Non sempre i grandi cambiamenti sociali che coinvolgono anche la
cultura colgono di sorpresa gli sprovveduti, perché spesso sono proprio
costoro ad avere la giusta intuizione di ciò che sta mutando.
Come la spiaggia di Rimini - Nel campo musicale la contraddizione tra la tradizione melodica vocale e strumentale e la ricorrente innovazione della asincronia – ossia della dissociazione tra suoni e parole delle composizioni – è particolarmente evidente, tanto che nelle composizioni attuali le variazioni dei valori intesi come tali e la percezione degli accordi – anche attraverso i salti di ottave e i virtuosismi armonici del passato – non hanno più valore.
La percezione musicale in senso simbolico è un po’ come la spiaggia di Rimini in estate, per la gioventù che la frequenta: “il mare diviene un pretesto“.
Così, con la musica attuale l’attesa sociale è divenuta la condivisione di una competizione che si basa su parole che, oltre al significato diretto e/o allegorico, hanno nella ripetizione decine di volte una sorta di slogan percepito come un piacevole stordimento emotivo, rivolto soprattutto alla ricerca di qualcosa da contrapporre alle aspettative della tradizione.
Il ricorso alla “strada” - Si tratta di un’autentica ristrutturazione musicale in cui il talento di chi si sta avventurando nella composizione, talora con successo, consiste nel ricorso alla stravaganza di cui tutti possono essere allievi e maestri, stante il fine di sorprendere l’ascoltatore. Tanto più che spesso ci si avvale del paradosso, ossia di una sorta di non senso che di solito funziona, con il cosiddetto aiuto della “strada”. Si tratta cioè di individuare per la circostanza un rappresentativo “figlio della strada” che viene interrogato su cosa non sa, gli viene cioè proposto un concetto appena per lui percepibile in qualche parola. Tanto basta per far uscire il pensiero confuso dell’intervistato che si traduce in una serie di frasi di solito aggressive e certamente sconnesse; anche se queste vengono poi assunte dal cantautore come linfa vitale della competizione sociale in cui egli stesso le utilizza. Poche strofe che generano all’ ascolto percezioni immaginifiche, ottenute con la ripetizione reiterata fin quasi all’ipnosi mediatica del medesimo concetto, che quasi immancabilmente manifesta la ribellione nei confronti della società di cui l’autore non condivide i valori non solo musicali.
Il lavaggio del cervello - Il modo in cui tutto ciò può avvenire è ben conosciuto come “lavaggio del cervello”. Senza entrare in questo ambito molto tecnico, utilizzato nel passato ai fini politici, si tratta ora ovviamente di altri modi, di altre maniere certamente soffici e anche difficilmente avvertibili. Facendo un esempio a tutti noto, se leggiamo o tentiamo di leggere una pagina scritta in modo sfocato avvertiamo intimamente disagio fisico e psichico; disagio determinato dalla posizione ambigua dei caratteri durante la lettura, mentre il cervello cerca in ogni modo di comprenderne il significato, per liberarsi dal fastidio grazie alla prima scritta chiara e leggibile. Se alla fine si riesce a trovarla, allora su di questa ci si sofferma con estrema attenzione per il fatto inconscio di essersi liberati di quel precedente malessere causato dalle lettere sfocate.
Il fine – Dopo tanta confusione avvolgente e totalizzante, ecco che appaiono nella composizione alcune parole in chiaro che inconsciamente rimarranno impresse nelle persone che ascoltano e che già si muovono a passo di danza con i suoni che percepiscono. E questo è risaputo e ben sfruttato dalla pubblicità. Viene creata la medesima sensazione di confusione della sfocatura visiva, con rumori a multifrequenza continuati ad alto volume dai quali, anche inconsciamente, cerchiamo di venir fuori con un significato armonico di completo senso musicale e di conseguente piacevolezza di ascolto, che però non troviamo. Ma ecco che dalla confusione emergono le prime parole comprensibili che vengono catturate e memorizzate. Queste rappresentano per il cervello l’ ancora di salvezza dalla confusione di suoni e rumori continuati ad alta intensità. Si tratta per lo più di strumenti elettronici o a percussione, come tamburi e timpani, che rendono vana per chi ascolta l’inconscia ricerca di qualche piccola pausa, che non deve esistere.
L’ ancora di salvezza - Qui sorge inconsciamente lo stato d’ansia degli ascoltatori per la mancanza di significato musicale armonico insito nell’ istinto umano, ma volutamente introvabile. Ecco quindi che quando finalmente emergono le prime parole, queste rappresentano la via di uscita dal disagio psichico soprattutto inconscio, provato durante la ricerca del significato musicale. Nulla di più che slogan di poche parole, ripetute però decine e decine di volte con il senso che l’autore intende dare. Queste entrano prepotentemente nel profondo di chi ascolta per surrogare un senso compiuto di ciò che viene percepito e che come tale resta per la canzone che le evoca, sia come fonte prediletta degli indirizzi sociali di comportamento, capace di generare un record di vendite, sia come atteggiamento di rottura con la società.
La pubblicità - Il coinvolgimento collettivo di molti protagonisti negli sketch pubblicitari, esprime l’innovazione più dilagante nel campo commerciale per la presentazione dei vari prodotti. Lo schema ormai generalizzato della pubblicità mediatica del piccolo e del grande schermo è infatti quello del veloce susseguirsi di immagini dissociate, ossia diverse tra loro, creando nello spettatore lo stato naturale della ricerca del significato; significato che poi viene imposto con un’inquadratura finale chiara in cui il prodotto pubblicizzato è più che evidente
Nella musica contemporanea l’efficacia delle dissonanze realizzate in successione, soprattutto dagli strumenti a corda e a percussione, precedono come già detto, slogan destinati ad essere memorizzati.
La dissonanza - Qualcuno potrà pensare che per “dissonanza” si intenda disarmonia. Ma non è così. La dissonanza rappresenta una nota di attesa. Infatti in campo musicale la dissonanza ha una grande importanza nella strofa in quanto esprime una nota che ne esige un’altra per dare a quell’accordo un senso compiuto. Per rendere meglio l’ idea della dissonanza, questa potrebbe essere intesa come una frase senza verbo. Ecco quindi che il verbo inserito alla fine concretizza l’intero messaggio, così come gli slogan lanciati in chiaro al pubblico, dopo la confusione sonora e ripetuti con questo stratagemma, vengono percepiti nel modo pubblicitario voluto.
Si tratta di canzoni che possono essere ascoltate collettivamente, per esempio, negli stadi anche da alcune centinaia di migliaia di persone con le braccia alzate, con il corpo in oscillazione in evidente segno di coinvolgimento e che ripetono quelle parole. Ed è proprio questo coinvolgimento che alla fine concretizza la vera essenza del messaggio nell’ inconscio collettivo delle persone cui è destinato; persone che assimilano attraverso una sorta di ipnosi, l’ invito pubblicitario e/o politico contenuto nella “canzone” lanciata e utilizzata come un’ arma della musica.
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