mercoledì 27 aprile 2022

COSTA CONCORDIA cento anni dopo l'affondamento del Titanic


 

 

Le molteplici e straordinarie coincidenze tra i due tragici sinistri nella storia delle grandi navi passeggeri lascia pensare che il riferimento ai “corsi e ricorsi storici” di Giambattista Vico potrebbe aiutarci ad avvalerci dell’inconscio collettivo per attingere dall’ esperienza altrui,  ivi conservata.

 

di Alberto Zei

 

La storia si ripete

A seguito dell’ articolo pubblicato ieri,  riguardante le circostanze che hanno determinato l’ inabissamento del Titanic, ecco che la Concordia con la sua tragedia avvenuta esattamente 100 anni dopo, si presenta come un simbolico riferimento ai “corsi e ricorsi storici” dei grandi eventi, ritenuti da molti più unici che rari per la loro particolarità, ma che  prima o poi si ripetono, anche negli avvenimenti dove la partecipata emotività pubblica  genera un effetto moltiplicatore della loro importanza, senza essere noi riusciti  a trarre da questi,  esperienza e conoscenza sufficiente per evitarli. 

Si può  semplicemente rilevare per i due colossi del mare che gli stessi criteri innovativi di costruzione, i servizi previsti per l’emergenza, gli errori  di navigazione, la insufficienza delle imbarcazioni di soccorso e l’ essere ritenuti al di sopra di ogni possibile naufragio, traccino un interessante  confronto con gli eventi che hanno causato il loro affondamento. Vediamo il probabile e significativo parallelo.

 

Compartimenti  stagni

La Concordia, così come il Titanic, era normalmente dotata di compartimenti stagni  che avrebbero contenuto l’allagamento anche con il coinvolgimento di tre settori adiacenti danneggiati. Nel  caso della Concordia il cedimento delle pareti di contenimento hanno creato l’allagamento dell’intera nave.

 

La lamiera di costruzione

Per le moderne navi da crociera di grande stazza, è prevista una lamiera acciaiosa di adeguato spessore e composizione chimica. Il criterio di scelta sta nella possibilità di superare eventuali impatti senza subire lacerazioni, Infatti la lamiera utilizzata che viene denominata “navale”, oltre alla necessaria consistenza, possiede la caratteristica della flessibilità e dello stiramento all’urto, in modo che possa deformarsi ma non lacerarsi evitando le pericolosissime falle sotto il livello di galleggiamento.

La Concordia però, così come sembra il Titanic, per lo sfregamento della fiancata sullo scoglio è stata tagliata e accartocciata per la lunghezza per 70 m che l’ha aperta come si trattasse di una scatoletta. Ma di quale tipo di acciaio era costruito lo scafo della Concordia? Del  medesimo acciaio dello scafo della gemella Serena, ancora in servizio.

 

Imprudenza di navigazione  

Anche per la Concordia, come mutatis mutandis per il Titanic, non era prevista la rotta imprudente verso l’isola del Giglio che invece la nave percorse incorrendo nella collisione con uno scoglio imprevisto, davanti alle isolette delle Scole.

 

Tardivo avvistamento dell’ostacolo

La Concordia, così come il Titanic, pare non avesse predisposto la vedetta e i sistemi di rilevazione delle ecoscandaglio e della marca radar di sicurezza sembra fossero stati disattivati.

 

Ufficiale di guardia in luogo del comandante

Così come il Comandante del Titanic, anche il Comandante della Concordia in quella notte – in base alla relazione tecnica dei consulenti nominati dal Gip del Tribunale di Grosseto – era assente dal ponte di comando, subentrando in un secondo tempo, quando la nave ormai significativamente fuori rotta gli fu consegnata qualche minuto prima della collisione.

 

Errore del timoniere

Com’era accaduto con il timoniere del Titanic, anche il timoniere della Concordia – stando alle registrazioni della scatola nera – pur avendo ancora tempo sufficiente per evitare lo scoglio, mentre riceveva l’ordine dal Comandante: “20° a sinistra”, portò la barra a 20° a dritta. E solo dopo, ma troppo tardi, prima ha riportato la barra al centro per qualche secondo e poi ha eseguito il giusto comando a sinistra. Il risultato è stato un assurdo impatto sulla roccia emergente dall’acqua con tutta la tragedia che ne è seguita.

 

Lance di salvataggio

La stessa fatalità accomuna Titanic e Concordia riguardo alla mancanza delle scialuppe di salvataggio. Quantunque la Concordia ne fosse dotata. La causa fu l’impossibilità del personale di bordo di sganciare dai supporti di ancoraggio ben tre delle 12 lance di dotazione del ponte  sinistro che avrebbero consentito l’evacuazione di tutto il personale presente in quello stesso lato del transatlantico. Il risultato fu quello di dover necessariamente lasciare a bordo centinaia di persone, 32 delle quali perite  a causa del ribaltamento della nave. 

Da ultimo, a titolo simbolico della concomitanza degli eventi: il tempo di galleggiamento del Titanic, prima di affondare nel gelido oceano di quella notte, fu di circa due ore e 40 minuti; quello della Concordia, prima del suo ribaltamento in quella fredda notte d’inverno, esattamente cent’anni più tardi, fu di circa due ore e 57 minuti.

 

 

 


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