Buoni a nulla, regia di Gianni Di Gregorio, Italia, Ottobre 2014, 87 minuti |
Un film modesto, ancorché dignitoso, nello squallore attuale del
cinema italiano d’evasione [e non solo],
con una filosofia semplice ma chiara e comprensibile a tutti. Senza l’aspettativa
di grandi risate, come annuncia la solita stampa compiacente, ma con buona
disposizione a far sorridere.
Impeccabile l'interpretazione di Gianni Di
Gregorio, attore e regista come nei suoi precedenti film [Pranzo di Ferragosto del 2008 e Gianni
e le donne del 2011], coadiuvato dall’ottimo Marco Marzocca, che possiede
una naturale vis comica, e da
Valentina Lodovini, nella parte di Cinzia,
l’impiegata “fancazzista” che sfrutta grazia e avvenenza per farsi dare una robusta
mano nelle questioni personali e d’ufficio.
Gianni e Marco,
impiegati, sono attratti subito l’uno dall’altro perché hanno in comune la
vocazione a non saper dire di “no” . Mentre il primo, già in procinto di andare
in pensione, è aiutato a prendere coscienza dal sopruso subito – in base ad una
nuova normativa che pare fatta apposta per richiamare l’attualità – di dover
continuare a lavorare per altri tre anni, per di più trasferito dal centro di
Roma ai margini della città, nel deserto dei nuovi quartieri dell’Eur, Marco,
innamorato di Cinzia, stenta a liberarsi dal complesso del “signorsì”.
Il film dura appena
87 minuti, ma si rivela anche troppo lungo, perché ad una prima parte, condotta
con brio e dove si sente riecheggiare, mutatis
mutandis, un clima godibile alla Monsù
Travet, segue un tempo ripetitivo e scontato che ricorre volentieri ai
luoghi comuni e al frastuono musicale per recuperare senso e ritmo. Le scene
finali rivelano con ironia la vera morale del film: va bene non dire sempre di sì, va bene
far valere i propri diritti, meglio ancora saper osare nella vita e in amore,
ma fino a che punto siamo disposti a pagare il prezzo della prepotenza altrui?
sergio
magaldi
Nessun commento:
Posta un commento