lunedì 10 novembre 2014

"UNA SERA A PARIGI" nell'eco di un film di Woody Allen

Nicolas Barreau, Una sera a Parigi, Universale Economica Feltrinelli, ottobre 2014, pp.251


 È abbastanza arduo parlare di un libro di uno “scrittore immaginario”, come Wikipedia definisce Nicolas Barreau, l’autore francese di Una sera a Parigi [titolo originale: “Eines Abends in Paris”] che scrive in tedesco [!] tutti i suoi libri. Osserva in proposito l’enciclopedia libera:

 “Nicolas Barreau è uno scrittore immaginario a cui sono attribuiti quattro romanzi d'amore pubblicati dalla casa editrice tedesca Thiele & Brandstätter. La sua fama è legata in particolare al terzo romanzo, Gli ingredienti segreti dell’amore, che ha venduto oltre 150 mila copie in Germania ed è stato al primo posto delle classifiche italiane per quattro mesi. La falsa identità dell'autore è stata denunciata dal giornalista Elmar Krekeler in un articolo pubblicato su Die Welt in cui viene analizzata la tendenza delle case editrici tedesche a creare autori fittizi per la pubblicazione di nuovi romanzi scritti in base ad analisi di mercato. Secondo lo scrittore Norbert Krüger, il personaggio di Nicolas Barreau è stato creato dalla casa editrice per sfruttare il favore di pubblico ottenuto dagli autori francesi in Germania […] Secondo le note biografiche riportate dall'editore, Barreau sarebbe nato a Parigi nel 1980 da madre tedesca e padre francese. Laureatosi alla Sorbonne in Lingue e letterature romanze, avrebbe lavorato in una libreria sulla Rive Gauche prima di dedicarsi alla scrittura”.

 Ciò premesso, e senza entrare nel merito di come funziona il mercato editoriale, vale la pena esaminare con quali ingredienti sia stato costruito il romanzo, a prescindere dal fatto che sia opera del vero o falso Nicolas Barreau.

  Una sera a Parigi racconta una vicenda romantica, percorrendo strade e luoghi suggestivi della Ville Lumière ad uso e consumo del turista tedesco e non solo. Alain Bonnard è il giovane proprietario di un cinema d’essai ereditato dallo zio, il Cinéma Paradis, così chiamato in omaggio al film Nuovo Cinema Paradiso [1988] di Giuseppe Tornatore.  





 Tra i pochi frequentatori del suo locale, seduta sempre nello stesso posto della fila 17, Alain vede una ragazza dal cappotto rosso [siamo in inverno] di cui finisce con l’innamorarsi. Solo dopo quattro mesi trova il coraggio di rivolgerle la parola e di invitarla a cena. L’incontro con Mélanie [questo il nome della ragazza] avviene di Mercoledì e si rivela subito come una “promessa d’amore” tra i due giovani, ma Alain non potrà rivedere la ragazza sino al Mercoledì successivo, quando Mélanie sarà di ritorno da un piccolo paese della Bretagna, dopo aver fatto visita alla zia inferma. Al momento dei saluti – a tarda notte, sotto l’albero di castagno che si trova all’interno di un caseggiato di rue de Bourgogne, dove la ragazza abita – un bacio appassionato suggella data luogo e ora del prossimo incontro: sarà al Cinéma Paradis, il Mercoledì successivo, nell’orario della proiezione serale del film.

 Alain trascorre una settimana straordinaria. La ragazza dal cappotto rosso, prima di partire, gli ha fatto avere un biglietto che porta sempre con sé e che rilegge di tanto in tanto:

Caro Alain,
 tutto bene il rientro a casa ieri? Mi sarebbe piaciuto accompagnarti in rue de l’Université, ma così avremmo passato tutta la notte a fare la spola e stamani dovevo alzarmi presto. Però non ho dormito. Sono entrata in casa e mi mancavi già. E quando questa mattina ho aperto la finestra e ho visto il vecchio castagno mi sono sentita felice […] non vedo l’ora che sia mercoledì prossimo, non vedo l’ora di rivederti  e non vedo l’ora di vivere tutto quello che verrà. Ti bacio,M. [pp.51-52].

 Non sono solo le parole di Mélanie a rendere speciale quella settimana per Alain. Come dal nulla, due figure si sono materializzate, una sera, davanti al Cinéma Paradis: il grande regista americano Allan Wood e una famosa e bellissima attrice francese che vive negli Stati Uniti, entrambi intenzionati a chiedergli di poter girare alcune scene del film Ricordando Parigi all’interno del cinema di sua proprietà. Inutile aggiungere che la pubblicità dell’evento, le foto scattate dai tanti paparazzi, con Alain in compagnia dell’attrice, fanno riempire di spettatori la sala del cinema d’essai nella quale è in programmazione una rassegna del film d’amore.

 Qui, il riferimento al film Midnight in Paris di Woody Allen [clicca sul titolo per leggere] non è casuale, ma espressamente voluto, con quell’assonanza col nome scelto per il regista del romanzo [Allan Wood]. E come non bastasse, con altri particolari che scoprirà il lettore, c’è il ponte Alessandro III – sul quale, nella scena finale del film, gli amanti s’incamminano sotto la pioggia [che c’è di più romantico che amarsi sotto la pioggia?!] – che è anche il ponte prediletto dalla ragazza dal cappotto rosso, una location che avrà la sua funzione nella vicenda di Alain e Mélanie.







 Come si vede, i voluti richiami al film di Woody Allen servono da esca all’inconscio del lettore, per predisporlo ad essere “pescato” e coinvolto nella trama del romanzo. Un libro ben congegnato, ancorché pieno di luoghi comuni e soluzioni scontate e paradossali. Una storia per anime sensibili e romantiche non ancora disilluse dalla realtà dell’amore vissuto.

 Eppure, il romanzo del vero o falso Nicolas Barreau ha il suo fascino nel riuscire a trasmettere l’angoscia di Alain quando Mélanie non si presenta all’appuntamento e inutilmente il giovane la cerca nel palazzo di rue de Bourgogne dove, evidentemente, la ragazza dal cappotto rosso non abita…


sergio magaldi  

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