Introduco di seguito un glossario essenziale, per lo più
alfabetico, utile per orientarsi tra termini e concetti nei quali lo studente
si imbatterà quasi subito nell’accostarsi alla Qabbalah. Talora, come nel caso
delle due prime voci in elenco e non solo, l’informazione è redatta attingendo
direttamente dai testi della Qabbalah; in tal caso viene riportato in parentesi
il paragrafo di riferimento dell’opera citata. La versione italiana è tratta in gran parte da Mistica Ebraica,
Einaudi, Torino, 1995. La grafia originale delle lettere
che compongono le parole ebraiche è stata omessa e sostituita dalla traslitterazione
italiana, perché il relativo font ebraico non è sempre presente nel pc dei
lettori.
Acqua e Fuoco
Gli elementi della tradizione
empedoclea si trovano spesso citati insieme. Così in particolare per Acqua e
Fuoco: “…Il Signore, benedetto Egli sia…A che cosa si può paragonare? A un re
che desiderava costruire il proprio palazzo su rocce dure: tagliò i massi e
fendette le pietre finché sgorgò davanti a lui una grande sorgente di acque
vive. Egli disse allora: poiché dispongo di acqua sorgiva, pianterò un
giardino, per trarne diletto insieme al mondo intero” (Sepher Bahir, 5).
“Che cosa significa la benedizione? E’ simile a un re che piantò alberi nel
proprio giardino: benché cadesse la pioggia e venisse assorbita, e il terreno
ne fosse sempre umido e impregnato, nondimeno egli dovette attingere a una
fonte…” (6). “Il vero significato di Hiriq è Harak, il bruciare,
poiché è un fuoco che brucia tutti i fuochi, com’è scritto: Allora cadde il
fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la polvere e
prosciugò l’acqua che era nel canale(I Re 18.38)” (44). “La voce
del Signore intaglia lingue di fuoco(Sal.29.7): quando mette pace tra
l’acqua e il fuoco, sprizza la forza del fuoco e le impedisce di annientare
l’acqua, mentre impedisce a questa di spegnere il fuoco” (45). “Non vi furono forse le acque, e da
esse uscì il fuoco? Gli risposero: è quanto tutti dicono. Se è così, le acque
racchiudono il fuoco”(188). Si confrontino 45 e 188 con la
massima ermetica: “Qui scit comburere aqua et lavare igne facit de terra
caelum et de caelo terram preziosa”: ‘Chi sa bruciare con l’acqua e lavare
col fuoco fa della terra il cielo e del cielo la terra preziosa’).
“Dal cielo ti fece ascoltare la sua voce per ammonirti e
sulla terra ti mostrò il suo grande fuoco, e tu ascoltasti le sue parole di
mezzo al fuoco(Deut.4.
36). Che cos’è questo grande fuoco…? “(46). “Ci hai insegnato, o nostro
maestro, che Egli prese le acque e le divise: ne pose metà nel firmamento e
metà nel mare oceano; questo è il significato di quanto è scritto: il ruscello
di Dio è pieno d’acqua. Per mezzo di questa l’uomo apprende la Torah… com’è scritto:
Orsù, voi tutti assetati, venite all’acqua! Anche chi non ha argento…”(51).
“Che cosa significa shamayim, ‘cielo’? Ci insegna che il Santo, sia Egli
benedetto, impastò fuoco ed acqua, e li stese l’uno nell’altro, e con essi fece
il principio della propria parola, com’è scritto: Il principio della tua
parola è verità (Sal.119.160). Ecco infatti che è scritto shamayim,
ovvero sham-mayim: ‘là è acqua’; esh e mayim, fuoco
e acqua” (59). “E cosa significa Mem? Non leggere Mem ma mayim,
acqua. Come l’acqua è umida così il ventre è sempre umido. E perché la mem
aperta è composta dal maschio e dalla femmina, mentre quella chiusa consta solo
del maschio? Per insegnarti che il fondamento della mem è il maschio,
mentre la sua apertura è stata aggiunta a significare la femmina. Come il
maschio non può generare senza l’apertura, così la mem chiusa non può
generare se non con la mem aperta. Come la femmina genera attraverso la
propria apertura, così avviene per la mem aperta e chiusa” (85). Seconda
lettera madre dell’alfabeto ebraico, la Mem è scritta nel suo ‘riempimento’ con
la consonante che si ripete due volte: una Mem aperta iniziale e una Mem
chiusa finale. Rabbi Aqiva (Alfabeto di Rabbi Aqiva) dice che
Dio, quando siede sul Trono di Gloria, si pone ai lati le due lettere e le
riconcilia esclamando che il suo Regno è chiamato per mezzo loro, allora
l’intero firmamento si inginocchia al cospetto del Signore. Mayim [Mem-yud-mem]
significa acqua e si scrive con le due lettere separate da una Yud,
simbolo dello Spirito divino che le prende per mano e le riconcilia. Acqua di
sorgente che scorre o fontana sigillata, la Mem aperta allude alla
manifestazione di Dio mentre quella chiusa rimanda al mistero che è in
Lui..
