Quattro anni fa, nei primi giorni dell’anno, celebravo il nuovo inizio cercando di coglierne il
significato. Alle vigilia del 2019 ripropongo in sintesi quel post, anche alla
luce delle mutate circostanze.
Per tutti coloro che seguono calendari diversi da quello
gregoriano [calendario ebraico, islamico, cinese, persiano e indiano], il
nuovo inizio è diversamente collocato nel corso delle stagioni, senza
che ne risulti sensibilmente modificato il significato, da quello che
la tradizione popolare attribuisce a ogni nuovo inizio, collegandolo
inevitabilmente al tempo e ad un nuovo ciclo di nascita, crescita, sviluppo,
morte e rinascita della vegetazione.
In Occidente, e non solo, i festeggiamenti per il
Capodanno hanno radici antichissime, costituendo un vero e proprio rito
di passaggio. Una fase si chiude e un’altra se ne apre per accedere ad un
nuovo ciclo che si pretende migliore del precedente e che per questo
lo si accoglie facendo festa e grande frastuono: i “botti”, il gettar via
vecchi oggetti, divenuti per lo più inservibili o comunque giudicati
“conniventi” con l’anno appena trascorso, lo scambio di auguri, il cibarsi di
alimenti che siano di auspicio alle fortune personali, di denaro e di buona sorte,
l’abitudine di indossare articoli di intimo rosso a favorire l’amore e la
fecondità.
Insomma, ad ogni nuovo inizio, da una parte si cerca di esorcizzare
il ciclo appena concluso, con il suo retaggio di male, di dolore e di
confusione, dall’altra si esorta il bene, pure presente nello stesso periodo, a
venire alla luce e a vincere sull’oscurità, creando un nuovo ordine cosmico in
grado di cancellare ogni negatività precedente. Illusione che l’intelligenza
comprende - perché la dimensione in cui viviamo è di per sé intessuta di ordine
e disordine, di bene e di male - ma che la volontà rifiuta di riconoscere per
non dare alibi alla nostra accidia e alla presenza rassegnata e complice del
male e del caos nell’universo fisico e morale. Qualsiasi ordine nuovo, anche in
apparenza il più perfetto, non sarà mai in grado di respingere il male e il
sempre risorgente disordine. Lo sapevano bene gli antichi egizi che, nel
loro Pantheon, ponevano la dea Maat [1]
a ristabilire l’ordine cosmico perennemente in procinto di precipitare
nel caos.
Come si vede, nel grafico che segue, alla dea Maat si
attribuiscono 42 ideali, ritenuti fondamentali per combattere il male morale e
ristabilire l’ordine pubblico violato.
Gli antichi romani celebravano il nuovo inizio,
onorando Giano bifronte, leggendario re del Lazio di una remota età
dell’oro, asceso al divino e raffigurato con un volto duplice che guarda
contemporaneamente avanti e dietro di sé: una porta [ianua] chiusa, e
una porta che si apre a rappresentare il nuovo inizio. La festa di Ianus,
dio del passaggio e dell’iniziazione collettiva, si
celebrava il primo giorno di Gennaio, insieme alla festa di Iovis o
Giove Capitolino del Campidoglio, ma secondo la testimonianza di Ovidio e altri
autori latini, aveva il suo coronamento nelle Agonalia Iani del 9
Gennaio, con ludi sportivi e il sacrificio di un montone, compiuto sul colle
del Quirinale dal rex sacrorum, il sacerdote-magistrato nominato dal pontifex
maximus.
Non è un caso dunque che Giano bifronte sia presente nel
simbolismo di diverse tradizioni a rappresentare, non già l’inizio di un nuovo
anno, ma la possibilità stessa di una nuova iniziazione, di un percorso
nuovo da compiere individualmente e collegialmente insieme ad altri iniziati,
di un passaggio da una condizione di vita ordinaria o profana,
ad una esistenza in cui si sceglie di procedere in modo
alternativo e diverso, per rettificare se stessi, alla luce di una nuova
consapevolezza o, se si vuole, di una illuminazione che ci aiuti a
comprendere il dualismo della dimensione cosmica.
