Non era difficile prevedere una battuta d’arresto della
Juventus dopo 49 partite senza sconfitte
[48 della gestione Conte] e proprio in occasione del derby d’Italia, nella
tradizionale sfida con l’Inter. Nel post del 30 Ottobre u.s. [Riaperta la caccia alle… zebre],
sottolineavo il visibile calo di forma di più di un elemento, tanto più
evidente nel perdurare di un gioco d’attacco che nella squadra allenata da Conte
sminuisce di molto il ruolo degli attaccanti, costretti a comportarsi non da
“punte”, ma da difensori e/o centrocampisti aggiunti. In tale ottica, si
comprende bene perché a segnare di più siano proprio i difensori e i
centrocampisti di ruolo. Non a caso il miglior marcatore della Juve [che pure
guida insieme alla Roma la speciale classifica dei goal fatti: 23 contro i 26
dei giallorossi di cui però 3 fatti a tavolino], è un centrocampista [Vidal],
con 4 goal e soltanto dodicesimo nella
classifica cannonieri.
Torno a ripetere
che il modulo di gioco di questa Juve è il suo punto di forza ma anche il suo
limite: la manovra “ariosa e a tutto campo” pare fatta apposta per gli
inserimenti dei centrocampisti e dei difensori ma risulta letale per le "punte" che, per avere palle giocabili, possono contare solo sui lanci di Pirlo.
D’altra parte, quando Pirlo è opportunamente marcato dagli avversari, come è
avvenuto nel secondo tempo della partita con l’Inter, e qualcuno dei difensori
e/o dei centrocampisti attraversa un calo di forma, la Juve fatica non poco ad
andare in rete. Dallo scorso campionato, pure vinto con grande merito, non
ricordo una sola partita “facile” per la Juve. Quando poi, come in questo
momento, il calo sembra riguardare un po’ tutta la squadra, le difficoltà
aumentano: Buffon non trattiene più una palla ed alterna respinte prestigiose e
“salva risultato” ad altre, smanacciate a caso e che finiscono sui piedi degli
avversari [come nel caso del goal di Milito contro l’Inter]. Il grande portiere
juventino rigori non ne ha mai parati, ma ora sembra difettare anche per il
senso della posizione sui calci di punizione [come nel goal preso contro i
modesti danesi di Champions League]. Lichtsteiner sembra aver perso lo smalto
della prima parte dello scorso campionato, è sempre più iroso e falloso e forse
avrebbe meritato l’espulsione nel derby perso con l’Inter [trattandosi di Juve,
naturalmente, tutti gridano allo scandalo per il secondo cartellino giallo non
estratto contro di lui dall’arbitro Tagliavento, ma quante volte accade la
stessa cosa sui campi di calcio? Un ricordo ancora fresco sono le mancate
espulsioni proprio nei confronti di giocatori dell’Inter…e non solo!]. Asamoah
non è più quello d’inizio campionato e inoltre è utilizzato in un ruolo non
suo, terzino di fascia non sempre a proprio agio nel difendere [come si è visto
bene in occasione di un goal interista]. Se Barzagli è impeccabile come sempre,
Bonucci e Chiellini, grandi lottatori, non sono esenti da errori anche in virtù
di una tecnica non eccelsa. Nulla da dire sul grande Pirlo e su Vidal, “il
guerriero” che supplisce al momentaneo calo di forma con grande volontà e che riesce persino ad andare in goal. Molto
da dire invece su Marchisio, fatto rientrare frettolosamente dopo un infortunio
e che sbaglia ripetutamente il goal del 2-0 e causa il rigore dal quale prende
forma la rimonta dell’Inter [rigore comunque generoso quello concesso da
Tagliavento su segnalazione del giudice di porta(!) e che forse non sarebbe
stato assegnato se l’arbitro non avesse dovuto farsi perdonare il goal in precedenza erroneamente assegnato alla
Juve! Certo è che un arbitro internazionale come Webb, forse il migliore
arbitro al mondo, non lo avrebbe concesso, almeno a giudicare da come ha
diretto ieri sera la gara del Milan contro il Malaga, ma si sa che negli addetti ai lavori del calcio
italiano, arbitri e cronisti, c’è la convinzione che sia sufficiente toccare un
giocatore nella propria area per decretare la massima punizione!]. Perché non
concedere ancora un turno di riposo a Marchisio e schierare al suo posto Pogba,
in gran forma, e che negli ultimi tempi ha risolto da solo almeno un paio di
partite? Ma Alessio il vice di Conte [che nelle dichiarazioni del post-partita
fa rimpiangere persino Carrera] ci dice che il francese è ancora molto giovane
e che anche se segna goal decisivi rischia di non trovare posto nella squadra
di Conte per la sua “indisciplina agonistica”. Non vorrei facesse la fine di
Krasic, di Matri e di Del Piero! A proposito di quest’ultimo, vedendo giocare
Giovinco contro l’Inter, ho rimpianto il grande capitano, congedato proprio
quando sarebbe stato utile proprio in “Champions” e non solo! Senza neanche
considerare che avrebbe meritato di partecipare per un’ultima volta alla
massima competizione europea, lui che ha accettato la serie B! A chi faceva
ombra? A chi fanno ombra nella Juve i giocatori dotati di grande personalità?
