SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
Come ho già detto la Luna, unico satellite della Terra, non può
essere chiamata a rappresentare simbolicamente l’inconscio – come pure si
è tentato di fare – neppure per il suo
lato oscuro, la cosiddetta Luna Nera o Lilith. La sua relativa vicinanza alla
Terra (
In tale contesto simbolico la Luna Nera, se positiva nel cielo di
nascita, ha la funzione di sublimare l’immaginazione, favorendo le creazioni
artistiche e letterarie. Al contrario, se negativa, la Luna Nera può stimolare
le fantasie perverse. Neppure è raro il caso in cui sublimazione e perversione
si ritrovino insieme nello stesso individuo.
Ciò premesso, l’idea di poter rappresentare simbolicamente
l’inconscio attraverso il satellite della Terra denota non soltanto
l’aspirazione a limitare fortemente il pensiero immaginativo e il sogno, ma
induce anche alla tentazione di sottomettere o redimere l’inconscio. Operazione
quanto mai ardua e pericolosa. Tentazione più che mai presente nel
santo, nell'eroe, nell'iniziato. I quali tutti, per “mestiere” sono portati a
rifiutare l'inconscio oppure a costruirsene uno di comodo cui relazionarsi con
lo scopo sublime di sottometterlo o di razionalizzarlo. Queste anime
belle spesso si coprono gli occhi per non vedere e si turano il naso
per non sentire il fetore che viene dalla “stanza accanto” della propria
coscienza illuminata.
Insomma, tra Alto e Basso, bisogna
trovare - come già auspicava Marsilio Ficino - un luogo intermedio dove sia
possibile incontrare il cosiddetto mondo interiore.
Che c'è, in realtà, di così difficile e inquietante nel tentare di
sottomettere o redimere l'inconscio? L'energia che sprigiona da questa forza invisibile è talmente
grande che l'esigua energia della coscienza rischia di esserne travolta. La
coscienza può uscirne mutilata nel suo processo di individuazione che
presuppone, appunto, il coraggio del confronto con l'inconscio non la sua sottomissione
o redenzione. Il dialogo può essere spiacevole, doloroso, forse pericoloso, ma
è l'unico mezzo che abbiamo per rompere le cristallizzazioni saturnine,
allargando progressivamente le frontiere della coscienza.
Non è un caso che all'inizio del secolo, proprio quando appare “L’interpretazione
dei sogni” di Freud, l'astronomo Percival Lowel, per spiegare le
perturbazioni dell'orbita di Urano, calcoli la posizione di un invisibile pianeta,
all'estremo del sistema solare. Neppure è un caso che Jung nel 1929 congedi il
suo saggio di commento al “Segreto del fiore d'oro”, antico testo di
alchimia taoista, prospettando una visione dell'inconscio che riprende e amplia
la stessa concezione freudiana e che, pochi mesi più tardi, con l'ingresso del
Sole in Acquario (febbraio 1930), un astronomo americano riesca per la prima
volta a fotografare il pianeta “invisibile”. È Plutone, il corpo celeste più lontano dal Sole
e il meno illuminato per il fatto di trovarsi su un’orbita distante dall’astro circa
6000 milioni di km. Plutone, posto all’estremo confine dell’intero sistema
solare, compie la propria rivoluzione siderale (torna cioè nella stessa
posizione di partenza dopo aver descritto un’orbita) in oltre 248 anni
terrestri. Simbolicamente il corpo del sistema solare più lontano dalla luce
della coscienza e dunque il più adatto a rappresentare l’inconscio, ancorché
oggi tra gli studiosi si continui a discutere sulla sua piccolezza o se sia
addirittura un pianeta.
Per la verità, Rudhyar attribuisce la rappresentazione simbolica
dell’inconscio a tutti e tre i pianeti trans-saturnini: Urano, scoperto nel
1781, poco prima della Rivoluzione francese, Nettuno scoperto nel 1846 e
Plutone scoperto esattamente 84 anni dopo Nettuno, a distanza di un ciclo
completo di Urano. Ai tre pianeti, egli assegna tre diverse funzioni
simboliche: Urano rappresenta la forza “proiettiva” dell'inconscio,
Nettuno quella “dissolvente”, e Plutone quella “rigenerante” ([1])
In conclusione,
dunque, il concetto più compiuto e al tempo stesso più produttivo con cui siamo
oggi in grado di rappresentare l'inconscio, nella sua dinamica
spazio-temporale, è Plutone.
sergio magaldi
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