Com’è noto sullo sterminio degli ebrei ci sono i
“negazionisti”, dei quali non vale neppure la pena di parlare, ci sono i
“riduzionisti” che limitano di molto la portata della tragedia, gli “indifferenti”, forse i più pericolosi di
tutti, e ci sono infine coloro che dichiarano
che non serve la celebrazione di un solo
giorno e che dovremmo serbare memoria dell’Olocausto 365 giorni all’anno,
nella mente e nella coscienza. Su questi ultimi, vale la pena di interrogarsi se dietro l’apparente
antiretorica in realtà ci sia soltanto la volontà che non si parli più dei
campi di sterminio.
Per ricordare, scelgo quest’anno il Midrash di Purim [Purim,
sorti. La festa di Purim si celebra quest’anno tra il 9 e il 10 marzo]. La
narrazione si lega ad eventi della storia ebraica che risalgono al 361 av.C.
[anno ebraico 3399], quando Assuero re di Persia, ripudiata la moglie Vasti,
sceglie in sposa, tra le fanciulle del regno, Estèr, senza sapere che è ebrea e
nipote di Mordechai, il quale, come esponente della comunità ebraica, ha un
modesto incarico a corte. Hamàn,
ministro di Assuero, si reca un giorno a trovare il re e gli dice: “C’è un popolo, disperso tra gli altri popoli
in ogni provincia del tuo regno, vive separato e a modo suo. Ha leggi diverse e
inoltre non osserva la tua legge. Non ti conviene lasciarlo vivere in pace. Se
sei d’accordo con me, dà l’ordine scritto che sia sterminato…” [Estèr,
3, 8-9]. Il re acconsente e allora Hamàn
fa tirare a sorte per sapere quale sia il mese e il giorno più adatto
per lo sterminio [Estèr, 3, 7]. Mordechai, disperato, chiede aiuto a
Estèr.
Hamàn
come Hitler cercherà inutilmente di cancellare il popolo ebraico dalla Storia,
ma non ci riuscirà per l’intervento di Ester, come narra la leggenda e/o per
l’intervento divino come narra il Midrash. L’estinzione degli ebrei non
riuscirà neppure a Hitler, anche se oltre sei milioni di ebrei saranno
sterminati dalla barbarie nazista.
Dal
Midrash di Purim:
«[Hamàn] disse a se
stesso:‘Getterò le sorti per la distruzione degli ebrei’[…]. Egli
cominciò col primo giorno della settimana, la Domenica […].
Ciascun giorno della settimana ha nel Cielo il proprio angelo custode. L'angelo
del primo giorno si affrettò a comparire dinanzi al Trono Celeste:‘Padrone del
Mondo! Il primo giorno Tu hai creato il cielo e
la terra ed hai detto:‘Se non fosse stato per il Mio patto col Mio popolo, Io
non avrei creato il cielo e la terra’. Ma se il perfido Hamàn distruggerà il
popolo d’Israele, chi manterrà il Tuo Patto? Tanto varrebbe che tu distrugga il
cielo e la terra, se permetterai che il perfido Hamàn distrugga il Tuo popolo’.
E così il primo giorno fu risparmiato.
Hamàn tentò con il secondo giorno della
settimana.
L'angelo custode del secondo giorno apparve
subito davanti al Trono Celeste:
'O Signore dell'Universo! In
questo secondo giorno Tu hai diviso le acque sopra il firmamento da quelle
sotto il firmamento ed hai proclamato che il popolo d'Israele sarà diviso
altrettanto nettamente dagli altri popoli della terra, come sta scritto nella
Torah:’Io vi ho separato da tutti i popoli, perchè Mi apparteniate’.
Permetteresti che il perfido Hamàn distrugga il Tuo popolo in questo giorno?
Tanto varrebbe che tu lasciassi ribollire e mescolarsi le acque superiori e le
inferiori, se permetterai che il perfido Hamàn distrugga il popolo ebraico'.
Anche il secondo giorno fu risparmiato.
