lunedì 27 gennaio 2020

IL GIORNO DELLA MEMORIA: Hitler come Hamàn



 Com’è noto sullo sterminio degli ebrei ci sono i “negazionisti”, dei quali non vale neppure la pena di parlare, ci sono i “riduzionisti” che limitano di molto la portata della tragedia,  gli “indifferenti”, forse i più pericolosi di tutti, e ci sono infine coloro che dichiarano  che non serve la celebrazione di un solo giorno  e che dovremmo serbare memoria dell’Olocausto 365 giorni all’anno, nella mente e nella coscienza. Su questi ultimi, vale la pena di interrogarsi se dietro l’apparente antiretorica in realtà ci sia soltanto la volontà che non si parli più dei campi di sterminio.

Per ricordare, scelgo quest’anno il Midrash di Purim [Purim, sorti. La festa di Purim si celebra quest’anno tra il 9 e il 10 marzo]. La narrazione si lega ad eventi della storia ebraica che risalgono al 361 av.C. [anno ebraico 3399], quando Assuero re di Persia, ripudiata la moglie Vasti, sceglie in sposa, tra le fanciulle del regno, Estèr, senza sapere che è ebrea e nipote di Mordechai, il quale, come esponente della comunità ebraica, ha un modesto incarico a corte.  Hamàn, ministro di Assuero, si reca un giorno a trovare il re e gli dice: “C’è un popolo, disperso tra gli altri popoli in ogni provincia del tuo regno, vive separato e a modo suo. Ha leggi diverse e inoltre non osserva la tua legge. Non ti conviene lasciarlo vivere in pace. Se sei d’accordo con me, dà l’ordine scritto che sia sterminato…” [Estèr, 3, 8-9]. Il re acconsente e allora Hamàn fa tirare a sorte per sapere quale sia il mese e il giorno più adatto per lo sterminio [Estèr, 3, 7]. Mordechai, disperato, chiede aiuto a Estèr.
Hamàn come Hitler cercherà inutilmente di cancellare il popolo ebraico dalla Storia, ma non ci riuscirà per l’intervento di Ester, come narra la leggenda e/o per l’intervento divino come narra il Midrash. L’estinzione degli ebrei non riuscirà neppure a Hitler, anche se oltre sei milioni di ebrei saranno sterminati dalla barbarie nazista.

Dal Midrash di Purim:
«[Hamàn] disse a se stesso:‘Getterò le sorti per la distruzione degli ebrei’[…]. Egli cominciò col primo giorno della settimana, la Domenica[…]. Ciascun giorno della settimana ha nel Cielo il proprio angelo custode. L'angelo del primo giorno si affrettò a comparire dinanzi al Trono Celeste:‘Padrone del Mondo! Il primo giorno Tu hai creato il cielo e la terra ed hai detto:‘Se non fosse stato per il Mio patto col Mio popolo, Io non avrei creato il cielo e la terra’. Ma se il perfido Hamàn distruggerà il popolo d’Israele, chi manterrà il Tuo Patto? Tanto varrebbe che tu distrugga il cielo e la terra, se permetterai che il perfido Hamàn distrugga il Tuo popolo’. E così il primo giorno fu risparmiato.

Hamàn tentò con il secondo giorno della settimana.
L'angelo custode del secondo giorno apparve subito davanti al Trono Celeste:
 'O Signore dell'Universo! In questo secondo giorno Tu hai diviso le acque sopra il firmamento da quelle sotto il firmamento ed hai proclamato che il popolo d'Israele sarà diviso altrettanto nettamente dagli altri popoli della terra, come sta scritto nella Torah:’Io vi ho separato da tutti i popoli, perchè Mi apparteniate’. Permetteresti che il perfido Hamàn distrugga il Tuo popolo in questo giorno? Tanto varrebbe che tu lasciassi ribollire e mescolarsi le acque superiori e le inferiori, se permetterai che il perfido Hamàn distrugga il popolo ebraico'.
Anche il secondo giorno fu risparmiato.

