Un viaggio nella Qabbalah non poteva che avvenire osservando innanzitutto l’Albero della Vita, a cominciare dalla riflessione sul versetto di Genesi II, 9: «Adonai Elohim fece germogliare dal terreno tutti gli alberi dall’aspetto piacevole e dal frutto buono a mangiarsi, l’Albero della vita in mezzo al giardino e l’Albero della conoscenza del bene e del male».
Con questo spirito abbiamo compiuto un’ascesa virtuale (perché altra cosa è un vero e proprio cammino iniziatico) lungo l’Albero a partire da Malkuth al fine di mostrare che solo attraverso la rettificazione personale è possibile il Tiqqun Haolam, la rettificazione del mondo intero.
Di Sephirah in Sephirah siamo giunti infine a Tiphereth che come “Cuore dell’Albero” ha una funzione riparatrice delle Sephiroth cosiddette emotive, i cui recipienti di luce subirono una frantumazione con la dispersione di 288 scintille di santità, divenute preda del male.
È la “Rottura dei vasi” la Shevirat haKelim causata dagli eventi biblici o più probabilmente dallo Tzimtzum e dal primo raggio di luce che si diffonde appena un istante dopo lo Tzimtzum, balenando nel vuoto e cominciando a creare mondi.
Luce troppo forte per essere trattenuta oltre le Sephiroth superne: Kether-Chokmah-Binah.
Ed è proprio da Kether che tutto ha inizio, con i suoi 620 pilatri di luce che discendono prima in Chokmah, la cui energia si trasforma in materia e poi in Binah, la matrice che è forma dei mondi e di tutto ciò che esiste.
In questa ottica, le Sephiroth dell’Albero della vita anticipano incredibilmente i cosiddetti campi quantici della fisica contemporanea perché, così come le Sephiroth, i Campi quantici si propagano nello spazio-tempo generando onde/particelle di luce e creando l'Universo di energia pulsante, in cui tutto è invisibilmente interconnesso.
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