sabato 9 luglio 2022

FORMULA 1 FERRARI: "LA VITTORIA MUTILATA" DI SILVERSTONE


Tutto è stato ottimizzato ma qualcosa non va. Questo è sostanzialmente il concetto che rappresenta purtroppo la realtà delle Ferrari

di Alberto Zei 


I responsabili di settore

 Alle dirette ragioni tecniche dei  mancati  successi Ferrari in questi ultimi GP,  debbono aggiungersi altri ostacoli che, all'interno del "Box", i responsabili avrebbero dovuto  già  ipotizzare a tavolino per le strategie di gara; strategie che non hanno le complicate combinazioni di un gioco di scacchi ma che semplicemente necessitano di una giusta programmazione e non di improvvisazione con decisioni sbagliate del “muretto”.

Non solo, ma la cosa più preoccupante è che gli stessi personaggi che determinano il fallimento del risultato difendano poi  la loro decisione. Il che significa purtroppo che credendo di avere fatto il meglio che si poteva fare, la prossima volta si comporteranno alla stessa maniera:

In quel momento il buon senso suggeriva di dare la priorità alla macchina al comando, proteggendone la posizione in pista. Non c’è niente di inusuale in questa strategia, diamo sempre la precedenza alla monoposto nella posizione migliore, in questo caso Charles. Aveva le gomme più fresche… Allo stesso tempo abbiamo deciso di mettere Carlos sulla strategia opposta, in modo da coprire ogni possibilità. Se non lo avessimo fatto, avremmo rischiato di perdere la gara e consegnarla nelle mani dei nostri avversari”

Così Mattia Binotto giustifica “la strategia” che ha mandato Leclerc fuori dal podio nel Gran Premio di Silverstone.

Dal canto suo, Charles Leclerc non ha mancato di replicare:

 La scuderia ha voluto effettuare uno split: la macchina dietro rientra per montare le soft e quella davanti tiene la posizione. Non penso fosse la decisione giusta, ma ormai è andata... Non voglio che la mia rabbia, oscuri la domenica speciale di Carlos  

Tutto ciò  non  rappresenta  il problema del così detto  “latte versato” sul quale è inutile recriminare, ma il fatto che quanto è avvenuto si ripeterà, così come si sta ripetendo.

Parlando ancora di metodo, Napoleone mandava a casa i suoi generali “sfortunati“, tanto da assicurarsi in tal modo il risultato di ben 15 anni di successi.

Per quanto riguarda la Ferrari, basterebbe chiedersi cosa ha significato mantenere nei ruoli chi è intervenuto all’interno del box nel campionato 2010, quando Alonso,  richiamato al box  nel momento sbagliato non è stato più  in grado di risalire, mentre anche pochi punti in più di retrovia sarebbero bastati per vincere ad Abu Dhabi, in quell’ultima gara, il  campionato del mondo.

Dietro il muretto 

Nella recente  gara di Montecarlo, ove la quasi totalità dei sorpassi,  come in ferrovia, avvengono alle  stazioni, a Montecarlo si fanno ai box, come si ricorderà, con regole neppure uguali per tutti (superamento della linea gialla).

E’ stato pertanto inammissibile, perché nel momento sbagliato, chiamare al Box Ferrari, per il cambio gomme,  i due piloti in testa alla gara, facendoli retrocedere di posizione. 


   


   




   La linea  gialla dell’ uscita dai box





L’ analogo sorpasso dei treni in stazione   


D’altra parte le decisioni  ai box vengono prese da “esperti” di settore  che devono saper prevedere in anticipo con l’ ausilio di tutti i mezzi tecnici di cui dispongono (e sono tanti), il magico momento del cambio dei pneumatici.

Non si tratta, come detto,  del complicato gioco di combinazioni  degli scacchi ma di scelte molto più facili che non possono portare a risultati così deludenti. 

Ma i responsabili sono proprio  degli esperti o hanno solo il merito di ex appartenenti alla scuderia Ferrari?  Non è quindi un caso che anche  al muretto a Silverstone  si siano fatti sfuggire l’occasione della safety car per cambiare le gomme all’auto di Leclerc. Se ciò che conta è vincere il campionato del mondo, arrivare primi a Silverstone con Sainz e non con Leclerc, è una vittoria che lascia il tempo che  trova. 

Ecco dunque che le cose si ripetono e chi sbaglia anche una sola volta difendendo però il proprio operato, è destinato a ripetere simili errori  in futuro.

Come un opera d’ arte  

Nel  tema tecnico delle continue innovazioni migliorative della F1,  per ottenere il risultato finale, non è sufficiente che ogni dispositivo preso a sé stante  sia perfetto. La conclusione  vincente  infatti esige ben altro.

Nel suo genere, per  gli appassionati di questo sport, il funzionamento complessivo di una monoposto di Formula 1 deve realizzare in ogni dettaglio una sorta di poesia  che risuona con le aspettative di ciascuno; come una  poesia in omaggio al rosso Ferrari, che potrebbe intitolarsi: “Sogno  purpureo”.

Le parole di una poesia per racchiudere un sentimento di bellezza e di condivisione, devono poter esprimere un ritmo, ma anche così non significa trovarsi di fronte ad una poesia vera e propria, se l’ autore non riesce a trasmettere l’essenza stessa delle qualità e delle emozioni.

 Una nota di folclore

Sia consentita una punta di ironia a tanta “ sfortuna “ dei soliti esperti che giustificano le loro scelte non sapendo cogliere al volo quelle opportune.

I Greci conoscevano tre divinità del Tempo: Chronos che si occupava del tempo cronologico; Aiòn  che sovraintendeva al tempo eterno e Kairos che era la divinità del tempo fuggente e che, al momento opportuno, passava rapidamente davanti a chi riusciva a cogliere al volo un’ occasione favorevole. Gli uomini potevano trattenerlo  afferrandolo per il lungo e unico ciuffo di capelli che aveva sopra la fronte.

Bisognerebbe che qualcuno del Box Ferrari riuscisse a  prendere Kairos per i capelli.

 I possibili rimedi

 Allo stato delle cose, considerata l’importanza dell’incarico tecnico degli addetti ai lavori, chi  compie delle scelte sfortunate è molto probabile che ripeta   gli stessi errori. Quindi…….., se  le cose resteranno le stesse il risultato anche nel futuro non si discosterà di molto da quello a cui assistiamo. Se invece saranno ottimizzate le premesse,  stante la classe dei piloti Ferrari, soprattutto di Leclerc,  il successo non potrà mancare.


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