venerdì 18 agosto 2017

L'EUROPA che non c'è...



 Come già capitato, sere fa mi aspettavo di trovare al confine di Ventimiglia la gendarmeria francese coadiuvata dai cani-poliziotto e pronta ad impedire l’accesso sul sacro suolo di Francia di migranti, indesiderabili e spacciatori. E invece, con mia grande sorpresa, ho visto apparire, nella loro uniforme blu - carta da zucchero, i poliziotti italiani di frontiera, impegnati con encomiabile zelo nel controllo capillare non di chi entrasse, ma di chiunque volesse lasciare il Belpaese: passeggeri di auto private o di pullman da turismo ai quali non solo è stato chiesto di esibire il documento per uscire dall’Italia, ma a diversi di loro il documento è stato sequestrato per una buona mezz’ora, senza motivi apparenti e con un criterio difficile da comprendere, dal momento che passaporti e carte di identità sono stati ritirati anche a signore di una certa età e dalla faccia insospettabile. L’attesa per rientrare in possesso dei documenti a molti è sembrata eterna, a me ha fatto venire in mente il film “Detenuto in attesa di giudizio”, che inizia proprio ad un passaggio di frontiera italiana, con il ritiro per “accertamenti” del passaporto del protagonista, interpretato magistralmente da Alberto Sordi. Com’è noto, dopo aver atteso a lungo la restituzione del documento, Alberto Sordi si vede arrestare perché scambiato con un’altra persona.

 Questa volta, non mi sembra ci siano stati arresti e neppure errori di identità; resta il fatto strano e inquietante che mentre dei gendarmi francesi non si è vista neppure l’ombra, e neppure di quelli spagnoli, al successivo confine tra Francia e Spagna, i poliziotti italiani si dessero un gran daffare per impedire che eventuali soggetti indesiderabili lasciassero il nostro Paese. Di che si tratta? Di misure eccezionali per dare la caccia a qualcuno? Di un servizio reso ai transalpini a garanzia della loro sicurezza interna? Di un patto che stabilisce tra italiani e francesi turni periodici di sorveglianza delle frontiere? Se così fosse, perché non esiste un analogo controllo per chi esce dalla Francia ed entra in Spagna? Sarebbe interessante avere chiarimenti in merito da parte delle autorità italiane. Diversamente, i cittadini potrebbero pensare alla subalternità dell’Italia in questa Europa dominata dal capitale finanziario e dall’egemonia franco-tedesca: lasciato solo a governare la massiccia migrazione proveniente dall’Africa, il nostro Paese deve ora farsi garante anche della sicurezza per conto terzi?

sergio magaldi   



Nessun commento:

Posta un commento