Come già
capitato, sere fa mi aspettavo di trovare al confine di Ventimiglia la
gendarmeria francese coadiuvata dai cani-poliziotto e pronta ad impedire
l’accesso sul sacro suolo di Francia di migranti, indesiderabili e spacciatori.
E invece, con mia grande sorpresa, ho visto apparire, nella loro uniforme blu -
carta da zucchero, i poliziotti italiani di frontiera, impegnati con
encomiabile zelo nel controllo capillare non di chi entrasse, ma di chiunque
volesse lasciare il Belpaese: passeggeri di auto private o di pullman da
turismo ai quali non solo è stato chiesto di esibire il documento per uscire
dall’Italia, ma a diversi di loro il documento è stato sequestrato per una
buona mezz’ora, senza motivi apparenti e con un criterio difficile da
comprendere, dal momento che passaporti e carte di identità sono stati ritirati
anche a signore di una certa età e dalla faccia insospettabile. L’attesa per
rientrare in possesso dei documenti a molti è sembrata eterna, a me ha fatto
venire in mente il film “Detenuto in
attesa di giudizio”, che inizia
proprio ad un passaggio di frontiera italiana, con il ritiro per “accertamenti”
del passaporto del protagonista, interpretato magistralmente da Alberto Sordi. Com’è
noto, dopo aver atteso a lungo la restituzione del documento, Alberto Sordi si
vede arrestare perché scambiato con un’altra persona.
Questa volta, non mi sembra ci siano stati
arresti e neppure errori di identità; resta il fatto strano e inquietante che
mentre dei gendarmi francesi non si è vista neppure l’ombra, e neppure di
quelli spagnoli, al successivo confine tra Francia e Spagna, i poliziotti
italiani si dessero un gran daffare per impedire che eventuali soggetti
indesiderabili lasciassero il nostro Paese. Di che si tratta? Di misure
eccezionali per dare la caccia a qualcuno? Di un servizio reso ai transalpini a
garanzia della loro sicurezza interna? Di un patto che stabilisce tra italiani
e francesi turni periodici di sorveglianza delle frontiere? Se così fosse,
perché non esiste un analogo controllo per chi esce dalla Francia ed entra in
Spagna? Sarebbe interessante avere chiarimenti in merito da parte delle
autorità italiane. Diversamente, i cittadini potrebbero pensare alla
subalternità dell’Italia in questa Europa dominata dal capitale finanziario e
dall’egemonia franco-tedesca: lasciato solo a governare la massiccia migrazione
proveniente dall’Africa, il nostro Paese deve ora farsi garante anche della
sicurezza per conto terzi?
sergio
magaldi
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