado di misurarsi contro un politico in ascesa
come Marine Le Pen.
E sarà bene fare in fretta, nell’auspicio che
la linea politica del nuovo candidato della sinistra sia di resistenza al
rigore e all’austerità dei tedeschi [vedi il post del 29 Agosto u.s. L’Europa tra collaborazionismo e resistenza…
e clicca sopra per leggere], perché in caso contrario, nell’eventualità di una
vittoria di Marine Le Pen e della destra del Fronte Nazionale, sarebbe il
concetto stesso di Europa ad essere messo in discussione. Impossibile infatti
pensare ad una Europa senza la Francia, prima ancora che per motivi economici,
soprattutto per motivi storici e culturali.
sergio magaldi
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