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Lasciata
la Fiat 500 in garage, Allegri si
mette alla guida della Ferrari e la
Juve di Champions fa l’impresa eliminando l’Atletico Madrid
con i goal di Ronaldo, qualificandosi per i quarti e proponendosi seriamente
come una delle possibili candidate alla vittoria finale.
Costretta
a segnare almeno tre goal per ribaltare la sconfitta di Madrid, la Juventus abbandona
finalmente passaggi orizzontali e difensivismo ad oltranza, per verticalizzare
e imporre il proprio gioco dall’inizio
alla fine della partita. Gli uomini, ieri notte, erano gli stessi di sempre,
con qualche assente e qualche accortezza tattica in più, ma è la mentalità
della squadra che è apparsa cambiata, a dimostrazione di quali siano le reali
possibilità della Juve quando il suo gioco si dispiega in tutta la sua forza,
dal portiere sino agli attaccanti, passando per i filtro di un centrocampo
all’altezza della situazione, come ha dimostrato di essere quello visto in
campo ieri a Torino.
I
meriti di Allegri, questa volta, non si possono certo disconoscere, con la
speranza che non torni più indietro, non si faccia prendere dalla nostalgia di
tornare a guidare la 500, non si ostini nel far giocare calciatori poco in
forma o addirittura feriti, come il Mandžukić di ieri notte, o che abbiano alternative
credibili, come il De Sciglio disponibile nelle pause tra i ricorrenti infortuni.
sergio magaldi
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