domenica 7 febbraio 2010

L'ASTROLOGIA NEL ROMANZO DI OLIMPIA MAIDALCHINI PAMPHILI

















Nel romanzo di seguito citato e già presentato ai lettori del Blog, circa tre pagine sono dedicate all’analisi del tema astrologico di Olimpia Maidalchini Pamphili. Riporto le pagine nonché il relativo grafico zodiacale e n.2 documenti originali che comprovano la vera data di nascita della “papessa”.








Sergio Magaldi, LA TINOZZA DI RAME, EdiGiò, Pavia 2009, pp. 272.

ISBN 978-88-6205-206-1 – Euro 18,00 – acquista su http://www.unilibro.it/


SCHEDA

In cerca d’ispirazione per scrivere la trama di un film storico, uno sceneggiatore s’imbatte in un volumetto scritto in latino, edito nel 1659 da un frate agostiniano. Si tratta proprio della storia che egli ha in mente di raccontare: eventi che ruotano attorno alle figure di Innocenzo X e di sua cognata Olimpia, la “papessa” da sempre maltrattata dalla storiografia ufficiale. Alla donna, il frate agostiniano, testimone e protagonista della vicenda, riconosce il merito d’essersi battuta con coraggio contro il dispotismo parentale e sociale, ma anche di aver esercitato il potere con non minore spregiudicatezza ed efficacia di un uomo.

La tinozza di rame è il dono di nozze del cardinale Matthäus Schiner all’avo del frate, per aver combattuto valorosamente nell’esercito svizzero che nel 1512 contribuì a cacciare i francesi dall’Italia. Emblema familiare e vero e proprio “vitello d’oro”, accompagna il frate sino alla fine.

Romanzo storico solo all’apparenza, in realtà narrazione intima di un’anima in cerca di riscatto. La cornice è quella tradizionale del XVII secolo, fatta di ombre e luci, fede e superstizione, magia e scienza.



(pp. 209-211)



Entrando nello studio dell’ebreo e osservandolo mentre maneggiava


il suo cannocchiale, Olimpia aveva domandato:


«Che vi fa vedere la macchina di Galileo… Angeli o demoni?»


«Gli uni e gli altri… illustrissima – aveva risposto l’ebreo – e vedo


mondi infiniti rincorrersi tra orbite celesti…»


«Non vengo a discutere di codeste illusioni – aveva replicato


Olimpia – e neppure a confrontare la religione cattolica con l’ebraica.


Mi preme piuttosto sapere che dicono gli astri del futuro…


Non che io presti alla cosa la benché minima fede, ma tant’è…


Consideratelo un capriccio, del quale saprò compensarvi ampiamente,


purché sappiate mantenere la segretezza che m’avete garantito».


«Vi confermo la discrezione che già vi promisi… Quanto al compenso,


non potrei accettarlo dall’illustrissima cognata del Nunzio apostolico di Napoli…»


«Ecco – lo aveva interrotto Olimpia – voi certamente capite che,


nella delicata situazione in cui mi trovo, se la cosa si dovesse risapere,


molto nocumento se n’avrebbe, non solo per me, ma per la


persona stessa del Nunzio…»


«Per quanto v’assicuri di mantenere il più assoluto riserbo, io


debbo tuttavia farvi presente che i nobili napoletani non esitano a


chiedere ciò che voi stessa domandate, senza che la cosa abbia a


sollevare scandalo alcuno. Siate ad ogni modo tranquilla… Ho esaminato


attentamente la vostra carta celeste, secondo i dati che voi


stessa mi avete fornito…


Ecco qui… Illustrissima Donna Olimpia


Maidalchini Pamphili, nata in Viterbo, l’ultima domenica di Maggio


del 1591, mezz’ora dopo Nona… Dunque… Giove coi suoi quattro


satelliti osserva il vostro oroscopo e vi rende fortunata in ogni


campo, di più la Luna dal Cancro, a Giove benigna, assicura non


solo copiosi frutti del vostro ventre, ma favorisce la nascita d’ardimentose


imprese ed eventi propizi…»


«Pare a me – aveva osservato Olimpia sorridendo – che voi esageriate


nel compiacermi…»


«Ascoltate bene, illustrissima, perché terminato il dolce, dovrò


servirvi l’amaro… Dicevo allora… Ah sì!… All’ardimento vi conduce


Marte dalla terza dimora, da lungi osservato favorevolmente


dal Sole…»


«Nulla mi dite – l’aveva ancora interrotto Olimpia – su ciò che


maggiormente mi preme: la fortuna dei Pamphili, il nobile casato


cui ora appartengo».


«Poiché non disponete d’elementi sufficienti, affinché io possa


tracciare le carte celesti di vostro marito e di vostro cognato, né


siete in grado di procurarveli senza destar sospetti, la fortuna loro


son io costretto ad esaminare tramite il vostro cielo. E per la verità,


in esso mi par di trovare un potere ch’è riverbero di quello di


famiglia: il Leone è a mezzo del cielo e riceve dal segno amico dei


Gemelli i raggi del Sole che il Leone governa e che, in armonia alla


Luna, pare voglia dire che ispirerete da vicino un papa o un sovrano…


Quanto alle ricchezze, n’avrete sempre in abbondanza, perché Giove dal

Sagittario governa la vostra seconda casa... ma ora debbo mettervi in

guardia dai molti ed occulti nemici che l’ultima


dimora vi dispensa, per quel tratto che corre in Scorpione, dai quali


tuttavia vi difenderete con successo, per essere in quel segno osservata


da Giove all’oroscopo, come già vi dicevo… Mentre con più


attenzione badate alle stelle nemiche dell’ottava casa e, più che i


mali di Venere, temete le maldicenze d’amore… Tenetevi inoltre


lontana dal contagio di pestilenze ed altre epidemie, perché Saturno


congiunto a Venere par che temi il foco opposto di Marte».










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