La squadra vista ieri sera a Torino contro il
Siviglia ha qualche possibilità di vincere la Champions di quest’anno? Non
direi, se la Juventus continuerà a schierarsi in Europa come rattrappita, con
il solito modulo che è forse sufficiente per il nostro campionato, ma poco
convincente in Europa, soprattutto quando è addirittura peggiorato nella scelta
degli interpreti. Con quel 3-5-2 che nel fatto diventa un 5-3-1-1, relegando
Dybala a fare il trequartista e più spesso il mediano e lasciando il peso
dell’attacco al solo Higuaín, quasi mai rifornito di palloni, come è avvenuto
nella partita di ieri, soprattutto nel primo tempo.
Eppure
la società bianconera non ha sbagliato nulla del mercato estivo, nell’intento
di allestire una squadra in grado di lottare per vincere, dopo tanto tempo, la
sua terza Coppa dei Campioni. Solo un eufemismo per dire che il suo mercato è
stato quasi perfetto e che con l’aggiunta di un centrocampista come Sissoko o Matuidi, sarebbe stato addirittura perfetto.
Ottima, tra l’altro, la scelta, dopo lunga trattativa, di rinnovare il prestito
di Cuadrado [anche se, dopo una delle tante
brillanti prestazioni del colombiano, da Marotta ne era stato promesso l’acquisto
già nella scorsa stagione] che, insieme a Dybala, è stato uno dei principali
artefici del riscatto bianconero in campionato. Resta il mistero di non averlo
utilizzato contro il Siviglia, soprattutto quando si è percepito che la Juve,
così com’era messa in campo, sarebbe difficilmente andata a rete. La squadra
andalusa, che pure ha vinto le ultime tre edizioni di Europa League, è in
realtà una squadra modesta ma dotata di grande organizzazione, con ottime
capacità di interdizione e in grado di mettere sino a quattro giocatori sul
portatore di palla avversario in qualsiasi zona del campo.
La
verità è che la squadra schierata ieri sera da Allegri non era molto diversa da
quella vista in Champions nei due anni della sua gestione, non solo per il
modulo, ma persino nella qualità degli interpreti: con Higuaín e Dani Alves in
più, è vero, ma senza Morata e Pogba e con un Dybala arretrato che finisce con
lo sfiancarsi correndo a tutto campo.
D’altra
parte, la convinzione dell’allenatore bianconero - per sua stessa ammissione -
è che la squadra fosse già competitiva per tentare di vincere negli anni
passati: due anni fa raggiungendo la finale, l’anno scorso con la precoce eliminazione
da parte del Bayern Monaco, a pochi secondi dalla fine del doppio confronto.
Quel che Allegri non dice è che “il sorteggio intelligente”dell’Europa
calcistica, governata allora da Platini, regalò alla Juve avversari non
irresistibili e che l’unica impresa per raggiungere la finalissima fu
rappresentata dal doppio confronto con il Real Madrid. Non dice altresì che l’eliminazione
di quest’anno, già negli ottavi di finale, col Bayern, è dipesa quasi
esclusivamente dai suoi errori: prima di tutto per aver perso proprio a Siviglia
per 1-0, con una tattica di gioco simile a quella adottata ieri sera [dopo aver
vinto la partita di Torino per 2-0, ciò che non è avvenuto quest’anno con un
gioco scarso e con uno squallido 0-0], finendo così al secondo posto del
girone, dopo aver battuto per ben due volte il Chelsea che le passò davanti,
incontrando negli ottavi avversari meno agguerriti del Bayern. Poi, per aver
perso la qualificazione ai quarti contro i tedeschi negli ultimi istanti, in
virtù del solito schieramento pavido e difensivista ad oltranza.
Non
vorrei che Allegri commettesse ora il suo terzo errore, vanificando quanto di
eccezionale la società bianconera ha fatto nel mercato appena concluso. Va bene
Lemina [che personalmente giudico persino più
efficace del sopravvalutato Pogba] nel ruolo di sostituto del convalescente
Marchisio, va bene Pjanić dietro le punte, ma non davanti ai
difensori o come “salvatore della patria” [l’ex romanista è grande solo quando
tutta la squadra gira a dovere], non va
bene Dybala arretrato o come regista, non
va bene tenere fuori Cuadrado [non penso proprio che si voglia lesinare
sul suo impiego, per evitare che raggiunga il numero di partite oltre il quale
la Juve ha l’obbligo di riscattarlo], né
va bene considerarlo un sostituto di Dani Alves, bensì va impiegato sovrapponendolo
al brasiliano; non va bene
soprattutto il 3-5-2 in
campo europeo e, in alternativa all’impiego di Cuadrado, potrebbe andar bene il 4-3-3 con Dybala, Higuaín, Mandžukić o Pjaca. Infine, quando uno dei tre
grandi difensori [Barzagli, Bonucci e Chiellini] accusa sintomi di stanchezza o
di rilassamento, vuoi anche per legittimi motivi personali [leggi: il Bonucci
di ieri sera] va bene sostituirlo
con Benatia. Solo così l’enorme potenziale che la dirigenza bianconera ha messo
quest’anno a disposizione dell’allenatore avrà il suo giusto utilizzo,
diversamente il tifoso bianconero si limiterà, almeno in Europa, a compiacersi
che la propria squadra abbia una panchina tanto prestigiosa, senza però vincere nulla.
sergio magaldi
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