Il nuovo pallone del campionato di calcio |
Sconfitta storica per la Juventus che non aveva mai perso
la prima di campionato, la Roma pareggia a Verona, giocando male come
nell’ultima parte della scorsa stagione. Perdono anche Milan e Napoli per un
torneo che si apre all’insegna della mediocrità.
Nonostante i nuovi
arrivi [Dzdeko e Salah], la squadra
giallorossa non è molto diversa da quella che di recente ho visto all’opera al Camp Nou di Barcellona [lenta, con le rare
eccezioni di Florenzi e Nainggolan, prevedibile, e senza raccordo tra
centrocampo e attacco], dove, contro i blaugrana,
ha perso poco onorevolmente per tre reti a zero solo grazie alle parate di Szczesny, il portiere della nazionale polacca dal
nome impronunciabile, ma al momento forse l’unico acquisto indovinato. Rudi Garcia
si ostina a schierare un centrocampo a tre che di fatto si riduce al solo Nainggolan, costretto
a correre per tutto il campo e dunque portato a strafare e a sbagliare,
nonostante il suo indiscusso valore. De Rossi fa il difensore aggiunto, quasi il
libero, e Pjanic, più
che un centrocampista, è in realtà un trequartista. In difesa, si conoscono i limiti di Torosidis, e
Florenzi, schierato terzino, e come Nainggolan costretto a correre per tutto il
campo, nonostante il goal fortunoso che ha permesso alla Roma di pareggiare,
sembra sprecato in un ruolo non suo e finisce incolpevolmente per rendere
vulnerabile il fianco di una difesa, dove al centro, accanto al collaudato
Manolas, si rivede un ancora impacciato Castan, comprensibilmente direi, visto
l’incidente che per quasi due anni l’ha tenuto fuori dal campo.
Ma il vero mistero
giallorosso è rappresentato da una rosa che oltre a Totti [poco utilizzato,
anche quando ce ne sarebbe bisogno, come a un certo punto della partita di ieri],
dispone di un solo vero attaccante [Dzeko, il nuovo acquisto] e di un
“pacchetto” tra mezze punte o trequartisti e attaccanti di fascia: Ljajic, Iturbe, Falque [ma
ce n’era proprio bisogno?], Ibarbo, Gervinho, Salah, tutti con
scarsa attitudine al goal e dei quali l’unico indispensabile alla squadra
sembra essere Gervinho [il solo che stava per essere ceduto, né siamo certi che
non lo sarà nei prossimi giorni o magari a Gennaio], per la sua capacità di
smarcarsi, dare profondità alla squadra, fornire assist. Per Salah, appena
arrivato, il discorso sulla sua utilità resta aperto. Quanto allo Dzeko visto
ieri [acquistato relativamente a buon mercato: 4 milioni per il prestito, 11
per il riscatto + bonus, ciò che dovrebbe far riflettere], l’impressione è –
nonostante la fama che lo precede, ma anche considerando la deludente prova
fornita lo scorso campionato nel Manchester City – che si tratti di uno Llorente più mobile,
ma meno abile di testa. Penso, insomma, che se non sfoltirà la rosa dei suoi
finti attaccanti, non ricostituirà il centrocampo che è stato il punto di forza
del primo anno di Garcia, magari modificando un modulo di gioco ormai usurato,
sarà difficile per la Roma riconfermarsi per il terzo anno di seguito al
secondo posto della classifica. Intendiamoci, la squadra ha tutte le
possibilità per cambiare rotta in corso d’opera, magari con qualche nuovo
innesto e sempre che allenatore e dirigenti sappiano fare autocritica.