Insomma la
sconfitta della Juve contro l’Inter ci sta tutta: la squadra è lunga, a tratti
farraginosa, e impiega troppo tempo a presentarsi in area avversaria per gli
inserimenti e i tiri sbagliati dei suoi non- attaccanti. Giovinco – che piace
tanto a Conte perché non è una punta, si muove tanto e parte dalla difesa – perde sistematicamente
ogni dribbling decisivo e causa più di una
“ripartenza” avversaria. Vucinic, che è un campione, ma non un fuoriclasse come
crede erroneamente Conte che lo sovrastima, si infortuna [cosa né nuova né
rara] e Alessio, su probabile mandato del suo capo, inserisce finalmente una
punta. E che punta! Quel Bendtner, lento in area avversaria come una lumaca, che
ha sempre segnato pochissimo pur essendo il centravanti della nazionale danese
e che non ha trovato posto come titolare neppure contro i suoi modesti
connazionali che pure deve conoscere bene! Ma Bendtner tiene palla tra
centrocampo e attacco proprio come suole fare Vucinic e questo basta a
rassicurare i tecnici bianconeri. Anche se per trovare il goal del pareggio si
butta poi nella mischia Quagliarella, sostituendo Cáceres che a sua volta era
subentrato a Lichtsteiner in procinto di essere espulso. Niente di più
umiliante per un calciatore! A prescindere dal fatto che Cáceres mi sembra in
questo momento molto più in forma del titolare svizzero! Nonostante l’ingresso
di Quagliarella, il miracolo del goal
non si ripete come altre volte. Perché sperare sempre nei miracoli degli
attaccanti di ruolo, nella Juve quasi intercambiabili tra di loro, e gettati
nella mischia solo negli ultimi minuti? Del resto, chi capisce di calcio
continua a dire che ai bianconeri manca una punta di fama internazionale,
allora sì che questa sarebbe una squadra quasi perfetta! L’ineffabile Marotta
dice che costerebbe molto, ma intanto la Juve spende 30 milioni per Asamoah e
Isla [quest’ultimo giustamente poco utilizzato]. Mi chiedo piuttosto: chi tra i
grandi attaccanti, vedendo giocare la Juventus accetterebbe di farne parte? Con
dispiacere consiglierei persino a Matri – parcheggiato quasi stabilmente in
panchina dopo i dieci goal realizzati nel girone d’andata dello scorso
campionato e i 22 del campionato precedente –
di cambiare aria. Se ne gioverebbe, credo, almeno la nazionale.
Di
fronte a questa Juve, lunga, larga, con manovre affaticanti e ormai prevedibili
quando i suoi giocatori non siano tutti in perfetta forma, stava un Inter corta, essenziale, collaudata in ogni
reparto, con un grande Zanetti e un attacco micidiale e opportunista formato
dal trio Cassano, Milito e Palacio. Non poteva che finire come è finita e la prima
sconfitta della Juventus, dopo un’imbattibilità durata per 49 turni, desta
qualche preoccupazione per il futuro. Spero che Conte ritrovi presto la
bussola, i suoi meriti sono grandi a prescindere dalle mie critiche e, in fin
dei conti, sinora ha avuto ragione lui con lo scudetto conquistato lo scorso
anno contro ogni previsione e quest’anno con un grande inizio di campionato.
Intanto questa sera è offerta la possibilità di riscatto, in Champions, contro
i modesti avversari danesi. Ma, le prospettive europee non sono rosee, occorre
vincere questa sera ma non basta, per sperare di restare in Europa occorrerà
ripetersi Martedì 20 Novembre contro il Chelsea, i campioni d’Europa in carica.
Auguri!
sergio
magaldi
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