giovedì 18 agosto 2022

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA (Parte X)


 

 

 

SEGUE DA:

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte I

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte II

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte III

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte IV

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte V

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VI

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VII

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte VIII

 

ASTROLOGIA E ASTRONOMIA  Parte IX

 

 

 

 L’astrologia colloca Plutone nel segno dello Scorpione, opposto alla Terra prima del Toro, lui che è il Signore del sottosuolo. Come forza rigenerante nel bene e nel male, Plutone non può che appartenere a questo segno zodiacale dove lo scorpione può evolversi sino al serpente e all'aquila solare. Se il Sole è il simbolo del principio di individuazione, con la potenzialità di assimilare e trasformare i contenuti dell'inconscio, Plutone è definito “Sole di mezzanotte” per “il materiale” che è in grado di offrire per questa assimilazione e trasformazione.

 

Erede della Grande Madre e di Eros – come già si è visto – Hades-Plutone è il Signore della vita, della morte e della rigenerazione di cui detiene il seme, il principio erotico universale che anima la materia. Ma Eros, come suggerisce il mito ellenistico di Amore e Psiche, rimanda alla dimensione inconscia che della psiche è anche la parte più importante e segreta. Nella totalità dell’inconscio, infatti, risiede l’Es, mentre le altre due ipostasi freudiane, l’Io e il Super-io hanno una collocazione che si articola tra coscienza, inconscio e preconscio (o subconscio), per quest’ultimo intendendo ciò che si trova appena al di sotto della coscienza ma che in determinate circostanze può facilmente riaffiorare. La parte cosciente dell’Io così come quella conscia e inconscia del Super-io non sono affari che riguardano Plutone che lascia volentieri ad occuparsene il vecchio Saturno. Com’è noto, l’Io si basa sul principio di realtà e deve continuamente difendersi non solo da quello che ancora non ha compreso di sé (Io inconscio) e dalle regole della società in cui vive (Super-io conscio) ma soprattutto da Es e Super-io inconsci che troppo spesso finiscono per governare le sue azioni. Così, l’Es governato dal principio del piacere spinge l’Io alla soddisfazione delle pulsioni primordiali, dei bisogni e dei desideri senza alcuna censura e senza curarsi del principio di realtà, laddove il Super-io svolge la funzione completamente opposta, intimando all’Io che le sue azioni siano conformi al costume morale, ai divieti e agli ideali che gli sono stati inculcati dall’educazione genitoriale e dall’ambiente circostante. Quanto più l’Io saprà districarsi tra Es e Super-io, tanto più egli sarà in grado di portare alla luce nuovi territori, con un ampliamento di coscienza di cui essere grato a Hades-Plutone per i suoi molteplici “doni”: vita,  morte e rigenerazione, eros, inconscio e ampliamento di coscienza.

 

Nell'articolo Das Unbewusst ("L'Inconscio") del 1915, Freud dichiara che i con­tenuti dell'inconscio sono sostitutivi di pulsioni che non possono divenire oggetto di coscienza. Pertanto, le rappresentazioni inconsce sono organizzate in fantasmi [greco:  phàntasma, apparizione], oppure in trame immaginarie alle quali le pulsioni si fissano e che appaiono come "vere messe in scena del desiderio". In tale prospettiva, il contenuto dell'inconscio è assimilabile a ciò che è stato rimosso, con in più, osser­va Freud, "un nucleo originario di contenuti filogenetici", cioè di quell’esperienza accumulata nel corso del tempo, che siamo soliti denominare inconscio collettivo.

 

Jung, al quale va il merito di aver ampliato il concetto freudiano di inconscio, sottolinea la quasi totale identificazione di inconscio e destino. In Psicologia e Al­chimia egli osserva che quando parliamo del nostro destino, mettiamo in campo una volontà che non coincide con quella dell'io e, poiché tale volontà si oppone all'io, noi vi scorgiamo un potere divino o infernale, a seconda dei casi.

 

Nella tragedia greca, il mito, quale archetipo universale, è la chiave che ci consente di entrare nella psiche dei personaggi e di cogliere il filo che sorregge la trama di tutte le loro azioni. La stessa guerra tra gli dei - che i miti raccontano - è finalmente intesa come la guerra che gli individui combattono contro se stessi. La cieca fatalità che spesso sembra dar corso agli eventi, secondo il principio che le colpe dei padri ricadono sui figli, si colora infine di senso. Liz Greene, la nota psicoanalista e cultrice di astrologia afferma che, per com­prendere il tema natale di un singolo, occorre tracciare la carta di nascita dei suoi genitori e che forse non basta, perché bisognerebbe anche conoscere il tema natale degli antenati.[1] Quale il significato di tale affermazione? Lo psicoanalista e ricercatore è convinto che il proprio paziente sia vittima, oltre che dei suoi, anche dei conflitti inconsci rimasti irrisolti nei genitori e nella famiglia d’origine.

 

Ma Hades-Plutone possiede anche un terzo nome: Trofonio, colui che nutre, e che attraverso il nutrimento genera l’energia che mantiene in vita e che consente agli esseri umani di agire. Le azioni hanno un risultato evidente nella realtà e un risultato invisibile (quello che gli orientali chiamano Karma, il nam myoho renge kyo dei seguaci del Soka Gakkai, per intenderci) che si colloca nel regno di Hades, senza implicazioni moralistiche ma determinando la necessità di un equilibrio che, se venuto meno, deve essere ritrovato. Saper leggere nell’invisibile, aumentando la consapevolezza delle proprie azioni è l’ultimo dei tanti “doni” di Plutone, quello che forse appare come il meno gradito ma che in realtà è il più importante di tutti perché, come osserva Jung in Psicologia e Alchimia, il timore e la resistenza che ogni essere umano prova quando scava troppo a fondo in se stesso sono in ultima analisi la paura del viaggio nell’Ade. «Con l’intervento di Hades – annota lo psicoanalista junghiano James Hillman –, il mondo è capovolto. Il punto di vista della vita cessa di valere. Ora i fenomeni sono visti non solo attraverso gli occhi di Eros, della vita umana e dell’amore, ma anche attraverso quelli di Thanatos, le cui fredde immote profondità non hanno legame con la vita»[2]

 

S E G U E

 

sergio magaldi



[1] L.Greene, The Astrology of Fate, 1984, trad.it., “Astrologia e Destino”, Armenia, Milano 1995, pp.98-132

 

[2] James Hillman, Il Sogno e il Mondo infero (“The Dream and the Underwold”),trad.it.di A.Bottini, Adelphi,2003,pp.65-66.

 


Nessun commento:

Posta un commento