Da romapress.us |
Sta per andare in scena, e purtroppo ne avremo forse presto conferma, l’ennesimo spettacolo tragicomico di Roma
capitale. Alla vigilia della decisione finale sulla costruzione dello stadio
di calcio della A.S. Roma nell’area di Tor di Valle, cresce il fronte del NO
che negli ultimi tempi si è andato organizzando con le manifestazioni di una parte dei Cinquestelle perché
si giungesse alla revoca della delibera della giunta Marino che classificò il
relativo progetto edilizio come “opera di pubblica utilità”, con il comunicato ineffabile della Soprintendenza
che, dopo anni di silenzio, proclama ora l’esistenza di un vincolo sulla tribuna
dell’ippodromo di Tor di Valle, realizzata per le Olimpiadi del 1960, quasi
fosse un monumento storico e non una costruzione fatiscente, priva di norme
antisismiche e con coperture di amianto, con le
sentenze dei tanti soloni che discettano di ecomostro, di cementificazione,
di speculazione edilizia e quant’altro, con
il parere dei puri di spirito che lamentano che il progetto non si limiti
alla costruzione dell’impianto sportivo, ma pretenda anche di edificare aree e
centri commerciali, con il giudizio
estetico degli amanti del bello, circa la deturpazione che arrecherebbe al
paesaggio l’innalzamento di torri, con
le pillole di saggezza dei soliti benaltristi per i quali i problemi di
Roma sono ben altro che quelli della costruzione di uno stadio.
Dal sito dell'A.S. Roma |
Viene a questo punto da chiedersi: Cui prodest? A chi giova che tutto
questo rimanga solo sulla carta? Chi ha interesse a dire NO alla costruzione
dello stadio della Roma alle condizioni di cui si diceva sopra? Chi avrà da
guadagnare dal fatto che l’A.S. Roma si costituirà in giudizio per chiedere il
risarcimento al Comune di Roma? Può anche darsi che molti siano in buona fede, che
parlino e agiscano sulla base di questioni di principio o animati solo da
spirito di conservazione, ma dietro di loro non c’è da supporre che vi siano le
solite oligarchie più o meno occulte
che hanno precisi interessi politici e finanziari, persino sportivi o
addirittura inconfessabili, per mandare tutto all’aria, come è lecito supporre
che accadrà forse già dalle prossime ore?
Per la verità, un’altra parte dei
Cinquestelle, da Beppe Grillo a Virginia Raggi ai consiglieri capitolini, si era
detta problematica sulla vicenda e talora era apparsa favorevole al progetto
come se fiutasse nell’aria, oltre all’olezzo di polveri inquinate e di strade e
quartieri maleodoranti, la sensazione che questa volta non sarà come per le
Olimpiadi: allora i cittadini compresero i rischi di spreco di denaro pubblico
e i pericoli di nuove corruzioni, questa volta capirebbero, nel migliore dei
casi, di aver mandato al Campidoglio una pattuglia di buoni a nulla, che del
resto è il messaggio che la maggior parte dei media, a torto o a ragione, lascia passare da mesi. Alcuni giorni
fa Grillo aveva bacchettato quella parte dei suoi intenzionata a bocciare il
progetto, è di eri la notizia che si è fatto convincere dai pericoli di
esondazione e così pur dicendo di Sì allo
stadio della Roma dice di No alla sua costruzione nell’area di Tor di Valle. Un
colpo magistrale di teatro: si dice sì ma
s’intende no, Grillo non può ignorare che ci sono voluti 5 anni per
giungere a questo punto e che per trovare un’altra area edificabile ce ne
vorrebbero almeno altrettanti, senza contare le ingenti spese per il nuovo
progetto. Ma esiste davvero il pericolo paventato da Grillo e di cui qualcuno
deve averlo messo in guardia all’ultimo momento, nell’intento di scongiurare la
vittoria del Sì? L’Autorità di bacino del Tevere, l’unica legalmente competente
in materia, fa sapere che rischi idrogeologici gravano da sempre sull’intera
zona e non soltanto sull’area di Tor di Valle, senza che le autorità comunali,
provinciali o regionali siano mai intervenute; con la realizzazione degli
impianti sportivi e dell’area commerciale, l’Associazione Sportiva Roma si
impegna per l’appunto a mettere in sicurezza l’intera zona.
A questo punto, nell’interesse non solo dei romanisti ma dei romani e
di tutti gli italiani, c’è solo la flebile speranza che prevalga il buon senso e che
Grillo e i suoi del Campidoglio non si nascondano dietro oscure minacce idrogeologiche, sbandierate proprio quando l’ultima parola sulla fattibilità del progetto di costruzione dello stadio nell'area di Tor di Valle sta per
essere pronunciata.
sergio magaldi
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