Hamàn tentò la sua fortuna col terzo giorno della settimana.
Su nel Cielo, l'angelo del terzo giorno si presentò davanti alla Corte Celeste per perorare la sua causa: 'Amato Signore! Nel terzo giorno Tu hai creato le erbe, gli arbusti e gli alberi, e tutto ciò che germoglia dalla terra. Da tutto ciò che egli raccoglie nei campi, negli orti e nei frutteti, il popolo di Israele dà la teruma (contribuzione) ed il ma'assèr (la decima) per nutrire i poveri ed i bisognosi. Essi Ti benedicono, rendendoTi lode, prima di mangiare qualsiasi frutto degli alberi o della Terra. Essi agitano rami di palma, di mirto e di salice, assieme all'Etròg (Cedro), in direzione dei quattro punti cardinali, ed anche verso l'alto e  il basso, proclamando che il Tuo Regno e la Tua Provvidenza si estendono ovunque. Se Tu permetti che il perfido Hamàn distrugga i Tuoi figli, che ne sarà del Tuo mondo bello e verdeggiante?”.

Le sorti non caddero il terzo giorno ed Hamàn ripeté il quarto giorno i suoi tentativi.
Subito l'angelo del quarto giorno comparve dinanzi al Trono Celeste e pregò: ‘Signore dell'Universo, in questo giorno Tu ponesti nel cielo il sole fiammeggiante e l'argentea luna e le stelle che sprizzano luce. Tu proclamasti che il popolo d'Israele è la luce del mondo e che tutti i popoli della terra cammineranno nella sua luce. I Tuoi figli Ti benedicono ad ogni Novilunio e in base alle lunazioni scandiscono le loro festività e le loro sacre ricorrenze; e sanciscono gli anni bisestili in base al corso del sole. A che serviranno più il sole, la luna e le stelle, se permetterai che il perfido Amàn distrugga i Tuoi figli in questo giorno?’.
Ancora una volta Hamàn perdette e le sorti non caddero il quarto giorno.
Non restò altro ad Hamàn che tentare il quinto giorno. Ma l'angelo del quinto giorno era già davanti al Trono Celeste che perorava: ‘Padrone del Mondo, in questo giorno Tu hai creato gli uccelli del cielo e gli animali dei campi. E hai ordinato ai Tuoi figli di offrirTi in sacrificio gli animali e gli uccelli puri[…].Che ne sarà delle Tue creature se non ci sarà più un ebreo a servirti?’.

Anche il quinto giorno sfuggì alle sorti di Hamàn. Impaziente egli tentò il sesto, giorno, ma non ebbe miglior fortuna. Infatti, l'angelo del sesto giorno apparve dinanzi all’Eterno senza perdere un istante e chiese misericordia: 'Nel sesto giorno tu hai creato l'uomo a Tua immagine. E non sono i figli d’Israele quelli che Ti assomigliano di più? Tanto varrebbe che Tu distrugga tutta l'umanità, se hai da permettere che Hamàn distrugga i Tuoi amati figli'.

Hamàn non poté ottenere che le sorti cadessero il sesto giorno. Non rimaneva ormai che un giorno, il Sabato. ‘Certamente le sorti cadranno in questo giorno’, pensava Amàn, mentre le gettava per la settima volta. Ma proprio allora l'angelo del Sabato [Shabat] comparve dinanzi al Trono Celeste:‘Padrone dell'Universo! Il giorno del Sabato è il simbolo del legame che Ti unisce al Tuo popolo. I Tuoi figli, osservando il riposo sabbatico, testimoniano che Tu hai creato i cieli e la terra in sei giorni, e che il settimo ti sei riposato. Tu facesti del Sabato un giorno santo, ed i Tuoi figli lo santificano. Vorresti permettere che Amàn distrugga i Tuoi figli nel santo giorno del Sabato?’.
E così anche il Sabato fu risparmiato […]».


sergio magaldi

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