Così, per esempio, nell’iniziazione massonica, ritroviamo
il motivo del frastuono che accompagna i viaggi simbolici del neofita all’interno
del tempio, rumore che andrà affievolendosi sino a scomparire del tutto nel
momento culminante dell’esplosione della luce. Nell’iniziazione massonica, con
i tratti caratteristici della zoppia e della cecità, ritroviamo anche il mito
che accompagna l’eroe tragico dell’antica Grecia, riscopriamo cioè le radici
della nostra civiltà.
La zoppia è il marchio simbolico che caratterizza il passo
del massone quando fa il suo ingresso nel tempio, a rappresentare un procedere diverso da quello che ha tenuto
in precedenza; la cecità è la benda che copre gli occhi del candidato
all’iniziazione, sino al momento in cui potrà vedere la luce che illumina lo
spazio nuovo in cui deve muoversi e operare insieme agli altri che, come lui,
hanno chiesto e ottenuto di essere iniziati.
Cosa ci riserva il nuovo inizio dell’anno 2019? Come ogni volta si comincerà con l’interrogare
l’astrologo dei media e dei rotocalchi. Egli vi dirà sicuramente che questo è
un anno fortunato per i nati sotto il segno del Sagittario, perché la sua
interpretazione si basa sul fatto che Giove – per tutto l’anno presente nel
segno del Sagittario [ne uscirà solo ai primi di dicembre del 2019] – è
considerato il più benefico degli dei planetari. Egli non terrà conto della posizione che Giove e
tutti gli altri corpi celesti assumono nel vostro tema di nascita e in quello
di rivoluzione annuale. Una mistificazione, dunque, la solita di ogni anno, che
serve a tener viva la tradizione dei superstiziosi dell’astrologia così come
quella dei suoi detrattori.
Poi sarà la volta di chiedersi quali novità politiche porterà il nuovo
anno e qui le previsioni sono sicuramente più facili, perché ad illuminarci sul
futuro c’è la legge di bilancio, che poi non è altro che la manovra finanziaria
che in Italia si sta faticosamente approvando in queste ore, le ultime utili
per evitare il cosiddetto esercizio provvisorio.
Così, per esempio, senza il prezioso strumento
previsionale della legge di bilancio, forse ci saremmo ingannati, magari
immaginando un anno in cui il prelievo fiscale sul reddito di tutti i cittadini
[IRPEF] sarebbe finalmente diminuito, con la crescita dei consumi e degli
investimenti privati, come si è promesso per tanto tempo nelle favole narrate
dai governi gestiti dal centrodestra; che la indicizzazione di pensioni misere,
basse e medie non sarebbe stata bloccata come con i governi di centrosinistra;
che dei provvedimenti del governo non si sarebbe giovata una platea di
cittadini-elettori, pari a meno della metà di quella beneficata da Renzi con i
famosi 80 euro; che, infine, per la crescita dell’economia reale e dell’occupazione,
la maggior parte delle risorse disponibili sarebbe stata destinata agli
investimenti pubblici, finalmente gestiti da gente onesta e capace.
sergio magaldi
[1] Secondo quanto riferito nel volume MASSONI Società a
responsabilità illimitata, [G.Magaldi, Chiarelettere, Novembre 2014] Maat sarebbe
il nome dato a una Ur-Lodge massonica, nata nel “tentativo ecumenico di
contaminazione tra istanze massoniche neoaristocratiche e democratiche”.
Fondata nel 2004 da Zbigniew Brzezinski e Ted Kennedy, la super loggia Maat
vedrebbe tra i suoi affiliati l’ex presidente degli USA, Barack Obama [op.cit.
pp. 44,47-48, 381,454-456,543,548,578 e 581]
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