Che cos’è la quinta? la quinta è il grande fuoco del Santo, sia Egli
benedetto… E’ la sinistra del Santo… (145). Ci si riferisce qui alla
quinta Sephirah dell’Albero,
Gevourah (rigore). E’ detto infatti che Dio governa il mondo con
Benevolenza (Chesed, la quarta Sephirah) e con Rigore
Albero e Giardino
In proposito vedi i già citati (5 e 6) paragrafi del Sepher Bahir e inoltre: “Io sono colui
che ha piantato questo albero, affinché tutto il mondo ne tragga diletto; ho
fissato tutto in esso, e l’ho chiamato tutto, giacché da esso tutto dipende e
da esso tutto deriva. Tutti ne hanno bisogno, lo scrutano e lo attendono: da
esso si propagano le anime superiori in letizia” (22). “Da quanto
affermi apprendiamo che il Santo, sia Egli benedetto, creò quanto era
necessario a questo mondo prima di creare il cielo? Sì, gli rispose. A che cosa
si può paragonare? A un re, che voleva piantare un albero nel proprio giardino.
Ispezionò tutto il giardino per sapere se vi fosse una fonte d’acqua sorgiva,
che potesse sostentarlo. Non la trovò, e disse: Scaverò fino a trovare l’acqua
e farò scaturire una fonte, affinché l’albero possa sopravvivere. Scavò e fece
scaturire una fonte abbondante d’acqua viva: piantò quindi l’albero, che
attecchì e fece frutto, giacché le sue radici lo ristorarono sempre con l’acqua
della fonte” (23). “Come in shoresh , radice, la Shin è
simile alla radice dell’albero, e la Resh indica che ogni albero è
ritorto. Qual è la funzione della seconda Shin ? Ti insegna che se
prendi un ramo e lo pianti mette radice a sua volta” (81). “E perché
sono in numero di 32? A che cosa si può paragonare? A un re che aveva un
bel giardino, con 32 sentieri. Mise un guardiano a custodire quei
sentieri, e a lui solo li svelò. Gli disse: Custodiscili, e percorrili ogni
giorno: ogni volta che li percorrerai, la pace sarà con te. Cosa fece quel
guardiano? Mise altri guardiani a custodirli, giacché si disse: Se sarò solo in
quei sentieri, mi sarà forse possibile, unico custode, mantenerli tutti?
Inoltre la gente dirà: quel re è un avaro! Per tale motivo questo custode pose altri
custodi a guardia di ogni sentiero: questi sono i 32 sentieri” (92). “Il
guardiano disse: Che questi custodi non dicano che il giardino è mio!…Al re
appartiene il giardino. Egli ha stabilito questi sentieri… A che si può
paragonare? A un re e alla sua figliola che avevano alcuni servitori: questi
volevano recarsi lontano, ma temevano l’ira del re. Il re diede loro il proprio
segno: ebbero allora timore della figliola, finché anch’essa diede loro il
proprio segno. Questi si dissero: adesso con questi 2 segni, il Signore ti
guarderà da ogni male, guarderà la tua anima (Sal.121.7)” (93). “36 in tutto…Tutti e 36 si
trovano nel primo, il drago. Il Santo, sia Egli benedetto, possiede un albero
che racchiude le frontiere delle 12 diagonali… che s’ampliano e procedono
all’infinito: sono le braccia del mondo (Deuter.33.27)e al loro interno
vi è l’albero. A tutti questi raggi corrispondono i preposti, in numero di 12.
Anche all’interno della ruota celeste vi sono 12 preposti: sono in tutto 36
preposti…Sono dunque 12, 12 e 12, i preposti nel drago (Teli), nella ruota celeste (Galgal) e nel cuore (Lev)” (95).
Aleph
Aleph –
dice il Sepher Bahir (48) –
determina piuttosto l’esistenza di tutte le lettere, a somiglianza del
cervello. Come per la alef, alla cui menzione apri la bocca, così
avviene per il pensiero, quando pensi a ciò che non ha fine né limite. Dalla aleph
escono tutte le lettere. Non vedi forse che essa è posta al loro inizio?
Di qui l’analogia che i cabbalisti fanno tra Alef ed En
Soph.
Alfabeto
Tre delle ventidue
lettere dell’alfabeto ebraico [si ricordi che ogni lettera ha il valore
numerico che viene riportato in parentesi]: Aleph [1]– Mem
[40] [ in fine
parola con diversa grafia come le lettere kaf-nun-phe e tzadè] – Shin
[300] sono dette madri e rappresentano gli elementi della tradizione
empedoclea: aria - acqua - fuoco (la terra o quarto elemento è considerata una
condensazione dell’acqua), altre sette di queste lettere sono dette doppie
e rappresentano i sette pianeti (considerando i due luminari e i cinque
pianeti della tradizione): Bet (2)– Dalet (4) – Ghimel (3)
– Kaf (20)– Phe (80) – Resh (200) – Taw (400)
mentre le restanti dodici lettere, dette semplici, rappresentano i
12 segni zodiacali: He (5) – Waw (6) – Zain
(7) – Chet (8)– Teth (9)– Yud (10) – Lamed (30)–
Nun (50) – Samech (60) – Ayin (70)–
Tzadè (80) – Qoph (100)
Atbas
Metodo di permutazione delle lettere dell’alfabeto ebraico.
L'alfabeto è piegato nel mezzo e una metà è sovrapposta all'altra, allora è
possibile lo scambio tra la prima e l’ultima lettera, tra la seconda e la
penultima, tra la terza e la terz’ultima e così via. Oltre a ciò, vi sono
significati nascosti nella forma delle lettere dell'alfabeto ebraico ed è
possibile scomporre ciascuna consonante per scoprire altre lettere alle quali
rinvia e, ancora, la forma di una lettera in fine di parola può talora
differire dalla forma che solitamente assume quando è lettera finale o, al
contrario, la forma di una lettera scritta nel corpo di una parola, si presenta
con la forma propria di una lettera finale, oppure una lettera scritta in
una dimensione più piccola o più grande di quelle del restante manoscritto.
[SEGUE]
sergio
magaldi