martedì 13 luglio 2021

L'ITALIA CAMPIONE D'EUROPA


 

 Alla vigilia di Inghilterra-Italia avevo scritto che una strada sembrava tracciata sin dall’inizio per portare gli inglesi alla conquista del loro primo titolo europeo. Chiudevo tuttavia il post con un “a meno che…” in cui si  riassumeva la speranza – mia e, credo, di tutti i tifosi italiani – che le cose non andassero come programmate dagli dei del calcio. E, in effetti, la speranza si è mutata in realtà al termine dei calci di rigore, durante i quali si sono susseguite emozioni altalenanti, sino alla consapevolezza finale che l’Italia aveva vinto davvero il suo secondo titolo europeo dopo 53 anni.

 

Grande il merito di Mancini che ha saputo creare un collettivo quasi imbattibile e trascinarlo alla vittoria – come per lo più si ripete in queste ore – anche senza disporre di fuoriclasse ma solo di ottimi giocatori. Ciò che è parzialmente vero, ma non bisogna dimenticare che Donnarumma, Chiellini e Jorginho sono, nei loro rispettivi ruoli, a guardia della porta, al centro della difesa e a centrocampo, degli autentici campioni. C’è di più, perché uno dei fattori determinanti per comprendere il segreto della vittoria italiana è che, in ciascuna delle partite disputate, oltre ai tre campioni sopra citati, hanno brillato di volta in volta stelle diverse: Spinazzola e Berardi contro la Turchia, ai due si è aggiunto Locatelli contro la Svizzera, poi Pessina contro il Galles dove, a qualificazione ormai raggiunta, Mancini ha realizzato il capolavoro di completare l’utilizzo di quasi tutta la rosa azzurra. E ancora: con l’Austria, ai soliti tre, si sono aggiunti Spinazzola e Chiesa, con il Belgio Insigne, con la Spagna di nuovo Chiesa e infine, con l’Inghilterra, Donnarumma ha coronato la sua grande prestazione, aggiudicandosi il titolo di migliore giocatore dell’europeo.

 

In conclusione, devo ammettere che l’ottimismo mediatico della vigilia ha portato bene alla squadra azzurra. Per consolidare il ritorno dell'Italia tra le grandi del calcio, ora a Mancini non resta che incrementare la rosa soprattutto in attacco, per esempio, con Kean, con Zaniolo, con lo stesso Raspadori, utilizzato solo per pochi minuti in questo europeo, riuscendo magari a trovare un emulo del grande e compianto Paolo Rossi.

 

sergio magaldi


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