domenica 13 marzo 2016

IL RUOLO DELL'ASTROLOGIA nel patrimonio sapienziale dell'umanità [1°Massoneria e Astrologia]





 Sorprende constatare che sebbene il tempio massonico sia il simbolo, neppure tanto velato, di una rappresentazione della volta stellata, con tanto di segni zodiacali e con i due luminari [Sole e Luna] disposti in alto sulla parete di fondo, ai lati dello scranno su cui siede il maestro venerabile, nulla o poco venga detto nelle logge massoniche circa il significato di una simbologia che precede o addirittura giustifica lo studio di tutti gli altri simboli presenti nel tempio. Il massone sembra nutrire nei confronti dell’astrologia lo stesso pregiudizio che accompagna la mente dei profani o, quel che peggio, la stessa avversione che nei confronti dell’antica “scienza dei caldei” nutrono, almeno a parole, le chiese ufficiali. Una spiegazione plausibile del fenomeno consiste nel fatto che c’è, nelle guide massoniche, il legittimo timore che i fratelli confondano l’astrologia giudiziaria e divinatrice con l’astrologia simbolica, dunque si preferisce, come si suole dire, gettare via l’acqua sporca insieme con il bambino. 

 Eppure, un grande maestro come Ivan Mosca – passato all’Oriente eterno una diecina di anni fa e di cui recentemente è stata ricordata la figura dal Grande Oriente d’Italia, con la presentazione di un libro a lui dedicato [1] – 






 aveva chiarito nei Quaderni di simbologia muratoria, dallo stesso GOI segnalati come indispensabili per l’istruzione dell’apprendista libero muratore, che il tempio massonico come “rappresentazione microcosmica” della realtà manifesta “è un simbolo o, meglio, il più complesso e importante tra i simboli muratori. E, pertanto, racchiude tutta una serie di significati operativi e sperimentabili, riferiti all’Uomo come ci ricorda l’imperativo apposto sul suo frontone:
             C O N O S C I   T E   S T E S S O” 


 [Per tutto il complesso rapporto tra astrologia e massoneria si veda soprattutto il primo dei citati Quaderni]






  E il simbolismo del Tempio è innanzi tutto rappresentato proprio dai dodici 12 segni dello zodiaco, in analogia con le 12 “fatiche” di Ercole che dovrebbero accompagnare il lavoro del massone. Ma l’astrologia non ha solo la funzione di “calendario iniziatico”, perché ciascuno dei segni, dei pianeti e dei luminari rimanda ad una complessa simbologia che non può essere ignorata. Senza contare che l’astrologia, così come l’alchimia, l’ermetismo, la qabbalah ecc…, fa parte di quel patrimonio sapienziale dell’umanità di cui la Massoneria è gelosa custode e che non va confuso con l’occultismo o con ogni forma deteriore di esoterismo.


Immagine tratta da esoterismografico blogspot.com 


 Sprezzata nelle Accademie, riguardata con sospetto persino nei ‘circoli esoterici’, l’astrologia non è tuttavia lo spettro inquietante che si aggira nella cultura occidentale, come osservava Ornella Pompeo Faracovi in un libro di una ventina di anni fa, pubblicato da Marsilio con discreto successo [2]. Al contrario! Presente in carne e ossa, oggi come venti anni fa, l’astrologia ha una vocazione socializzante e mediatica: dai salotti privati ai talk show televisivi passando per la carta stampata di rotocalchi e quotidiani di ogni tendenza e celebrando oggi più che mai il proprio dominio nelle molteplici rubriche on line e sui telefoni cellulari. Né vale parlarne come di una moda risorgente, perché l’astrologia non è stata mai veramente estranea alla cultura occidentale. In passato, al centro di grandi dispute nelle religioni e tra gli spiriti eccelsi divisi in fautori e detrattori [3] oggi relegata al silenzio sprezzante della dottrina e resa un gioco per tutti i cervelli e per tutte le borse, ignorando Pietro Pomponazzi [4] che insinua trattarsi forse del gioco di Dio.