Quanto alla Juve,
il discorso è diverso solo in apparenza. L’alibi della partenza di Pirlo, Vidal
e Tevez vale solo sino a un certo punto. Certo, con Pirlo magari a segno su
punizione, forse ieri i bianconeri non avrebbero perso in casa con l’Udinese,
ma occorre ricordare che Vidal nello scorso campionato non ha brillato come negli
anni precedenti, che è stato rimpiazzato dall’ottimo Khedira [ora purtroppo
infortunato] e che, per non far rimpiangere Tevez, sono arrivati Mandzukic, Dybala,
Zaza e ora anche Cuadrado. La squadra s’è inoltre rafforzata anche in altri
settori. Insomma ai dirigenti non si poteva chiedere di più. Si può chiedere
invece ad Allegri maggiore fantasia. Che senso ha avuto, ieri, in una gara
casalinga, lasciare in panchina Dybala che, entrato oltre la metà del secondo
tempo, è stato il migliore degli attaccanti? E Llorente, perché schierarlo solo
negli ultimi minuti, quando s’è visto chiaramente che Mandzukic falliva tutte
le occasioni, persino una palla che era più facile sospingere in rete che
“passare” al portiere? Perché giocare con 5 centrocampisti, quando Evra, Lichtsteiner
e Padoin centrocampisti non sono e Pereyra nemmeno, visto che è un trequartista
e che per giunta ieri sonnecchiava in campo? Perché riproporre pigramente il
3-5-2 di Conte, quando non disponi di Pirlo, Marchisio [infortunato] e Vidal?
Non era preferibile il 4-3-3 con Dybala e Llorente accanto a Mandzukic [vista
anche l’indisponibilità di Morata] e con Coman, non come seconda punta, ma semmai
al posto di uno spento Pereyra, sostituito sempre troppo tardi? Incomprensibile
poi la scelta di acquistare Zaza per girarlo in prestito al West Ham. E Allegri
sbaglia se è sua intenzione utilizzare Cuadrado come trequartista. L’ex-viola
deve trovare posto come terzino in un 4-4-2 o in un 4-3-3 e persino in un 3-5-2
come esterno di fascia, perché è in questo ruolo che il colombiano ha dato
sempre il meglio di sé. Insomma, la Juve di quest’anno dispone di molti
campioni, all’allenatore il compito di saperli utilizzare.
Per concludere, non
può sfuggire che nel nuovo campionato si è ulteriormente assottigliata l’esigua
pattuglia dei calciatori italiani utilizzati in campo. La Roma, che lo scorso
anno ha giocato anche con 5 giocatori del Bel Paese [De
Santis- Florenzi-Astorri-De Rossi e Totti], nella partita contro il
Verona, dopo l’uscita di De Rossi, si è ritrovata con il solo Florenzi. Non
parliamo neppure delle altre cosiddette grandi o delle piccole. Resta ormai
solo la Juve con la sua “rappresentanza” italiana. Ma quando, e purtroppo tra
non molto, smetteranno di giocare i Buffon, i Barzagli ecc… , finirà con l’adeguarsi
a tutte le altre squadre del campionato. Ma su ciò ho detto abbastanza in altri
post. Vedi per tutti, l’ultimo del 17 Giugno u.s. [Il non-gioco della nazionale italiana questa volta non paga…,
clicca sul titolo per leggere]. Ripetevo allora ciò che avevo già scritto in
passato e che ribadisco ancora oggi:
“[…]E
si può stare certi che nulla cambierà per il prossimo futuro: le squadre
italiane continueranno a giocare in campionato con 9, 10 e anche undici
calciatori stranieri. I vivai giovanili, dove sopravvivono, servono solo al
calcio minore e si riempiono di extracomunitari giustamente in cerca di mutare
la propria sorte. L’importazione dei giocatori dai vari continenti e
l’arricchimento dei procuratori, dei loro affini e compari, continuerà come
prima e ogni anno vedremo arrivare nel Bel Paese non già qualche grande
campione, ma comitive di “mezze seghe” che qualche direttore tecnico spaccerà
per grandi campioni, salvo a liberarsene l’anno dopo per un nuovo e proficuo
‘rifornimento’.”
sergio
magaldi
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