Partita
inguardabile degli azzurri contro l’Irlanda, né vale osservare che
eravamo già qualificati e al primo posto del girone [purtroppo!] e che abbiamo
giocato sostituendo 9 giocatori rispetto a quelli impiegati nelle due
precedenti partite. Gara col Belgio a parte, l’Italia di ieri notte è stata
solo peggiore a quella della brutta partita vinta dai cosiddetti titolari
contro gli svedesi [vedi in proposito il post: Europei di calcio: il goal di Eder, un bene per gli azzurri? Cliccando
sul titolo per leggere]. Una partita, questa persa con gli irlandesi, che si
poteva giocare in scioltezza e soprattutto senza i consueti arroccamenti
difensivi e senza rischiare inutilmente Bonucci, graziato dall’arbitro in un
paio di occasioni e che, per evitare l’ammonizione, ha eluso il più possibile i
contrasti, meritando un 4 in
pagella e finendo come uno tra i maggiori responsabili del goal della vittoria
irlandese. Al solito, Conte ci ha messo del suo, come sempre avviene nel bene e
nel male: ostinato nel rischiare inutilmente uno dei migliori centrali europei,
nel confermare il suo 3-5-2 che di fatto si è presto trasformato in un 5-3-2,
oltremodo difensivo contro i modesti avversari, mentre con un 4-4-2 o meglio
con un 4-3-3 avrebbe risparmiato Bonucci, consentendo maggiori rifornimenti
all’attacco: se così si può chiamare l’inguardabile vagare di Immobile per il campo
e il saltellare inutilmente grintoso di Zaza, solo quarto attaccante nella Juve,
ma quasi titolare in nazionale. Non sarebbe stato meglio sostituirli entrambi,
almeno alla fine del primo tempo, con i più tecnici Insigne [che appena entrato
ha rischiato di farci vincere senza merito] ed
El Shaarawy, messi in campo solo a pochi minuti dalla fine? Qui però
finiscono le responsabilità di Conte [convocazioni a parte: Vasquez, Jorginho,
Bonaventura, Pavoletti, Gabbiadini, Saponara, forse persino Lapadula e qualche
altro non avrebbero aumentato lo scarso tasso tecnico di questa squadra, con la
possibilità anche di segnare qualche rete in più?], perché la maggior parte dei calciatori italiani
visti in campo ieri notte è apparsa addirittura priva dei fondamentali. E ora
ci tocca la Spagna [campione d’Europa in carica] negli Ottavi e, nell’ipotesi
del miracolo, peraltro sempre possibile conoscendo le virtù di Conte, la
Germania [campione del mondo] nei Quarti. Forse è meglio così, perché questa
squadra è così brutta che non merita di andare avanti. Inutile d’altra parte
sperare che la Federcalcio faccia tesoro della lezione. Si dirà, come va
ripetendo Conte da una settimana, che un traguardo è stato raggiunto: il
passaggio agli Ottavi, cioè quello che è riuscito anche a Galles, Irlanda del
Nord, Irlanda, Islanda, Svizzera, Polonia, Slovacchia e Ungheria, tutte
nazionali che non hanno mai vinto nulla. Resta il fatto che col primo posto del
girone, all’Italia tocca la Spagna, mentre al Belgio, secondo, tocca l’Ungheria
e che gli dei del calcio, come sempre avviene in queste competizioni, sono
intervenuti pesantemente creando le condizioni perché la corsa delle quattro
potenze calcistiche europee [Spagna, Inghilterra, Germania e Francia] fosse
facilitata e lasciando che gli outsider
[Belgio, Italia, Portogallo e Croazia] se la vedessero tra loro. Se tutto fosse
andato come nei piani degli dei, infatti, la Spagna, prima del girone, negli
Ottavi avrebbe incontrato una tra Galles, Slovacchia, Russia, Irlanda, Svezia,
Austria, Ungheria e l’Islanda, alla Germania e alla Francia sarebbero capitate due nazionali di modesto livello [e in effetti
se la vedranno rispettivamente con Slovacchia e Irlanda], mentre per
l’Inghilterra era pronto il paracadute: se fosse arrivata prima avrebbe
incrociato una tra Albania, Svizzera, Romania, Irlanda del Nord, Ucraina,
Turchia e Repubblica Ceca, se seconda, la seconda del gruppo F [Ungheria,
Austria o Islanda] e infatti, arrivando seconda
del suo girone, gli inglesi incroceranno la sorprendente Islanda. Tutto diverso il
discorso per gli outsider: al temuto
Belgio, dato per scontato il suo primato nel girone E, negli ottavi sarebbe
toccata la Croazia, mentre all’Italia, presumibile seconda classificata dello
stesso girone, il Portogallo di cui si dava ugualmente per scontata la vittoria
del girone F. Insomma i 4 outsider erano
destinati dagli dei del calcio a ridursi a 2 dopo gli Ottavi. Ma Spagna, Italia
e Portogallo hanno stravolto il piano degli dei: la Spagna perde il primo posto
del suo girone a pochi minuti dalla fine dell’ultima partita, Il Portogallo con
tre pareggi fatica la qualificazione al terzo posto e l’Italia, data per sicura
perdente contro il Belgio [dal quale era stato sconfitto alla vigilia degli
europei con un sonoro 3-1], vince e si classifica al primo posto del girone.
Così la trappola degli dei scatta solo a metà: per il Portogallo e la Croazia che si scontreranno negli Ottavi, non
per il Belgio che grazie alla sconfitta con l’Italia trova una via di scampo
nella parte sinistra [per l’osservatore] del tabellone e se la vedrà con
l’Ungheria, non per l’Italia, la cui trappola si trasforma in un vero e proprio
abisso: sfugge al predestinato incontro col Portogallo per incontrare la Spagna
che la trascina nel vortice della parte destra del tabellone, insieme a
Germania, Francia e Inghilterra. La vera mina vagante del progetto divino del
calcio è stata la Spagna, costretta ora ad affrontare una dopo l’altra, Italia,
Germania e Francia, per accedere alla finale.
sergio
magaldi
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