The Judge, [Il Giudice], regia di David Dobkin, USA, 2014, 142 minuti |
The Judge [Il Giudice] non potrebbe essere film più
“americano”, nel migliore e nel peggiore dei sensi. Nel migliore: innanzi tutto
perché per l’intera durata, due ore e venti minuti, mantiene sempre elevato il
ritmo, ciò che ne fa appunto un film, poi perché si avvale della recitazione di
due grandi attori: Robert Downey Jr,
nel ruolo di Hank Palmer, l’avvocato di successo e privo di scrupoli che vive a
Chicago e Robert Duval, suo padre, il
giudice di una immaginaria cittadina dell’Indiana, Joseph Palmer, noto per la
sua severità come tutore della legge e come genitore. Nel peggiore, perché ripropone
i tradizionali clichés della società
americana: una cittadina di provincia del Midwest con i suoi drammi e i suoi
segreti e dove prevale una mentalità reazionaria, e ancora: l’alcolismo e
l’eterno conflitto generazionale che rende i figli ottusi o li trasforma in
ribelli di successo. Se non fosse per una lapide dove si vede scolpita una data
di morte [Gennaio 2014], penseremmo di trovarci in un film americano ambientato
negli anni Sessanta del secolo scorso.
Quanto al dramma
familiare, nulla di nuovo sotto il sole: un padre burbero e autoritario che,
insieme al male che lo affligge, nasconde i veri sentimenti che nutre verso il
figlio “scapestrato”, più che altro nel ricordo di quando era piccolo e gli
ubbidiva ciecamente o quasi. Tutto il resto è contorno che sa di déjà vu: dalle vicende sentimentali dei
protagonisti alle soluzioni trovate per “uscire” dal film dopo circa due ore e
mezzo di proiezione.
Solo
l’interpretazione di due grandi attori giustifica il costo del biglietto.
sergio magaldi
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