mercoledì 19 ottobre 2022

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA (Parte XIII)


 

SEGUE DA:

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte I

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte II

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte III

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte IV

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte V

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VI

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VII

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VIII

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte IX

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte X

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte XI

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte XII

 

  Già nel glifo, Saturno astrologico mostra la sua ambivalenza, con i simboli della croce, della mezzaluna o luna crescente e della falce. I bracci della croce sono a volte rappresentati di pari lunghezza a significare che materia e spirito si equivalgono. Quando invece il braccio verticale è rappresentato molto più lungo di quello orizzontale ђ, si vuole sottolineare che lo spirito (il braccio verticale) finirà col prevalere sulla materia (il braccio orizzontale). Il simbolismo della croce ha tuttavia anche il significato di rappresentare la dualità del reale e l’unione del maschio e della femmina, intesa soltanto come genitale o, al contrario, indice di una spiritualità elevata come quella che gli assegna Dante facendo del pianeta il settimo cielo del Paradiso dove per una scala d’oro salgono e scendono gli spiriti contemplativi: con Saturno è necessario abituarsi ai contrasti!

La luna crescente indica la progressiva formazione del corpo, a cominciare da ossa, scheletro e muscoli, sino alla nascita dell’Io e all’unità di spirito e corpo. La falce è insieme simbolo di vita, di castrazione e di morte: è lo strumento per mietere il grano ed è lo stesso strumento che recide i genitali di Urano, taglia i rami secchi e la vita degli individui (piante, animali, esseri umani), secondo un mandato in bianco ricevuto da Hades-Plutone e in virtù di un patto che ha consentito a Kronos-Saturno di lasciare il mondo infero dove era stato precipitato, una volta privato da Zeus del potere sugli uomini e sugli dei.

Come si è già visto, è proprio la fusione del mito di Saturnus con quello di Kronos  che consente di mettere in luce le caratteristiche spesso ambivalenti del Saturno astrologico. Padre dei tre re del mondo (Zeus, Poseidone e Hades) come lo definisce Omero, Saturno è simbolo di un potere basato sul sistema patriarcale, in cui il figlio deve lottare contro il padre per affermarsi. Regalità, mancanza di scrupoli e autoritarismo sono innanzi tutto le sue caratteristiche, alle quali fanno riscontro i complessi del “figlio rifiutato” e/o “mancante di padre”, complessi che, a sua volta, potrà vedere rispecchiati nella progenie.

Privato del potere, Saturno è imprigionato sottoterra e nella solitudine del carcere sviluppa “tortuosi pensieri” e sentimenti di astio, di malinconia e di tristezza. Non a caso, nella celebre incisione di Albrecht Dürer (1471-1528), “Melencholia”, i motivi della tradizione figurativa di Saturno sono associati a quelli classici della rappresentazione malinconica. Il volto scuro e lo sguardo triste come a fissare il vuoto, la gota appoggiata al pugno chiuso, le chiavi e la borsa, simboli di potere e prudenza, di ricchezza e avarizia, la ghirlanda che circonda la fronte, simbolo del fine intelletto del malinconico saturnino e ancora la clessidra che misura il tempo, il pipistrello animale di Saturno per eccellenza e il cane e il campanello simboli di solitudine. E ancora, come non ricordare le opere di Lucas Cranach e di tanti altri in cui Saturno e la melanconia si associano al diavolo, alla magia, alle tele di ragno, ai pipistrelli e alle civette? Neppure mancano, nell’incisione di Dürer, gli antidoti che i filosofi-maghi del Rinascimento usavano contro la melanconia saturnina: la pietra cubica che presuppone l’avvenuto sgrossamento della pietra grezza e l’illuminazione per un nuovo inizio (come nella tradizione della libera muratorìa), le erbe medicinali di cui è fatta la ghirlanda e il quadrato magico di Giove.

Liberato infine da Giove in virtù di un patto con Hades-Plutone che ne fa l’emissario che con la falce recide la vita, Saturno si trasforma nel viandante solitario che deve apprendere a costruire o ricostruire se stesso (la croce e la mezzaluna del glifo del pianeta): ciò che lo rende prudenteavaro conservatore, costretto ad adattarsi anche ai mestieri più umili e talora invisi dalla gente, finché giunto nella terra di Giano trova accoglienza e un nascondiglio per sfuggire all’occhio vigile e sempre sospettoso dei figli. Luogo che da lui sarà detto Lazio (Dicta quoque est Latium terra latente Deo), dove Saturno da conservatore si fa rivoluzionario: mostra lo spessore delle sue conoscenze, insegnando l’agricoltura ai nativi, rivela saggezza e grandi capacità politiche, riportando la terra che lo ospita alla felice età dell’oro. Signore del Tempo, il dio trasforma il piombo in oro secondo un’antica credenza che imputa allo scorrere del tempo la trasformazione dei metalli. Saturno deve ora gestire l’eccesso di virtuosismo morale che nella psicoanalisi ne fa il simbolo del Super-Io: moralista, all’occasione egli è anche uno sfrenato libertino come mostra sapientemente la celebrazione dei Saturnali.

 S E G U E

 sergio magaldi


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