Senza storia il derby romano dove la Lazio domina dal
principio alla fine mettendo in mostra un gioco che non si vedeva dall’anno
scorso, almeno sino all’interruzione del Campionato per il covid-19. D’altra
parte, la Roma ci ha messo molto del suo, non solo per gli errori di Ibañez che
in pochi minuti hanno consentito ai biancocelesti di portarsi sul 2-0, ma
soprattutto per i demeriti di Fonseca che ai tre grandi centrocampisti centrali
della Lazio (Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto) inizialmente ha opposto
solo Villar e Veretout, poi ha tolto prima Veretout e infine persino Villar,
lasciando la zona centrale del campo nei piedi di Pellegrini e Cristante che
centrocampisti non sono. L’allenatore della Roma, non ha mai capito – né prima
della partita né durante – che tutto si sarebbe deciso nella sfera di
centrocampo: perché non schierare anche Diawara per avere la parità numerica,
oppure perché non avanzare Mancini accanto a Veretout e Villar e schierare
Kumbulla in difesa? Mistero! Ma sino ad un certo punto, perché Fonseca è
recidivo: più o meno lo stesso comportamento adottò nel secondo tempo di
Roma-Atalanta. In più, il tecnico portoghese ha lasciato che a contrastare
Lazzari sulla fascia – ieri sera in gran forma - da un certo punto in poi ci fosse Bruno Peres
chiamato incredibilmente a sostituire Spinazzola.
Un problema di fascia si pone anche per Pirlo nel derby
d’Italia di domani sera. Nella probabile formazione della Juventus, infatti,
sembra che a contrastare Hachimi sia chiamato Frabotta che non salta mai
l’uomo, causando spesso le ripartenze degli avversari. È vero che la Juve dovrà
fare a meno di Alex Sandro (oltre a Cuadrado, de Light e Dybala), ma se il
tecnico bianconero non ricorrerà a qualche espediente per fermare l’esterno
interista, la mia impressione è che la Juve possa subire domani la stessa sorte
toccata ieri alla Roma. Il trio Hachimi-Lukaku-Lautaro potrebbe rivelarsi
micidiale con Chiellini appena rientrato e con Bonucci fuori condizione. Per
non parlare di Ronaldo che da qualche settimana non sembra più lo stesso. C’è
solo da sperare che l’orgoglio bianconero e l’illuminazione del “predestinato”
spingano i bianconeri ad una terza grande partita dopo quelle disputate e vinte
contro Milan e Barcellona.
sergio magaldi
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