SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte VIII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IX
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte X
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XI
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XIII
L’ambivalenza del Saturno mitologico è una costante
interpretativa, anche se il Rinascimento ne rivaluterà la figura in modo
significativo. Interessante, sotto questo aspetto, la disputa tra il noto
filosofo Marsilio Ficino (1433-1499) e il poeta fiorentino Giovanni Cavalcanti
(1444-1509). In un mio vecchio romanzo, traendolo fedelmente dall’Epistolario e
dal De vita del Ficino, ricostruivo il dialogo tra di loro a
proposito del pianeta Saturno:
« […]
"Credo... caro Giovanni... che in questa “stella” ci sia qualcosa di
malefico che non riesco a spiegare..."
"Perché
dici questo... Marsilio?"
"In
questi giorni... il mio Saturno è retrogrado nel Leone e... a dirti la
verità... mi sento così infelice da non sapere neanche io il perché... Forse...
grazie al tuo bel Giove nei Pesci... puoi sapere quello che io ignoro..."
"Tu...
dici a me queste cose? Tu che oltre che filosofo di Platone... sei anche...
buon cristiano? Come puoi pensare che Dio si serva degli astri per
danneggiarci?"
"Non
a Dio imputo il male... ma a quell' astro..."
"Ah
si?! Non sai... mio Marsilio... che gli astri volteggiano in cielo... secondo
la volontà del padre celeste?"
"Certo...
Non lo ignoro e... tuttavia... queste stelle dispensano ora il bene ora il male
secondo la loro propria natura..."
"Tu
dimentichi la lezione di Plotino e dei neoplatonici. L' astro che accusi... il
vecchio Saturno... è il più vicino a Dio... lui... più di ogni altro...
possiede ed elargisce il dono dell' intelletto. Perciò... caro Marsilio... non
attribuirgli la colpa dei tuoi mali... né devi chiamarlo in causa per le
piccole cose... Ringraziarlo devi... perché ti diede in sorte molti e grandi
benefici."
Ficino
sorrise all' amico.
"Farò
così... se ti piace... caro Giovanni... nondimeno sono convinto che questo
Saturno... insieme a Marte... suo degno compare... sia capace di infliggere
grandi sofferenze..."
"Rispondimi...
di grazia... di dove ti viene... Marsilio... l'ammirabile ingegno col quale
comprendi la natura di Saturno... il suo corso e gli effetti che produce in
terra... secondo la sua collocazione celeste? Di dove ti viene quel forte e
valido corpo con cui per remoti e inaccessibili luoghi hai percorso tutta la
Grecia e sei penetrato fino in Egitto... per riportare a noi la saggezza di
quel popolo antico?"
"Devo
risponderti?..." chiese Ficino, affatto turbato dall'affettuosa retorica
dell' amico.
"Aspetta...
Dimmi ancora: di dove ti viene quella memoria capace di ritenere tante cose e
così tenace che in ogni momento ha presente tutto ciò che in qualche occasione
ha visto e sentito... e che non solo ritiene le cose... ma anche in quali tempi
e luoghi sono avvenute?... Non prendertela dunque con Saturno che ha voluto che
tu di tanto fossi superiore agli altri uomini di quanto egli supera gli altri
pianeti..."
"Poco
manca... o mio Giovanni... che tu mi chieda di cantare una palinodia in onore
di Saturno... In realtà... io... invero... sono troppo preoccupato dai
malanni... del che talvolta tu mi rimproveri. Accuso inoltre una certa
complessione melanconica... cosa... a me pare... amarissima... se col frequente
uso del liuto in qualche modo non si alleviasse e addolcisse. Mi sembra che me
l' abbia inculcata sin dalla nascita Saturno... collocato nel mio ascendente
nel bel mezzo dell' Acquario... Come se non bastasse... poi... gli è congiunto
Marte ed entrambi ricevono la quadratura del Sole e di Mercurio. La mia Luna...
inoltre... si trova in Capricorno che... come sai... con l' Acquario è il luogo
stesso di Saturno... Per fortuna che Venere in Bilancia e Giove nel Cancro
tentano di resistere contro la natura melanconica...
Ma...
basta... basta... dove sono finito? Vedo già che più che mai mi costringerai
alla palinodia ... Che fare... dunque? Troverò una scappatoia e dirò che la
natura melanconica non viene da Saturno oppure converrò con Aristotele che
afferma che anch' essa è dono divino?"
"Lascia
perdere la palinodia... caro Marsilio... e piuttosto rifletti sulla natura
dell' astro... Ripensa alle conclusioni di Plotino e di Porfirio... senza
dimenticarti di Aristotele... né di Platone... Scoprirai allora che la stella
che accusi è proprio quella che più ti avvicina a Dio..."[…]» [1]
Anni dopo, tuttavia, Marsilio Ficino aveva mutato opinione sul
pianeta della melanconia. Erano stati i discorsi dell'amico Giovanni Cavalcanti
o l'amore per Plotino o magari un evento che aveva modificato profondamente la
sua vita? Per la verità, il filosofo continuava ancora a mettere in guardia i
propri lettori dagli inconvenienti dell'umor melanconico e dalla duplicità di
Saturno, ma ora egli mostrava al saturnino come sfuggire alle cattive influenze
del temperamento, godendo degli effetti benefici del pianeta. Il fatto è - così
poteva riassumersi il pensiero del Ficino - che Saturno solo allo studio e alla
contemplazione è propizio. Come il Sole è ostile agli animali notturni, ma
amico a quelli attivi alla luce del giorno, così Saturno è nemico a chi conduca
una vita qualunque e a chi, anche fuggendo la compagnia della gente volgare,
non dismetta i pensieri volgari. Saturno, infatti, ha lasciato la vita comune e
mondana a Giove, ma ha tenuto per sé quella appartata e divina. Coloro la cui
mente è veramente lontana dal mondo sono in certa misura a lui affini e in lui
trovano un amico. Perché, per parlare in termini platonici, Saturno è un Giove
per quelle anime che abitano le sfere sublimi, allo stesso modo che Giove è un
padre provvidenziale per coloro che conducono una vita comune.
Attenzione, però!
- ammoniva il filosofo - Saturno più che a ogni altro è nemico a coloro la cui
vita contemplativa è semplice posa, non realtà. Egli non li riconosce come
suoi, né Giove li protegge.
S E G U E
sergio magaldi
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