Hamàn tentò la sua fortuna col terzo giorno
della settimana.
Su nel Cielo, l'angelo del terzo giorno si
presentò davanti alla Corte Celeste per perorare la sua causa: 'Amato
Signore! Nel terzo giorno Tu hai creato le erbe, gli arbusti e gli alberi, e
tutto ciò che germoglia dalla terra. Da tutto ciò che egli raccoglie nei campi,
negli orti e nei frutteti, il popolo di Israele dà la teruma
(contribuzione) ed il ma'assèr (la decima) per nutrire i poveri ed i
bisognosi. Essi Ti benedicono, rendendoTi lode, prima di mangiare qualsiasi
frutto degli alberi o della Terra. Essi agitano rami di palma, di mirto e di
salice, assieme all'Etròg (Cedro), in direzione dei quattro punti
cardinali, ed anche verso l'alto e il basso, proclamando che il Tuo Regno
e la Tua Provvidenza
si estendono ovunque. Se Tu permetti che il perfido Hamàn distrugga i Tuoi
figli, che ne sarà del Tuo mondo bello e verdeggiante?”.
Le sorti non caddero il terzo giorno ed Hamàn
ripeté il quarto giorno i suoi tentativi.
Subito l'angelo del quarto giorno comparve
dinanzi al Trono Celeste e pregò: ‘Signore dell'Universo, in questo giorno Tu
ponesti nel cielo il sole fiammeggiante e l'argentea luna e le stelle che
sprizzano luce. Tu proclamasti che il popolo d'Israele è la luce del mondo e
che tutti i popoli della terra cammineranno nella sua luce. I Tuoi figli Ti
benedicono ad ogni Novilunio e in base alle lunazioni scandiscono le loro
festività e le loro sacre ricorrenze; e sanciscono gli anni bisestili in base
al corso del sole. A che serviranno più il sole, la luna e le stelle, se
permetterai che il perfido Amàn distrugga i Tuoi figli in questo giorno?’.
Ancora una volta Hamàn perdette e le sorti
non caddero il quarto giorno.
Non restò altro ad Hamàn che tentare il
quinto giorno. Ma l'angelo del quinto giorno era già davanti al Trono Celeste
che perorava: ‘Padrone del Mondo, in questo giorno Tu hai creato gli uccelli
del cielo e gli animali dei campi. E hai ordinato ai Tuoi figli di offrirTi in
sacrificio gli animali e gli uccelli puri[…].Che ne sarà delle Tue
creature se non ci sarà più un ebreo a servirti?’.
Anche il quinto giorno sfuggì alle sorti di
Hamàn. Impaziente egli tentò il sesto, giorno, ma non ebbe miglior fortuna. Infatti,
l'angelo del sesto giorno apparve dinanzi all’Eterno senza perdere un istante e
chiese misericordia: 'Nel sesto giorno tu hai creato l'uomo a Tua
immagine. E non sono i figli d’Israele quelli che Ti assomigliano di più? Tanto
varrebbe che Tu distrugga tutta l'umanità, se hai da permettere che Hamàn
distrugga i Tuoi amati figli'.
Hamàn non poté ottenere che le sorti
cadessero il sesto giorno. Non rimaneva ormai che un giorno, il Sabato.
‘Certamente le sorti cadranno in questo giorno’, pensava Amàn, mentre le
gettava per la settima volta. Ma proprio allora l'angelo del Sabato [Shabat]
comparve dinanzi al Trono Celeste:‘Padrone dell'Universo! Il giorno del Sabato
è il simbolo del legame che Ti unisce al Tuo popolo. I Tuoi figli, osservando
il riposo sabbatico, testimoniano che Tu hai creato i cieli e la terra in sei
giorni, e che il settimo ti sei riposato. Tu facesti del Sabato un giorno
santo, ed i Tuoi figli lo santificano. Vorresti permettere che Amàn distrugga i
Tuoi figli nel santo giorno del Sabato?’.
E così anche il Sabato fu risparmiato […]».
sergio
magaldi
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