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SEGUE DA:
In altri libri dell’Antico Testamento si descrive la
bellezza del firmamento e la sua utilità per l’uomo: “Il firmamento tutto
limpido è un vero splendore e guardare il cielo è uno spettacolo affascinante.
Il sole, quando spunta all’orizzonte, proclama a tutti che l’opera
dell’Altissimo è stupenda. A mezzogiorno brucia la terra e niente può resistere
al suo calore. Per certi lavori ci vuole il fuoco di una fornace, ma il sole
sui monti scalda tre volte di più: manda vampe infuocate e acceca coi suoi
raggi di fuoco. Ma il Signore, che ha creato il sole, è ancora più grande e con
la sua parola dirige il corso del sole. La luna, col suo ciclo, stabilisce le
stagioni ed è il punto di riferimento per calcolare il tempo. Per fissare la
data delle feste si ricorre alla luna che prima cresce e poi cala. Anche il
mese prende il nome dalla luna che cresce in modo meraviglioso e ha fasi
diverse; essa che brilla nel firmamento, è come un segnale per tutto quello che
si muove nel cielo. Le stelle, con la loro luce, fanno più bello il firmamento
e con il loro splendore adornano il cielo dove il Signore abita. Esse
ubbidiscono a Dio che è santo, stanno dove le ha collocate e non abbandonano il
loro posto di veglia. Ammira l’arcobaleno e loda chi lo ha fatto: com’è bello
nel suo splendore. Nel cielo traccia un arco di colori, l’ha teso il Signore
con le sue mani.” [1]
Nel libro della Sapienza, il discorso sulla bellezza
del firmamento si coniuga insieme a quello sulla struttura del creato,
argomento questo che sarà ripreso anche nel libro di Giobbe. E’ la
conoscenza degli astri che fa comprendere il mondo manifesto:
“Dio stesso mi ha fatto conoscere come sono veramente le
cose, mi ha insegnato la struttura del mondo e il gioco dei suoi elementi, la
divisione del tempo in passato, presente e futuro, le diverse posizioni del
sole e l’alternarsi delle stagioni. Ho conosciuto il ciclo dell’anno e la
posizione delle stelle.” [2]
Al di sopra del sole e della luna, tuttavia, c’è la sapienza che
è più bella del sole e di ogni costellazione perché è luce che non conosce
tenebra (Sapienza 7:28-30). Gli astri, inoltre, come ogni altro
elemento della natura, non possono sostituirsi al creatore:
“Tutti quelli che non conoscono Dio, nella loro debolezza, si
illudono. Vedono le cose buone ma non sanno risalire alla loro fonte; prendono
in considerazione le opere, ma non sanno riconoscere l’artista che le ha fatte.
Essi ritengono divinità il fuoco, il soffio vitale, l’aria leggera, le costellazioni,
l’acqua impetuosa, i lumi celesti che reggono il mondo. Ma se affascinati dalla
loro bellezza arrivano a considerarli dei, sappiano che il Signore di queste
cose è ancora più grande: colui che le ha fatte è la sorgente stessa della
bellezza.” [3]
Il Signore ha creato gli astri, il Signore li domina secondo il
proprio volere ma anche secondo giustizia e per il bene dell’umanità. E’ un
concetto questo che si ripete costantemente nella Bibbia e in Malachia 3:20
e nel Salmo 37:6 il sole è addirittura il simbolo visibile
della giustizia divina e i suoi raggi hanno potere terapeutico. Ma la collera
divina si annuncia con l’oscuramento o col cangiamento di colore degli astri,
così è in Ezechiele 32:7 dopo la morte del faraone:
“Quando cesserai di vivere, coprirò il cielo, oscurerò le
stelle, velerò il sole di nuvole e la luna non brillerà più. Per causa tua non
renderò più luminose le luci del cielo e tufferò la tua terra nell’oscurità. Lo
affermo io, il Signore.”
Così ancora, annuncia il terribile giorno dei reprobi il profeta
Gioele:
“Il sole si oscurerà e la luna diventerà rossa come il
sangue, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile. Ma
chi invocherà il mio Nome sarà salvo. Sul monte Sion e in Gerusalemme
sopravvivranno quelli che io ho scelto.” [4]
Gli fa eco il profeta Isaia:
“Il giorno del Signore si avvicina implacabile. Giorno di
paura, di ira e di furore: la terra sarà tutta un deserto, e saranno distrutti
tutti i peccatori. Stelle e costellazioni smetteranno di brillare, il sole si
farà oscuro fin dal mattino, e la luna non splenderà più.” [5] e poco dopo: “ il sole, la luna e le stelle si
sgretoleranno in polvere. Il cielo si avvolgerà come un rotolo, le stelle
cadranno come le foglie del fico e della vite.” [6]
Ma quando giunge il giorno del perdono e della misericordia,
allora la luce dei luminari diviene molto più forte: “Quando il Signore
curerà e fascerà la ferita del suo popolo, la luna brillerà come il sole. La
luce del sole sarà come la luce di sette giorni” [7] oppure tale luce sarà sostituita da Dio stesso: “Ormai
non avrai più bisogno della luce del sole durante il giorno, né di quella della
luna durante la notte. Infatti io, il Signore, tuo Dio, t’illuminerò per sempre
con il mio splendore. Il tuo sole e la tua luna non tramonteranno più, perché
t’illuminerò per sempre, io il Signore…” [8]
Insomma, anche se a fin di bene, Dio usa gli astri a proprio
piacimento. E’ il solo a poterlo fare? Sembrerebbe proprio di si, perché la
natura dell’uomo è assai più debole di astri e costellazioni:
“C’è qualcosa di più luminoso del sole? Ma se anche il sole
si oscura durante l’eclissi tanto più l’uomo che è solo carne e ossa può essere
oscurato dal male. Dio sa anche controllare gli astri, gli uomini invece sono
solo terra e cenere.” [9]
E Dio stesso chiede a Giobbe[10]: “Sei capace di incatenare le costellazioni o di sciogliere
le stelle? Puoi farle apparire al tempo giusto e trascinare l’Orsa Maggiore con
tutto il suo seguito? Conosci le leggi degli astri? Sei tu che li metti in
relazione con le stagioni?” [11]
Pure, si conoscono due eccezioni: davanti a Giuseppe, in sogno,
si prostrano i due luminari e undici stelle [12] e sempre, ‘Deo concedente’, Giosuè ferma il sole e
la luna per un giorno intero:
“Quel giorno, quando il Signore diede a Israele la vittoria
sugli Amorrei, Giosuè pregò il Signore e gridò alla presenza di tutti gli
Israeliti: ‘Sole fermati su Gabaon! E tu, luna, sulla valle di Aialon! Il sole
si fermò, la luna restò immobile, un popolo si vendicò dei suoi nemici’. Questo
avvenimento è descritto nel ‘Libro del Giusto’; per quasi un
giorno intero il sole restò in alto nel cielo, senza avviarsi al tramonto. Un
giorno come quello non c’è mai stato né prima né dopo di allora, quando il
Signore ubbidì a un essere umano e combatté a fianco d’Israele.” [13]
sergio magaldi
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[10] Giobbe che non riesce a spiegarsi la sventura che d’improvviso si
è abbattuta su di lui dice, tra l’altro, a Dio (Giobbe 31:26-27):‘La
vista del sole splendente o l’avanzare maestoso della luna non mi hanno
tentato. Non ho mai adorato gli astri’
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