mercoledì 25 settembre 2024

LA RAGNATELA DI THIAGO MOTTA


  

 

 Alla 5.a di Campionato, prima vittoria di Bologna, Fiorentina e Roma (oltre a Venezia e Como), appaiate ora in classifica a sei punti. Il Milan vince il derby raggiungendo a otto punti un Inter che sembra avere ancora la testa a Manchester. L’Atalanta, reduce di Champions, perde la testa in casa contro il Como. La Lazio è fermata da arbitro e Var con due rigori contro abbastanza discutibili, soprattutto il secondo, mentre un rigore a favore le viene commutato in una punizione dal limite, con la motivazione che il fallo ai suoi danni inizia fuori dell’area di rigore, senza tener conto che poi si concretizza al suo interno.

 

Degna di nota la vittoria dei giallorossi (3-0 contro l’Udinese prima in classifica), trascinati da Ivan Jurić, nuovo allenatore capitolino, in uno stadio in cui la curva è rimasta deserta per la prima mezz’ora di partita, come forma di protesta contro l’esonero di Daniele De Rossi. Si è detto da più parti che il licenziamento del campione ed ex giocatore della Roma è ingiusto e incomprensibile, dopo appena quattro partite e con un contratto triennale da 3 milioni a stagione. Comprensibile il dispiacere dei tifosi, ma occorre ricordare che la squadra allenata da De Rossi nelle ultime 9 partite (le ultime 5 del campionato scorso, le prime 4 di quello in corso) conta una sola vittoria (19 maggio 2024:1-0 in casa contro il Genoa). Per la verità, la Roma aveva dimostrato notevoli progressi nelle due ultime uscite, a Torino pareggiando con la Juve e a Genova, dove un rigore non fischiato le ha forse scippato la vittoria, ma bisogna anche tener presente che, nella sua unica esperienza da allenatore, De Rossi è stato esonerato dalla Spal dopo solo 13 giornate del campionato di serie B. Allora perché fargli  firmare un contratto così lungo e oneroso? È ciò che si chiedono i tifosi. Per fare da parafulmine all’esonero di Mourinho era sufficiente anche un solo anno di contratto. È vero, ma perché criticare la proprietà che ha voluto offrirgli questa opportunità che ora le costa circa 18 milioni (tra stipendio netto e lordo)? Diciamo che aveva creduto in lui e che a un certo punto non ci ha creduto più. Diciamo allora che la proprietà ha sbagliato, ma anche che Daniele De Rossi non ha saputo o potuto approfittare della grande occasione che gli era stata offerta.

 

L’altra grande partita di cartello (oltre al derby milanese) della 5.a di Campionato è stata Juventus-Napoli, terminata 0-0, che è anche il terzo pareggio consecutivo dei bianconeri a reti bianche, dopo quelli con la Roma in casa e l’Empoli fuori, con l’unica consolazione di non avere ancora preso goal nelle prime cinque giornate di Serie A. I tre pareggi consecutivi non sorprendono più di tanto: non solo sono in linea con il percorso compiuto l’anno passato dal Bologna di Thiago Motta, ma si iscrivono senza soluzione di continuità nell’ultimo anno della Juve di Allegri. Infatti, se guardiamo la classifica finale del Campionato 2023/2024, ci si accorge che i numeri di Bologna e Juventus sono abbastanza simili, se si escludono i 3 punti in più che sono valsi ai bianconeri il terzo posto in classifica rispetto al quinto dei felsinei. La Juve chiude con 19 vittorie 14 pareggi e 5 sconfitte, il Bologna con 18 vittorie, 14 pareggi e 6 sconfitte. Da notare che tra le prime otto squadre della classifica con accesso alle coppe europee, Bologna e Juve hanno il primato con lo stesso numero di pareggi (14), mentre Fiorentina, Milan e Roma ne hanno 9, Inter e Lazio 7, Atalanta 6. C’è di più se si guarda ai goal fatti e subiti: Juve 54 fatti e 31 subiti, Bologna 54 fatti e 32 subiti!

Da questa analisi sembra evidente, non tanto che la Juve fatichi a “liberarsi” dagli schemi di Allegri, quanto che Thiago Motta e Allegri abbiano una organizzazione di gioco abbastanza simile.

L’anno scorso, vedendo giocare il Bologna, ebbi subito l’impressione che il suo splendido ruolino di marcia in campionato, nonostante una rosa non eccelsa, dipendesse da una sorta di ragnatela con cui riusciva a imbrigliare il gioco degli avversari. La stessa ragnatela che Thiago Motta sta proponendo quest’anno alla Juve e che, quando i bianconeri sono nella propria area, molto ricorda la difesa bassa e ad oltranza di Allegri. Appena però il baricentro della Juve si sposta in avanti, allora si ha l’impressione di un’altra squadra rispetto a quella del passato, proprio perché la ragnatela si estende ora a tutto il campo imbrigliando gli avversari. Il vantaggio per chi sa gettare questa rete ha però delle controindicazioni: la corsa è rallentata, la verticalizzazione sminuita, con scarsa propensione a tirare nella porta avversaria e a cercare profondità e punta centrale. In questa situazione, il rischio è di finire prigionieri della propria ragnatela, a meno di non trovare un’improvvisa via di uscita, con un colpo da campione, come Yildiz nella prima partita di Champions League.

In conclusione, se Thiago Motta riuscirà a liberarsi della propria ragnatela negli ultimi venti metri di campo, la Juve potrà lottare per lo scudetto, altrimenti dovrà accontentarsi al massimo di ripetere l’ultimo piazzamento di Allegri.

 

Sergio Magaldi  

 


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