Francesca Rita Rombolà di PoesiaeLetteratura.it mi ha
rivolto alcune domande, a cominciare dal romanzo La Regione Sconosciuta – il sequel de L’Amore Consapevole in libreria da pochi giorni – per continuare sugli
altri miei romanzi, sul rapporto tra poesia e filosofia, sul senso del divino,
sulla gnosi e sul destino dell’uomo come animale politico.
D –
Professor Magaldi, iniziamo questo dialogo col parlare del suo ultimo libro “La
Regione Sconosciuta”.
R – “La
Regione Sconosciuta”, in libreria da pochi giorni, presuppone la lettura de
“L’Amore Consapevole” di cui appunto costituisce il sequel. Naturalmente può
essere letto in modo del tutto autonomo, anche perché nel nuovo romanzo non
mancano i riferimenti al precedente che è di un anno fa. Nel corso di una
presentazione del libro appena uscito si è posto l’accento sulla diversità di
ritmo dei due romanzi che non dipende soltanto dalla mole del primo(472 pagine)
rispetto al secondo(264), ma dal differente approccio: più emozionale e
articolato nella sua struttura “L’Amore Consapevole”, più razionale e stringato
nel suo ritmo incalzante “La Regione Sconosciuta”. Il protagonista in entrambi
i romanzi è lo stesso, ma qui egli abbandona i luoghi consueti e le alterne
vicende di un’esistenza in cui ha creduto, forse ingenuamente, che l’amore,
tanto quello vissuto personalmente, quanto quello inteso come eros universale,
avesse il potere di rivoluzionare le coscienze persino più di una rivoluzione
politica. Ora, invece, è misteriosamente invitato a compiere un viaggio in una
dimensione sconosciuta dove non esiste il tempo o, per meglio dire, dove il
divenire si manifesta nello spazio. Scoprirà ben presto che la sorte degli
esseri umani dipende proprio da questo mondo sconosciuto in cui sta viaggiando,
da coloro che lo abitano e che non sono migliori né peggiori degli uomini e
delle donne della dimensione da cui proviene, ma che di loro hanno
infinitamente più potere. Grazie alla guida che indirizza i suoi passi in questo
mondo “altro”, il protagonista si rende finalmente conto che l’eros universale
da solo è insufficiente a trasformare l’umanità e che c’è invece bisogno di una
nuova presa di coscienza: la consapevolezza che la libertà e la pace del mondo
da cui proviene è continuamente minacciata proprio dall’ignorare che esiste una
regione sconosciuta. Solo nel finale si riaccende la speranza per un’autentica
liberazione del genere umano, ma su questo non voglio aggiungere nulla per
lasciare, a chi vorrà leggere il libro, il piacere della scoperta.
D – Gli
altri tre romanzi che ha pubblicato hanno dei titoli, a mio parere, davvero
particolari e intriganti. Ne vuole parlare un po’?
R – Sì, il
primo, “TIPHERETH sentieri d’armonia”, ha effettivamente un titolo particolare
e di nicchia. Qui l’io narrante è un giornalista che racconta il viaggio
iniziatico di Michele, psicanalista di professione e intellettuale onnivoro,
lungo nove sentieri dell’Albero della Vita o Albero delle Sephiroth, a
cominciare dal più basso fino a raggiungere Tiphereth che è il centro e il
cuore dell’Albero. In realtà, su ciascuno dei sentieri percorsi, Michele trova
tracce del proprio passato e crede di ricevere, per così dire, le chiavi per
comprenderlo. Infine, una volta in Tiphereth, per eccellenza luogo di armonia,
Michele si domanda se quella ottenuta sia una condizione di stabilità o se la
stessa convinzione di essere sulla giusta via non diventi superbia… In apertura
del libro, tra gli altri ringraziamenti, c’è in particolare quello rivolto ad Alberto
Bevilacqua che aveva letto il libro e ne era rimasto colpito favorevolmente, ma
che mi aveva consigliato di rimuovere dalla stesura tutta la parte cosiddetta
teorica (la Qabbalah ),
lasciando solo “la polpa romanzesca”. Io non gli ho dato retta e, in seguito,
me ne sono pentito. Di tutt’altro genere il secondo libro, “La tinozza di
rame”, anche perché nasce dall’esigenza reale di scrivere la sceneggiatura per
un film sulle figure di papa Innocenzo X e di sua cognata Olimpia Maidalchini
Pamphili. In realtà si tratta di un romanzo storico solo in apparenza perché è
incentrato sulla vita di un frate agostiniano che si trova al centro degli
eventi narrati e che, condannato ingiustamente, riuscirà infine a ribaltare il
proprio infelice destino. Il terzo libro, pubblicato un anno fa, è “L’Amore
Consapevole” cui accennavo sopra […]
D - La sua formazione filosofica è stata
molto importante nella sua vita, vero?
R - Non c’è dubbio e
questo già a cominciare dal liceo classico, dove potevo ingenuamente vantarmi
di riportare in pagella un 10
in Filosofia. La scintilla della mia passione per gli
studi filosofici si è accesa con i gli antichi pensatori greci e con la
conoscenza di Kant, di Hegel e di Marx. Non meno importanti nella mia formazione
sono stati Kierkegaard, Nietzsche, Husserl, Heidegger e soprattutto Jean Paul
Sartre. Devo molto anche a Franco Lombardi che per breve tratto ho seguito nella
cattedra di Filosofia Morale dell’Università di Roma presso cui sono stato
ricercatore retribuito. Il suo concetto di “libertà pesante” che coniuga la
libertà dell’uomo con i condizionamenti della storia, della natura e della
società mi ha sempre affascinato. Peccato solo che oggi non se ne parli più [...]
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