 Come si spiega allora la rimozione che la cultura occidentale fa dell’astrologia? L’astrologia è un residuo del paganesimo antico, la fatalità dei suoi assiomi contrasta con la libertà dell’uomo e con l’onnipotenza di Dio, non esiste un fondamento epistemologico delle sue leggi e dei suoi risultati. Ciascuna di queste asserzioni, nel corso del tempo, è stata ampiamente vagliata e falsificata. Persino la Bibbia – si è detto – distingue tra idolatria astrologica e astrologia che manifesta, sottoforma di segni, l’onnipotenza divina. Circa la fatalità, si tratta di una concezione per lo più  collegata allo stoicismo [5], perché altrove si venne sempre più affermando l’idea che ‘gli astri inclinano ma non necessitano’ e addirittura che ‘l’uomo saggio domina le stelle’. Quanto al preteso “fondamento epistemologico”, c’è chi ha tentato di fare dell’astrologia una scienza sperimentale [6], neotolemaica e/o neostoica, per la verità anche con buoni risultati, tutti documentabili, ma col rischio di perdere di vista dell’antica arte dei Caldei, la dimensione intuitiva e mitopoietica, rinunciando ad una ricerca molto più complessa che, per esempio, combina il destino individuale con quello dei membri di una stessa famiglia [7]

 La scienza e le grandi religioni monoteistiche hanno combattuto nell’astrologia la presunta vocazione a farsi scienza e religione, e anche se singoli scienziati e teologi ne hanno subito talora il fascino, nemmeno tanto discreto, la posizione ufficiale di tutte le chiese è stata sempre quella della condanna. Ma, per uno strano paradosso, è potuto accadere che la più antica delle religioni monoteistiche finisse addirittura per essere influenzata dall’astrologia, né la cosa appare tanto sorprendente: non è Abramo, il padre dell’ebraismo, della città di Ur dei Caldei? [8] E ‘l’astrologia era grande nel suo cuore’ commenta il rabbino Salomon Thein. [9]

[segue]

sergio magaldi

[1] “[…] Ma come scordare il fascino, il carisma, il potente stimolo che la personalità di Ivan ha esercitato su più di una generazione di apprendisti, compagni e maestri? Al di là delle sue presunte (reali o fittizie) realizzazioni spirituali, Ivan Mosca è stato per decenni un punto di riferimento per chiunque volesse davvero cimentarsi nel difficile e affascinante percorso della ricerca esoterica; per chiunque desiderasse esplorare i più remoti sentieri della Via Iniziatica occidentale. Di questo non si può non essergli grati…” [Così lo ricorda tra l’altro Gioele Magaldi in un epitaffio del Grande Oriente Democratico [GOD] dedicato ad alcuni maestri massoni passati all’Oriente Eterno].
[2] “Uno spettro ci inquieta: lo spettro dell’astrologia”, così, polemicamente, esordisce Ornella Pompeo Faracovi nel suo pregevole Scritto negli astri. L’astrologia nella cultura dell’Occidente, Marsilio, Milano, 1996, p.13
[3] Cfr., oltre al cit. Scritto negli astri…, le note bibliografiche contenute in fondo al volume, pp.281-288. Di notevole interesse anche: E. Garin, Lo zodiaco della vita. La polemica sull’astrologia dal Trecento al Cinquecento, Laterza, Bari, 1976
[4] Pietro Pomponazzi (1462-1525) medico e filosofo nato a Mantova. Pubblicò nel 1516 il Tractatus de immortalitate animae, nel quale, sulla scia di Aristotele e di Alessandro di Afrodisia, negava l’immortalità dell’anima. Pur condannando la magia superstiziosa, difese l’astrologia naturale sino al punto di sostenere, nel De fato, libero arbitrio, praedestinatione et providentia Dei, le tesi dello stoicismo circa l’ineluttabilità del fato, governato dalle stelle.
[5] Scuola filosofica di età ellenistica fondata intorno al 300 a. C. da Zenone di Cizio presso un portico (stoà in greco). Per gli stoici, una ragione divina governa il cosmo secondo un ordine necessario e perfetto.
[6] In questo senso il tentativo operato dal medico tedesco H.Freiherr Von Klockler e dai ricercatori della rivista Sterne und Mensch, fondata a Lipsia nel 1925.
[7] Cfr. L.Greene, Astrologia e Destino, trad.it., Armenia, Milano, 1995, cap.4, pp.98-132.
[8] Cfr. sui Caldei e l’astrologia, O. Pompeo Faracovi, cit., nota 4, pp.25-26
[9] Cit. in J. Halbronn, Le mond juif et l’astrologie, Arché, Milano, 1985, p.20. Circa l’influenza dell’astrologia sull’ebraismo ibid. pp. 8-25


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