giovedì 15 settembre 2016

LA JUVE E LA CHAMPIONS




 La squadra vista ieri sera a Torino contro il Siviglia ha qualche possibilità di vincere la Champions di quest’anno? Non direi, se la Juventus continuerà a schierarsi in Europa come rattrappita, con il solito modulo che è forse sufficiente per il nostro campionato, ma poco convincente in Europa, soprattutto quando è addirittura peggiorato nella scelta degli interpreti. Con quel 3-5-2 che nel fatto diventa un 5-3-1-1, relegando Dybala a fare il trequartista e più spesso il mediano e lasciando il peso dell’attacco al solo Higuaín, quasi mai rifornito di palloni, come è avvenuto nella partita di ieri, soprattutto nel primo tempo.

Eppure la società bianconera non ha sbagliato nulla del mercato estivo, nell’intento di allestire una squadra in grado di lottare per vincere, dopo tanto tempo, la sua terza Coppa dei Campioni. Solo un eufemismo per dire che il suo mercato è stato quasi perfetto e che con l’aggiunta di un centrocampista  come Sissoko o Matuidi, sarebbe stato addirittura perfetto. Ottima, tra l’altro, la scelta, dopo lunga trattativa, di rinnovare il prestito di Cuadrado [anche se, dopo una delle tante brillanti prestazioni del colombiano, da Marotta ne era stato promesso l’acquisto già nella scorsa stagione] che, insieme a Dybala, è stato uno dei principali artefici del riscatto bianconero in campionato. Resta il mistero di non averlo utilizzato contro il Siviglia, soprattutto quando si è percepito che la Juve, così com’era messa in campo, sarebbe difficilmente andata a rete. La squadra andalusa, che pure ha vinto le ultime tre edizioni di Europa League, è in realtà una squadra modesta ma dotata di grande organizzazione, con ottime capacità di interdizione e in grado di mettere sino a quattro giocatori sul portatore di palla avversario in qualsiasi zona del campo.

La verità è che la squadra schierata ieri sera da Allegri non era molto diversa da quella vista in Champions nei due anni della sua gestione, non solo per il modulo, ma persino nella qualità degli interpreti: con Higuaín e Dani Alves in più, è vero, ma senza Morata e Pogba e con un Dybala arretrato che finisce con lo sfiancarsi correndo a tutto campo.

D’altra parte, la convinzione dell’allenatore bianconero - per sua stessa ammissione - è che la squadra fosse già competitiva per tentare di vincere negli anni passati: due anni fa raggiungendo la finale, l’anno scorso con la precoce eliminazione da parte del Bayern Monaco, a pochi secondi dalla fine del doppio confronto. Quel che Allegri non dice è che “il sorteggio intelligente”dell’Europa calcistica, governata allora da Platini, regalò alla Juve avversari non irresistibili e che l’unica impresa per raggiungere la finalissima fu rappresentata dal doppio confronto con il Real Madrid. Non dice altresì che l’eliminazione di quest’anno, già negli ottavi di finale, col Bayern, è dipesa quasi esclusivamente dai suoi errori: prima di tutto per aver perso proprio a Siviglia per 1-0, con una tattica di gioco simile a quella adottata ieri sera [dopo aver vinto la partita di Torino per 2-0, ciò che non è avvenuto quest’anno con un gioco scarso e con uno squallido 0-0], finendo così al secondo posto del girone, dopo aver battuto per ben due volte il Chelsea che le passò davanti, incontrando negli ottavi avversari meno agguerriti del Bayern. Poi, per aver perso la qualificazione ai quarti contro i tedeschi negli ultimi istanti, in virtù del solito schieramento pavido e difensivista ad oltranza.

Non vorrei che Allegri commettesse ora il suo terzo errore, vanificando quanto di eccezionale la società bianconera ha fatto nel mercato appena concluso. Va bene Lemina [che personalmente giudico persino più efficace del sopravvalutato Pogba] nel ruolo di sostituto del convalescente Marchisio, va bene Pjanić dietro le punte, ma non davanti ai difensori o come “salvatore della patria” [l’ex romanista è grande solo quando tutta la squadra gira a dovere], non va bene Dybala arretrato o come regista, non va bene tenere fuori Cuadrado [non penso proprio che si voglia lesinare sul suo impiego, per evitare che raggiunga il numero di partite oltre il quale la Juve ha l’obbligo di riscattarlo], né va bene considerarlo un sostituto di Dani Alves, bensì va impiegato sovrapponendolo al brasiliano; non va bene soprattutto il 3-5-2 in campo europeo e, in alternativa all’impiego di Cuadrado, potrebbe andar bene il 4-3-3 con Dybala, Higuaín, Mandžukić o Pjaca. Infine, quando uno dei tre grandi difensori [Barzagli, Bonucci e Chiellini] accusa sintomi di stanchezza o di rilassamento, vuoi anche per legittimi motivi personali [leggi: il Bonucci di ieri sera] va bene sostituirlo con Benatia. Solo così l’enorme potenziale che la dirigenza bianconera ha messo quest’anno a disposizione dell’allenatore avrà il suo giusto utilizzo, diversamente il tifoso bianconero si limiterà, almeno in Europa, a compiacersi che la propria squadra abbia una panchina tanto prestigiosa, senza però vincere nulla.

sergio magaldi


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