domenica 5 gennaio 2020

MAZAL TOV, parte II (L'astrologia nella Bibbia)



SEGUE DA

MAZAL TOV, parte I (L'astrologia nella Torah)



La Bibbia

Nella Torah, non c’è condanna dell’astrologia, ma solo il concetto che la scienza dei Caldei debba essere superata. Nella Bibbia, al contrario, si mette in guardia contro i consigli degli astrologi. Così è in Isaia (47:13-15):

“… hai cercato fino a stancarti il consiglio degli indovini! Si presentino ora a salvarti quelli che osservano le stelle e consultano la mappa del cielo, per dirti ogni mese quello che accadrà. Essi sono come paglia: il fuoco li brucerà! Non scamperanno alle fiamme. Non resterà un po’ di brace per cuocere il pane, o un semplice fuoco per sedersi accanto. Così diverranno i tuoi consiglieri che ti preoccupi di consultare fin dalla tua giovinezza! Ognuno se ne andrà per i fatti suoi; non resterà nessuno a salvarti.”

Naturalmente, la condanna degli astrologi si lega a quella più generale contro l’astrolatria. Si legge nel II Libro dei Re (17:16-20):

Trascurarono tutti i comandamenti del Signore, il loro Dio. Si costruirono due immagini di vitelli in metallo fuso e un palo sacro della dea Asera. Adorarono gli astri e servirono il dio Baal. Bruciarono in sacrificio i loro figli e le loro figlie. Praticarono magie per conoscere il futuro. Si abbandonarono a pratiche contrarie alla volontà del Signore, tanto da esasperarlo. Il Signore si sdegnò molto contro gli abitanti del regno d’Israele, e perciò li scacciò lontano da sé; rimase soltanto la tribù di Giuda. Ma anche gli abitanti del regno di Giuda non osservarono i comandamenti del Signore, loro Dio; seguirono invece le consuetudini introdotte dal regno d’Israele. Perciò il Signore respinse l’intero popolo d’Israele. Per umiliarlo lo abbandonò al saccheggio di briganti. Alla fine lo scacciò lontano da sé.


Nell’ Antico Testamento, la condanna dell’astrolatria è contenuta in molti altri passi: sempre nel II dei Re (23:3-5) allorché è detto che Manasse, re di Giuda praticò il culto degli astri e li adorò e costruì altari in loro onore persino all’interno del Tempio di Gerusalemme e nei due cortili di accesso. E ancora in Ezechiele (8:16):


Poi il Signore mi trasportò nel cortile interno del tempio. All’entrata del santuario, tra il porticato e l’altare, c’erano circa venticinque uomini. Con le spalle al santuario e il viso rivolto a oriente si inchinavano sino a terra per adorare il sole.


Di nuovo, esortando gli ebrei a non vivere al modo degli altri popoli, come in Geremia (10:2-3):


“… Non imitare il modo di vivere delle altre nazioni: esse sono atterrite da fenomeni insoliti che accadono in cielo, ma voi non dovete averne paura. La religione degli altri popoli non vale niente…”


E ancora, annunciando lo sterminio del Regno di Giuda, in Sofonia (1:5): “Sterminerò quelli che salgono sui tetti , per adorare le stelle…” e in Geremia (8:2): “Queste ossa non saranno più raccolte per essere sepolte, ma diverranno letame per la terra. Le lasceranno sparse al sole, alla luna, alle stelle che essi hanno amato e servito, che hanno onorato e consultato, e davanti ai quali si sono prostrati.


Non è un caso che il rifiorire del culto degli astri, tra gli ebrei, coincida con la distruzione di Israele. Perché Israele è fuori da Ur dei Caldei, fuori dall’Egitto, fuori dalla condizione in cui vivono tutti gli altri popoli della terra e quando gli ebrei si comportano proprio come tutti gli altri, Israele non ha più ragione di essere, perché Israele nasconde nel nome la totalità delle porte della conoscenza di questo universo. Infatti, distanziando tra loro le lettere ebraiche che formano la parola  l a r c y  Israel e invertendo di posto la Alef a e la Lamed  si ha Iesh relà  a l r   c y  che significa ‘è 231 con chiaro riferimento alle 231 Porte della Conoscenza.
Le Porte si conoscono utilizzando le 22 lettere, di cui si compone l’alfabeto ebraico, in connessione al Galgal o ruota celeste (che nel Talmud designa la ruota dello zodiaco), com’è scritto nel Sepher Yetzirah(2:4): “22 lettere…Le collocò in circolo come un muro con 231 Porte”. Applicando una formula basata sul principio seguente: dato un certo numero di punti (n) in una circonferenza, il numero delle linee (L) che si ricavano connettendo tra loro tutti i punti è L=n (n-1) / 2. Se n sono le 22 lettere si ha: L= 22x21/2=231.
Dunque, l’alfabeto sacro agli ebrei, col quale Dio ha creato il mondo, si coniuga qui addirittura con la ruota dello zodiaco per formare le porte della conoscenza. C’è dunque un sapere legato agli astri da cui non si può prescindere e che, anzi, è condizione essenziale della conoscenza del divino.
Continuando, intanto, la disamina del testo biblico, nella Lettera di Geremia 59-66, si può cogliere la notevole differenza che intercorre tra astrologia e astrolatria, tra astri e idoli:


Il sole, la luna e le stelle brillano e sono mandati a illuminare, essi fanno volentieri il loro servizio. Anche il lampo, quando guizza, si fa vedere perfettamente; così pure il vento: soffia per tutta la regione. Quando Dio comanda alle nubi di coprire la terra, esse ubbidiscono. Anche il fulmine, quando è mandato dall’alto a devastare montagne e foreste, fa quello che gli è comandato. Gli idoli invece non assomigliano a queste cose né per l’aspetto né per la forza. E’ chiaro dunque che non si deve pensare o dire che sono dei; infatti non sono in grado di fare giustizia o di far del bene agli uomini. Sapete che non sono dei, quindi non temeteli! Gli idoli non possono né benedire né maledire i re. Non mostrano ai popoli nessun segno in cielo: non illuminano, come fa il sole; non rischiarano la notte, come fa la luna.


Nella Bibbia, gli astri sono dunque per l’uomo il linguaggio dei cieli, i segni della volontà di Dio. Ne potrebbe essere diversamente, considerando che furono creati da Dio nel quarto giorno e furono cosa buona (Genesi 1:14-19). E addirittura nei versetti di Daniele 12:2-3, è detto che i saggi, dopo la resurrezione, brilleranno nel cielo come stelle. “E tu –dice il Signore a Daniele, nel successivo versetto (12:4)- conserva segreto questo messaggio, non svelare il contenuto di questo libro prima del tempo della fine. Allora molti lo consulteranno e la loro conoscenza crescerà.” Di nuovo il concetto, anche se diversamente formulato, cui accennavo prima: c’è un sapere collegato agli astri che apre le porte della conoscenza.

sergio magaldi

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