La decisione della Corte d’appello della Figc
di penalizzare la Juventus di 15 punti in classifica per la vicenda delle
cosiddette plusvalenze fittizie sta suscitando l’ira dei tifosi bianconeri e il
giubilo di tutti gli antijuventini, da sempre pronti a scagliarsi contro la
squadra di calcio più titolata d’Italia. Il tifo, però, rischia di non essere
sereno nel valutare, in un senso o nell’altro, i fatti che hanno portato il procuratore della Figc, Giuseppe
Chiné, a
chiedere in appello la riapertura del processo - archiviato in prima istanza -
e la penalizzazione di 9 punti per la Juve che la Corte ha poi addirittura portato
a 15.
Vediamo
sia pure in breve sintesi i fatti, punto per punto:
1)Tutto ha inizio con le indagini di Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) e Covisoc (Commissione di vigilanza della Federazione Italiana Gioco Calcio-Figc sulle società di calcio professionistiche) sulle operazioni di mercato delle squadre di Serie A. Essendo la Juve quotata in borsa, il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) chiede alla Procura di Torino se nelle operazioni di mercato della Juventus e nei bilanci vi siano state misure a danno degli azionisti.
2)La
Procura di Torino dispone immediatamente l’indagine. Di rimbalzo interviene con
una inchiesta anche l’organo giudiziario della Figc che pur sospettando
anomalie del mercato, per presunte plusvalenze fittizie, assolve in prima
istanza la Juve e le altre squadre con cui la società piemontese dal
3) Dalle indagini della Procura di Torino emergono però nuovi elementi che consentono al procuratore della Figc di chiedere la riapertura del processo e la penalizzazione di 9 punti della Juventus, nonché la sospensione temporanea dei suoi dirigenti e dei dirigenti delle altre squadre con cui la Juventus ha concluso operazioni di mercato basate sul sistema delle plusvalenze nello scambio di giocatori.
4) La Corte d’appello della Figc decide infine, nella tarda serata dello scorso Giovedì 20 gennaio di penalizzare di 15 punti la Juventus in classifica e di sospendere con varie tempistiche i suoi dirigenti, mentre assolve tutte le altre squadre e i loro dirigenti.
5) Di qui, la rabbia del popolo juventino, ma anche la domanda (solo ingenua?) di molti addetti ai lavori: “Com’è possibile che venga penalizzata solo la Juve, se le plusvalenze fittizie o meno si realizzano sempre almeno tra due squadre?”.
6) La domanda che a prima vista sembra legittima non tiene conto delle INTERCETTAZIONI: i dirigenti della Juve – secondo notizie rese pubbliche dai media – si sarebbero lasciati andare nelle conversazioni telefoniche intercettate dalla Procura di Torino a dover ammettere di aver fatto ricorso a plusvalenze fittizie per far quadrare i bilanci. Il motivo per cui tutte le squadre con cui la Juventus ha fatto operazioni di mercato con “presunte” plusvalenze fittizie siano state assolte dipenderebbe dal fatto che l’ammissione di “colpevolezza” nelle intercettazioni non riguarderebbe questo o quel giocatore, questa o quella società in particolare, ma un intero sistema di scambio. E proprio questo, tuttavia, rappresenta a mio giudizio il lato debole della sentenza della Corte d’appello della Figc. Bisognerà comunque attendere le motivazioni della sentenza, prima di poter far ricorso alla Giunta del Coni che funziona come Cassazione e/o terzo grado di giudizio e che, com’è noto, non può intervenire sul merito, ma solo cancellare la sentenza per vizio di forma e/o per riscontrata lesione dei diritti della difesa e rinviare il tutto alla Figc per l’eventualità di un nuovo procedimento.
7) Dal che risulta almeno parzialmente giustificato lo sfogo dei tifosi che si può così riassumere: “Perché solo noi? Perché solo i dirigenti juventini sono intercettati? Se si facessero indagini accurate su tutti gli altri club della Serie A, a cominciare dalle società altrettanto prestigiose del Campionato, si giungerebbe allo stesso risultato che ha portato alla penalizzazione della Juve”. Può darsi, ma può darsi anche di no, per due ragioni: a) intercettazioni su altre squadre non possono essere usate dalla Figc semplicemente perché NON CI SONO: le procure di altre città, a differenza della Procura di Torino, non hanno aperto indagini sulle squadre cittadine e dunque chiesto al Gip l’autorizzazione ad intercettare b) anche in presenza di intercettazioni, non è detto che i dirigenti di queste altre società abbiano mai ammesso, durante le conversazioni telefoniche, di essere ricorsi al sistema delle plusvalenze fittizie.
Tutto ciò premesso, non resta alla Juve che affidarsi alla nuova dirigenza e al nuovo Presidente che ha parlato di “difesa senza arroganza”. Ai tifosi cosiddetti antijuventini l’invito a domandarsi: “Che succederebbe se anche la mia squadra fosse indagata seriamente?”. Ai tifosi juventini il dovere di sostenere la squadra in tutto e per tutto, soprattutto sui campi di gioco, a cominciare dalla difficile partita di questa sera a Torino contro l’Atalanta. Ricordando altresì ciò che di buono è stato fatto dalla Presidenza e dal C.D. dimissionari: i 9 scudetti, le due finali di Champions e i tanti acquisti di calciatori che hanno dato prestigio alla squadra, tutti successi che non possono essere dimenticati per ciò che avviene oggi sul piano amministrativo-giuridico (personalmente ritengo sbagliata se non addirittura controproducente la misura delle plusvalenze adottata dall’UEFA sia pure al fine di limitare i debiti delle squadre di calcio: un’indagine puntuale su tutte le principali società calcistiche europee – con l’eccezione forse solo di quelle della Premier League dotate di risorse quasi illimitate – metterebbe probabilmente in luce il fenomeno pervasivo delle cosiddette plusvalenze fittizie), nonché sul piano meramente sportivo, dove la Juve da circa un anno e mezzo, alternando vittorie “di corto muso” a disfatte impensabili (vedi le tre sconfitte sulle quattro partite di Champions e il recente 5-1 subito contro il Napoli), mostra ormai, forse, il gioco peggiore della Serie A.
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