Nicolas Barreau, Una sera a Parigi, Universale Economica Feltrinelli, ottobre 2014, pp.251 |
È
abbastanza arduo parlare di un libro di uno “scrittore immaginario”, come Wikipedia definisce Nicolas Barreau,
l’autore francese di Una sera a Parigi
[titolo originale: “Eines Abends in Paris”] che scrive in tedesco [!] tutti i
suoi libri. Osserva in proposito l’enciclopedia libera:
“Nicolas
Barreau è uno
scrittore immaginario a cui sono attribuiti quattro romanzi d'amore pubblicati dalla
casa editrice tedesca Thiele & Brandstätter. La sua fama è legata in
particolare al terzo romanzo, Gli
ingredienti segreti dell’amore, che ha venduto oltre 150 mila copie in
Germania ed è stato al primo posto delle classifiche italiane per quattro mesi.
La falsa identità dell'autore è stata denunciata dal giornalista Elmar Krekeler
in un articolo pubblicato su Die Welt
in cui viene analizzata la tendenza delle case editrici tedesche a creare
autori fittizi per la pubblicazione di nuovi romanzi scritti in base ad analisi
di mercato. Secondo lo scrittore Norbert Krüger, il personaggio di Nicolas
Barreau è stato creato dalla casa editrice per sfruttare il favore di pubblico
ottenuto dagli autori francesi in Germania […] Secondo le note biografiche
riportate dall'editore, Barreau sarebbe nato a Parigi nel 1980 da madre tedesca
e padre francese. Laureatosi alla Sorbonne in Lingue e letterature romanze,
avrebbe lavorato in una libreria sulla Rive Gauche prima di dedicarsi alla
scrittura”.
Ciò
premesso, e senza entrare nel merito di come funziona il mercato editoriale, vale
la pena esaminare con quali ingredienti sia stato costruito il romanzo, a
prescindere dal fatto che sia opera del vero o falso Nicolas Barreau.
Una sera a Parigi
racconta una vicenda romantica, percorrendo strade e luoghi suggestivi della Ville Lumière ad uso e consumo del
turista tedesco e non solo. Alain Bonnard è il giovane proprietario di un
cinema d’essai ereditato dallo zio, il Cinéma
Paradis, così chiamato in omaggio al film Nuovo Cinema Paradiso [1988] di Giuseppe Tornatore.
Tra i pochi frequentatori del suo locale,
seduta sempre nello stesso posto della fila 17, Alain vede una ragazza dal
cappotto rosso [siamo in inverno] di cui finisce con l’innamorarsi. Solo dopo
quattro mesi trova il coraggio di rivolgerle la parola e di invitarla a cena.
L’incontro con Mélanie [questo il nome della ragazza] avviene di Mercoledì e si
rivela subito come una “promessa d’amore” tra i due giovani, ma Alain non potrà
rivedere la ragazza sino al Mercoledì successivo, quando Mélanie sarà di
ritorno da un piccolo paese della Bretagna, dopo aver fatto visita alla zia
inferma. Al momento dei saluti – a tarda notte, sotto l’albero di castagno che
si trova all’interno di un caseggiato di rue de Bourgogne, dove la ragazza
abita – un bacio appassionato suggella data luogo e ora del prossimo incontro:
sarà al Cinéma Paradis, il Mercoledì
successivo, nell’orario della proiezione serale del film.
Alain trascorre una settimana straordinaria. La
ragazza dal cappotto rosso, prima di partire, gli ha fatto avere un biglietto
che porta sempre con sé e che rilegge di tanto in tanto:
Caro Alain,
tutto bene il
rientro a casa ieri? Mi sarebbe piaciuto accompagnarti in rue de l’Université,
ma così avremmo passato tutta la notte a fare la spola e stamani dovevo alzarmi
presto. Però non ho dormito. Sono entrata in casa e mi mancavi già. E quando
questa mattina ho aperto la finestra e ho visto il vecchio castagno mi sono
sentita felice […] non vedo l’ora che sia mercoledì prossimo, non vedo l’ora di
rivederti e non vedo l’ora di vivere
tutto quello che verrà. Ti bacio,M. [pp.51-52].
Non sono solo le parole di Mélanie a rendere
speciale quella settimana per Alain. Come dal nulla, due figure si sono
materializzate, una sera, davanti al Cinéma
Paradis: il grande regista americano Allan Wood e una famosa e bellissima
attrice francese che vive negli Stati Uniti, entrambi intenzionati a chiedergli
di poter girare alcune scene del film Ricordando
Parigi all’interno del cinema di sua proprietà. Inutile aggiungere che la
pubblicità dell’evento, le foto scattate dai tanti paparazzi, con Alain in
compagnia dell’attrice, fanno riempire di spettatori la sala del cinema d’essai
nella quale è in programmazione una rassegna del film d’amore.
Qui, il riferimento al film Midnight in Paris di Woody Allen [clicca
sul titolo per leggere] non è casuale, ma espressamente voluto, con
quell’assonanza col nome scelto per il regista del romanzo [Allan Wood]. E come non bastasse, con
altri particolari che scoprirà il lettore, c’è il ponte Alessandro III – sul quale, nella scena finale del film, gli
amanti s’incamminano sotto la pioggia [che c’è di più romantico che amarsi
sotto la pioggia?!] – che è anche il ponte prediletto dalla ragazza dal
cappotto rosso, una location che avrà
la sua funzione nella vicenda di Alain e Mélanie.
Eppure, il romanzo del vero o falso Nicolas
Barreau ha il suo fascino nel riuscire a trasmettere l’angoscia di Alain quando
Mélanie non si presenta all’appuntamento e inutilmente il giovane la cerca nel
palazzo di rue de Bourgogne dove, evidentemente, la ragazza dal cappotto rosso
non abita…
sergio magaldi
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