Quasi non
credevo ai miei occhi e alle mie orecchie ieri sera nel vedere e ascoltare il
presidente del consiglio dei ministri in TV. Non tanto perché era venuto a
parlare della legge di stabilità,
sulla quale poi ha finito col dire ben poco, quanto perché, come in una dittatura, il capo del
governo ha magnificato il suo operato, davanti a milioni di telespettatori
considerati alla stregua di tanti minus
habens, senza contraddittorio e solo stimolato dalle domande compiacenti e
talora persino imbarazzanti di una conduzione altre volte e con altri
personaggi ben più incisiva.
L’aspetto più
inquietante però è stato che il palcoscenico prescelto fosse quello di La7, la stessa TV che, oltre ad un telegiornale
più decente di quelli offerti dallo stato e da mediaset, produce programmi come
Servizio Pubblico, Piazza Pulita, Crozza nel Paese delle meraviglie, che, senza ombra di dubbio, rappresentano
un punto di riferimento per tanti cittadini, sempre più delusi dallo spettacolo
vergognoso, offerto giorno dopo giorno da una classe politica autoreferenziale,
predatoria e inconcludente e che, quando parla di stabilità, pensa unicamente a mantenere intatti i propri privilegi.
Così, il sempre
più ineffabile Letta, nel consueto stile curiale e democristiano, è venuto a
raccontarci che la finanziaria che sarà sottoposta al voto del Parlamento non prevede aumento di tasse ma addirittura
la loro diminuzione, giocando persino sulla questione del risibile aumento
di quattordici euro che i lavoratori troverebbero in busta paga, da lui
denunciata come “voce mediatica” sfuggita dal seno dei tanti nemici di questo
governo, sindacati compresi. Già, perché si può essere certi che gli italiani
non troveranno in busta neppure quella ridicola cifra in più, ma sensibili
aumenti del prelievo fiscale, senza contare il contemporaneo aumento del costo
della vita per effetto dell’innalzamento del tetto dell’IVA che incide anche
sulla benzina e sulle bollette di gas, luce, acqua ecc…
Che la cosiddetta
legge di stabilità comportasse un aumento delle tasse e della spesa per le
famiglie italiane era scontato [vedi il post Esopo e la recente cronaca politica], meno prevedibile che
raggiungesse livelli tanto elevati grazie ad una sorta di gioco delle tre carte
[poco importa ai cittadini se i nuovi tributi saranno a vantaggio dello stato,
dei comuni, delle province o delle regioni] e meno credibile ancora che un
presidente del consiglio venisse a parlare in TV di diminuzione delle tasse, senza
che qualcuno gli facesse notare, conti alla mano, che era in inganno.
Qualche esempio:
per la fine del prossimo mese di Novembre molti comuni hanno richiesto il
pagamento in acconto della cosiddetta TARES [Tassa rifiuti e servizi] in
sostituzione della TARSU [Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani],
inviando ai contribuenti lettere del seguente tenore:
“Gentile contribuente, la informiamo che, ai sensi
del decreto legge 6 dicembre 2011 n.201, dal 1 gennaio 2013 è entrato in vigore
il nuovo Tributo Comunale sui Rifiuti e Servizi, denominato TARES, in
sostituzione della Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani,
destinato a finanziare i costi per La raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi
urbani e i costi dei servizi indivisibili.
In
applicazione di quanto disposto dall’art.10, comma 2, del D.L.n.35 del
8/04/2013, in attesa delle tariffe definitive della Tares e del Regolamento
Comunale… il Consiglio Comunale con deliberazione… ha deciso di procedere alla
riscossione […]”
Per
quel che ne so, l’iniziativa riguarda comuni amministrati dal centro-sinistra [per il momento Roma ne sembra esclusa,
ma c’è da scommettere che lettere simili prima o poi arriveranno anche ai
contribuenti che vivono nella città eterna], e immagino, ma potrei sbagliare, interessi
già anche i comuni amministrati dal centro-destra. In sostanza, fatto salvo un
ulteriore aumento, perché la cifra del nuovo tributo è richiesta in ACCONTO,
il contribuente pagherà in più, conti alla mano e con esemplificazioni
inoppugnabili e concrete, il 25% della cifra versata l’anno scorso per la
TARSU. Per effetto della legge di
stabilità, poi, dal 1 Gennaio 2014, la tassa sarà ancora modificata, con
l’esotico nome di TRISE che includerà TARES e IMU. Quest’ultimo tributo sarà
dunque ripristinato anche per la prima casa, determinando ulteriori aumenti e
beffando i contribuenti che avevano creduto alle promesse del PDL di abolire
per sempre l’iniqua tassa sull’abitazione degli italiani, ma che in cuor loro
avevano sempre pensato che alla lunga la spuntasse il centro-sinistra, il
PARTITO DELLE TASSE PER DEFINIZIONE, non senza la complicità del centro-destra
e dei suoi ipocriti e ingannevoli strepiti.
Non basta: con la dichiarazione dei redditi del
prossimo Maggio 2014, sarà ripristinato il calcolo, nel reddito imponibile e
tassabile, del valore catastale delle seconde
case non affittate che il tanto vituperato governo dei tecnici, in
considerazione del notevole aumento dell’IMU sulle case diverse dall’abitazione
principale, aveva abolito [Aridatece
Monti!]. E ancora, sempre in riferimento alla medesima dichiarazione e sempre in virtù delle legge di stabilità,
saranno soppresse gran parte delle detrazioni fiscali. Altro che 14 euro in più,
altro che voce diffusa dai malevoli! Il costo dell’intera manovra costerà
mediamente agli italiani qualche migliaio di euro! E il presidente Letta viene
a dire in televisione, senza che gli sia fatta la minima obiezione, che le
tasse degli italiani diminuiranno per via della legge di stabilità. E il
presidente Letta è uomo d’onore… e i responsabili del programma di La7 sono
uomini d’onore…
sergio magaldi