Dalla pittura alla
musica attraverso
l’ intuizione
Sulle
ali delle emozioni si aprono nuove prospettive di approfondimento dei
significati artistici
di Alberto Zei
I tratti pittorici
Come
una lezione di vita, sono molte le causalità che ricollegano i concetti che
prima apparivano senza importanza ma che, per un evento imprevisto, riportano
la stessa questione sotto una luce
diversa.
Riferendosi
alle arti figurative, la rappresentazione di un dipinto contiene nel linguaggio
dei segni e dei tratti pittorici tutto
ciò che i visitatori o gli osservatori riescono a leggere nel dipinto stesso.
Questa sorta di lettura avviene quando la sensibilità artistica di chi osserva
riesce a cogliere l’ architettura della forma e
dei contenuti dell'immagine
intuendo quel significato che per lo stesso
osservatore quel quadro rappresenta. L’arte di cogliere attraverso i segni, ossia
dalle forme dei tratti pittorici, questi aspetti spesso nascosti rientra nella semiotica che è, appunto, la
scienza che interpreta il significato che emerge dall’interno di un'opera pittorica
Un quadro, a prima vista,
esprime soltanto delle immagini, ma ad una attenta osservazione le
medesime immagini – sempre che abbiano
un senso – sono accompagnate da altre informazioni, sia come
valore della loro espressione pittorica, sia come
motivazione che ha spinto l’autore a
dipingere quel quadro.
Questa
rappresentazione complessa che per un critico d’arte è professionale, per i
visitatori di una mostra è una qualità, talvolta anche inaspettata, che di
fronte ad un particolare quadro fa vibrare come per risonanza la nostra emotività. Ciò avviene se la carica emozionale è sintonizzata sul
significato che ciascuno, pur in
modo differente, attribuisce a quel quadro.
Ancora di più
Se poi oltre il voluto dell’autore del quadro,
l’osservatore supera l’interpretazione della volontà cosciente dello stesso, si
aprono altre prospettive di lettura, involontariamente introdotte dal pittore
nel dipinto.
Infatti,
i grandi capolavori della pittura vengono interpretati attraverso un’analisi che
si spinge al di là del significato del dipinto, offrendo ulteriori
dettagli sulle motivazioni e sullo stato emozionale dell’autore.
Ma
come spesso avviene, quando un evento sembra arrivato alla sua massima
evoluzione, superato questo limite, si aprono altre condizioni che ad una prima
osservazione sembravano imprevedibili ma se viste come effetto domino della
sintonia emotiva, allora il paradosso è consequenziale.
La sindrome di Stendhal
L’esempio più classico è quello della condizione reattiva che viene
chiamata “La sindrome di Stendhal”. Questa infatti, si manifesta con uno stato
emozionale così alto di fronte ad un’opera d’arte da provocare uno stupore
progressivo fino alla perdita dei sensi.
Certamente
si tratta di un caso estremo, ma non così raro, quando osservando un quadro si
sovrappongono i vari aspetti del nostro pensiero che, secondo i diversi punti di
vista, attribuiscono alle immagini osservate la luce del significato nascosto.
Deve
anche mettersi nel giusto rilievo che superata la soglia della mediocrità,
quando un’opera d’arte emerge di fronte
al giudizio generale della maggior parte degli osservatori nel concetto della
bellezza artistica, che è un po’ la base di giudizio per tutti, questa esprime
il punto di partenza del salto di sensibilità di ciascuno.
Ciò
non significa che qualcuno sia soltanto più sensibile di altri, ma che altri
con le loro emotività non riescono a sintonizzarsi su quella stessa frequenza
emotiva.
I
nostri sensi
Un esempio pratico che può rendere l’idea di
questa sorta di sintonia della percezione
si verifica anche nel settore
della sensibilità gustativa.
Se
un sommelier, professionalmente qualificato quanto si vuole, dovesse affermare
che una qualità di vino sia in assoluto la migliore, quella sarebbe soltanto
una valutazione soggettiva anche se condivisa da altri ma non dalla maggioranza
della gente, in quanto la sensibilità gustativa individuale si differenzia
proprio per natura da quella di ciascuno.
Ritornando al concetto dell’opera d’arte a cui
come tale si conferisce una base di oggettivo valore, la valutazione emotiva
che l’osservazione è capace di esprimere è una facoltà personale la quale dipende dal particolare settore
reattivo che un’opera d’arte riesce a stimolare. Anche la musica si presta ad una valutazione del
genere; vi sono infatti, delle composizioni musicali nei loro campi di
appartenenza che si prestano ad entrare in sintonia con il filo sottile della
nostra preferenza culturale, ma alcuni brani eseguiti da una valida orchestra
riescono molto spesso a sintonizzarsi sulla sensibilità musicale di ciascuno e talvolta anche a trascinarlo con le
ali del pensiero verso le sensazioni di progressivo coinvolgimento emozionale.
L’ intuizione
Quando gli impegni culturali creativi della
nostra quotidianità si fanno più sottili e più esigenti nella pretesa, allora i
risultati si ottengono più con l’intuizione che con la ragione. In tali casi,
anche i mezzi strumentali del nostro
intelletto devono essere forgiati nelle varie scuole di pensiero (ne esistono
anche in Italia) che rendono
l’intuizione una scorciatoia del processo cognitivo; sempre poi che di volta in
volta l’intuizione sia riconosciuta valida attraverso il ragionamento razionale.
Per
arrivare a questo, il processo è lungo, ma esistono persone eccezionali che
nascono già con talenti particolari: chi per la matematica, che per la musica e
così via. Per tutte le altre persone, a cui non è preclusa nessuna via,
l’approfondimento della pittura, ad esempio, potrebbe rivelarsi un valido test individuale per capire di
essere portato o meno ad aumentare le
proprie capacità sensoriali, fino a riuscire a percepire le verità del mondo
con gli occhi della coscienza, intuendo
gli eventi non ancora rivelati e la loro natura.
Questo
non è poco. Ma molti sottostimano le loro capacità. Perché
non provare?
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