SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
Non vorrei essere frainteso. È chiaro che gran parte dei significati che
l’astrologia attribuisce a Venere derivano dai miti collegati alla dea ed è
altrettanto vero che tali significati sono la proiezione fantastica che il
corpo celeste, ovvero la sua veste fisica, ha generato nella psiche umana sin
dai primordi e che la tradizione ha successivamente contribuito ad
implementare. Naturalmente, non si tratta di miti isolati perché vanno sempre
considerati in relazione alla complessa mitologia degli altri dei-pianeti e/o
luminari ed alla particolare posizione che ciascuno di tali corpi celesti
occupa nello spazio. Così, l’astrologo parlerà diversamente di un aspetto
Venere – Marte piuttosto che di uno Venere – Giove e questo stesso aspetto sarà
diversamente considerato in funzione del segno zodiacale in cui si colloca,
delle cosiddette case di reciproca pertinenza, nonché della distanza espressa
in gradi che intercorre tra i due pianeti e dall'osservazione dei rapporti che
ciascuno dei due intrattiene con altri corpi celesti. In proposito, per ciò che
riguarda lo zodiaco, ricordo che Venere ha domicilio nel Toro e nella Bilancia,
è esiliata nei segni opposti rispettivamente dello Scorpione e dell’Ariete, si
esalta nei Pesci ed è in caduta nell’opposto segno della Vergine. Domicilio (o
governo o maestria) ed esaltazione sono posizioni genericamente favorevoli di
Venere, mentre l’esilio e la caduta genericamente sfavorevoli.
La mitologia della dea greca Afrodite, divinità d’origine orientale, si fonde presto con quella di un’antica dea italica, l’ALMA VENUS dei latini. Tre erano in Roma i santuari di Venere: presso il Circo Massimo, ai piedi dell’Aventino, sorgeva il tempio di Venere Murcia o Murtea che addolcisce la vita dell’uomo e ne asseconda le voglie, ma anche dea del mirto, simbolo di amore casto; nell’area dove la Cloaca Maxima entrava nel Foro, il tempio dedicato a Venere Cloacina a ricordo della pace tra Romani e Sabini dopo il famoso ratto delle donne sabine; e infine, in un luogo ignoto, l’edificio sacro a Venere Libitina, divinità del piacere (libet) ma anche della morte, per l’associazione che da sempre la psiche umana fa tra amore e morte. S’aggiunse poi il culto di VENUS VICTRIX (vincitrice) onorata in un tempio sul Campidoglio e più tardi quello di VENUS GENITRIX (genitrice), venerata da Giulio Cesare, che da lei faceva discendere la propria famiglia tramite l’eroe troiano Enea, e celebrata dal poeta latino Lucrezio nell’invocazione che apre il DE RERUM NATURA:
“Aeneadum genetrix,hominum divomque voluptas, alma Venus, caeli subter labentia signa quae mare navigerum, quae terras frugiferentis concelebras, per te quondam genus omne animantum concipitur visitque exortum lumina solis:
te, dea, te fugiunt venti, te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti
placatumque nitet diffuso lumine caelum…”
Madre della stirpe di Enea, che il desiderio susciti
negli uomini e negli dei, alma Venere,
tu che rendi navigabile il mare con celesti segni,
e rechi alla terra abbondanti messi,
tu che causi la vita d’ogni essere animato
che nascendo si rallegra dei raggi del sole:
te, dea, fuggono i venti,
dileguano le nubi del cielo al tuo apparire,
per te la terra lucente fa spuntare fiori,
per te la distesa del mare sorride e brilla di luce
splendente il cielo sereno…” (trad.
mia)
I significati generali della Venere
astrologica sembrano dunque delinearsi nelle principali caratteristiche di
Venere-Afrodite. La dea configura genericamente in astrologia i valori della
vitalità e della cosiddetta solarità di una persona, le sue eventuali doti di
fascino, bellezza, capacità d’amare, maternità, paternità, fecondità, dolcezza,
tenerezza ed una carriera tendenzialmente votata all’arte, alla musica e alla
danza (ma anche alle “minori” professioni di ostetrica, estetista,
parrucchiera, commerciante di abbigliamento intimo e così via). E la musica, tra le arti di
Venere, esprime nel linguaggio che le è proprio le armonie o le disarmonie del
reale e, a buon diritto, può rappresentare una metafora dell’astrologia, non
solo per gli aspetti correlati agli accordi e ai toni musicali, ma più in
generale per tutti i corpi celesti simbolicamente presenti nella scala
musicale.
In omaggio a Venus Victrix (Venere vittoriosa) il pianeta è anche considerato simbolo di FORTUNA MINOR (minore) in rapporto alla FORTUNA MAIOR (maggiore), per l’astrologo, a quanto pare, dispensata da Giove e di cui parlerò più avanti. Naturalmente purché non si tratti di una VENERE LESA, come gli astrologi definiscono l’infelice posizione di Venere in un tema di nascita, perché in tal caso tutte le qualità positive del pianeta si mutano come per magia nel loro contrario, e la grande capacità di amare diventa frigidità, gelosia e possesso, o intrigo di cortigiana, la vitalità si volge in malattie frequenti, la solarità in tetraggine e/o pratiche segrete di magia, la fortuna nelle piccole cose della vita in altrettanta sfortuna e così via.
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