mercoledì 23 giugno 2010

MONDIALI: LIPPI E LA NAZIONALE, PEPE E LA JUVE

Non ho espresso il mio parere sulla nazionale di calcio alla vigilia dei mondiali, per non unirmi al coro dei tanti neo-detrattori di Lippi e ho voluto attendere il momento dell’esordio. Dopo la partita col Paraguay ho atteso ancora…anche perché quanto pensavo dell’Italia calcistica l’avevo già detto nell’articolo del lontano Giovedì 2 Aprile che i lettori del Blog trovano in archivio.

Tutto è andato come “doveva”: le mancate convocazioni di Cassano, Balotelli, Giuseppe Rossi, Perrotta (ma Gattuso sì!), Totti e Del Piero, i numerosi errori in sede tattica, nell’attribuzione dei ruoli e nella scelta degli interpreti fanno di questa nazionale una squadra grigia che pareggia a stento con il Paraguay dando tuttavia l’impressione di essere in ripresa (dopo le due disastrose amichevoli) e soprattutto che ripete lo stesso risultato addirittura con la Nuova Zelanda grazie ad un rigore inesistente! Pure, l’impegno non è mancato e si ha l’impressione che “gli uomini di Lippi” non siano in condizione di fare di più. Naturalmente ci sono anche gli alibi: l’infortunio di Buffon e di Pirlo. Ma il Buffon di quest’anno è un portiere come un altro e Pirlo non è più il “regista” che tutti c’invidiavano nel 2006.

Lippi ha portato in Sud Africa calciatori già vicini alla pensione e/o che hanno fatto le riserve in campionato oppure che hanno giocato pochissimo per via dei numerosi infortuni. Ha fatto blocco per tutto l’anno con ben 9 giocatori della Juve (ridotti poi a 6) che, tra campionato e coppe ha perso più di 20 partite. Per l’attacco ha attinto dall’Udinese che si è salvata a stento dalla serie B. È vero che Di Natale è il capocannoniere della A con ben 29 goal, ma ha più di 32 anni e in nazionale non ha mai entusiasmato. Il bello tuttavia è che, nelle prime due partite del Mondiale, Di Natale non è stato titolare.

Lippi ha invece lanciato Pepe (Udinese), un giocatore in panchina per buona parte del campionato, e che ha mostrato al Mondiale tanta buona volontà ma scarso profitto, col risultato di indurre la Juve all’ennesimo acquisto sbagliato, per di più per la somma di 12 milioni di euro! Quella stessa Juve che continua imperterrita con gli errori degli ultimi anni e non ha ancora imparato la lezione: si lascia soffiare Benitez dall’Inter con la motivazione che sarebbe costato troppo, per assumere la celebrata coppia della Samp, reduce dal “trionfo” del quarto posto in campionato e che non costa meno, con un allenatore (Del Neri) che ha fallito a Roma, nel Porto e nella seconda volta del Chievo.

Lippi ha portato con sé Pazzini ma gli ha preferito Gilardino che non segna dal mese di Marzo e persino Jaquinta assente dai campi tra Novembre a Maggio. E Pazzini, Lippi ha diviso da Cassano, lasciato tranquillamente a casa, sparigliando una coppia di attaccanti che s’intende a meraviglia e che ha prodotto gioco e goal.

Lippi ha lasciato a casa Balotelli l’unico italiano di colore ed anche il più forte tra gli attaccanti italiani e PROPRIO NEL MONDIALE AFRICANO. Perché? Per la gioia del tifo razzista e/o provinciale che vede come fumo agli occhi il nero italiano e/o l’oriundo in nazionale, dimentico che le maggiori squadre europee si servono addirittura di uno stuolo di “naturalizzati”, inevitabile conseguenza della società globalizzata (e non solo)? Ma qui la responsabilità non è solo di Lippi, almeno nel caso di Balotelli sarebbe dovuta intervenire la Federcalcio (?!). Si tratta di un giocatore valutato non meno di 30-40 milioni di euro, ma a Lippi non andava bene, perché “ lui ha a cuore l’unità del gruppo” o perché “l’unico vero fuoriclasse dell’Italia è lui”, come solo qualche giorno fa continuavano ad affermare i soliti ineffabili commentatori, ex calciatori e/o giornalisti, targati Rai.

L’augurio, comunque, è che l’Italia batta la “fortissima” Slovacchia (si mormora che dovrebbe rientrare nelle file azzurre “un campione straordinario” come Gattuso!) e superi i turni eliminatori. Nelle circostanze attuali sarebbe addirittura un trionfo cedere all’Olanda negli “Ottavi”, evitando di tornare a casa per aver dovuto soccombere, noi campioni del mondo uscenti, alle “potentissime” nazionali del nostro girone: Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia.

Facile ironia a parte, auguro naturalmente agli azzurri di bissare il successo del 2006, senza preoccuparmi che qualcuno mi prenda per pazzo…

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