domenica 7 aprile 2019

I SENTIERI DELL' ALBERO, Parte V (XXVIII)




SEGUE DA:






I sentieri dell’Albero della vita sono i rami che collegano tra loro i frutti sino alla sommità dell’albero e sono in tutto trentadue. I frutti altro non sono che le Sephiroth, dette anche ‘luci’ o ‘forme pure’ del molteplice. Sono 10 e rappresentano i numeri primordiali della creazione, perché per quanto si possa continuare a contare all’infinito non si troveranno che dieci numeri, anzi nove, essendo il 10 niente altro che la riproposizione dell’unità.

Si dispongono al centro, alla destra e alla sinistra dell’albero e ad ogni Sephirah  è attribuito un nome e un numero. Alla colonna centrale appartengono: 1 Kether  Corona o Altezza Superiore,  6 Tiphereth Armonia, Bellezza o Compassione,  9 Yesod  Fondamento, Generazione o Alleanza, 10 Malchuth  Regno o Esilio. Alla colonna di destra: 2 Chokmah  Sapienza o Principio, 4 Chesed Grazia o Misericordia, 7 Netzach  Eternità o Vittoria. Alla colonna di sinistra: 3 Binah  Intelligenza o Ritorno,  5 Gheburah  Potenza o Giudizio,  8 Hod Gloria o Splendore.

Esaminerò brevemente i sentieri che corrono tra le cinque Sephiroth cosiddette emotive. I sentieri partono dal basso e seguono idealmente le spire di un serpente che, ascendendo lungo l’Albero, poggia la coda su Malkuth, la decima Sephirah, il corpo su Yesod, Hod e Netzach e che con la lingua lambisce Tiphereth, la sesta Sephirah


Per leggere le lettere ebraiche occore scaricare il font Hebrew

 

 

 VENTOTTESIMO SENTIERO



     j x n      d w s y

          Netzach        Yesod   
                                              

La lettera del sentiero è Samek
                

 Nona lettera semplice, Samek s nel suo ‘riempimento’ significa appoggiare, sostenere, e l’idea di sostegno al quale afferrarsi in caso di necessità è già presente nella sua forma grafica circolare ed è richiamata dal Salmo 144, 14: ‘Il Signore sostiene tutti coloro che cadono’.

 Il significato del cerchio è molteplice e contraddittorio: rappresenta il mondo e la totalità dell’Essere ma può indicare uno stato di chiusura mentale e di narcisismo. E’ il luogo ‘sacro’ e ideale in cui il saggio trasforma se stesso, ma è anche la dimora del mago che utilizza energie negative per modificare la realtà a proprio vantaggio.

   Il geroglifico egizio del serpente è assai simile all’ideogramma di questa lettera. Visto con gli occhi del “Genesi, il serpente attira l’uomo nelle spire della materia ed è causa della sua caduta e involuzione. Chi apprende a controllare il serpente, tuttavia, si pone sulla strada della conoscenza.

   La tradizione ebraica si sofferma soprattutto sui significati evolutivi e sacri della lettera. Lo spazio racchiuso nel perimetro è Israele, il suo centro è il Tabernacolo o il Tempio dove dimora la Shekinah o ‘divina presenza’, la cui ghematria è una metatesi di quella del serpente. Infatti, il valore numerico del serpente  c j n  Nakash  è 358, mentre quello della Shekinah  h n y c è 385, quasi a sottolineare  l’interdipendenza tra caduta dell’uomo e sostegno divino.

   Il sentiero che da Malchut sale a Yesod si caratterizza per la molteplicità delle forme fisiche che appaiono e scompaiono ad un ritmo che ricorda il ciclo di lunazione. Il sentiero che da Yesod conduce a Hod  sorprende per le forme eteree, dalla vita ancora più breve di quelle fisiche  ma dotate di potente energia.

   Nel sentiero che sale da Yesod a Netzach l’attenzione non si volge più alla creazione e alla distruzione delle forme ma allo spirito. L’ascesa è ardua perché non hai più il sostegno della densità e devi anche lasciare l’immaginazione magica, se vuoi che la Shekinah ti trovi e ti guidi lungo il cammino.  Come farai a riconoscerla? Perché la Shekinah non ha forma, è come la rugiada sul capo della sposa del Cantico dei Cantici, come la pietra di cui lo Zohar dice che è ‘il radicamento del mondo’. Non devi preoccuparti di cercarla: sarà lei a trovarti, se devi continuare nell’ascesa lungo l’Albero.


sergio magaldi



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