Da www.informazionecorretta.com la recensione di Giorgia Greco al libro di
FULVIO GIANNETTI, Lettera per un amico cristiano, Sovera Edizioni, 2011
Una fotografia del campo di concentramento nazista di Terezin nei pressi di
Praga accoglie il lettore del breve ma intenso saggio di Fulvio Giannetti;
medico chirurgo proveniente da una famiglia di origini spagnole è autore di
testi sull’occupazione nazista in Italia e attualmente vive a Gerusalemme.
Un’immagine quella di copertina che richiama subito l’attenzione del lettore
sul concetto di martirio di cui gli ebrei sono stati vittima nel corso dei
secoli: un popolo che, a differenza di altri, ancora oggi nel proprio Stato
democraticamente costituito deve affrontare pregiudizi e difendersi da coloro
che spargendo odio ne vorrebbero la cancellazione.
“L’odio antisemita che ha invaso tutta l’Europa dall’800 in poi, non avrebbe
avuto terreno tanto fertile senza l’antigiudaismo che fu propedeutico e
trasformò l’odio contro gli ebrei, intesi come praticanti una religione
demoniaca, in odio contro gli ebrei intesi come popolo…” così scrive la
corrispondente da Israele di Informazione corretta, Debora Fait, nell’accurata
prefazione al saggio di Giannetti.
Nemmeno la Shoah con il suo carico di sei milioni di innocenti sterminati ha
fatto cessare questa distorsione morale, un odio camuffato da antisionismo
radicale che ora è rivolto allo Stato degli ebrei, demonizzato e a rischio di
sopravvivenza ogni giorno.
L’autore nella sua “lettera” a un amico cristiano analizza con rigore storico
avvalendosi di dati documentali puntuali la versione riportata nei Vangeli per
quanto attiene al ruolo di Ponzio Pilato. Se la narrazione dei Vangeli descrive
la figura di Pilato come un uomo esitante e debole, opportunista sotto il
profilo politico, Giannetti riporta invece l’immagine di un uomo spietato,
responsabile della morte del fratellastro, e di numerosi crimini compiuti come
governatore della Giudea.
Lo scrittore si sofferma in particolar modo sul processo subito da Gesù a
Gerusalemme nel Praetorium romano, dinanzi a Pilato. Argomentando sulla base di
fonti storiche accurate Giannetti invita a prendere con cautela le narrazioni
evangeliche che indicano negli ebrei i principali responsabili della passione
di Cristo, scagionando il governatore da qualsivoglia responsabilità: quanto
sopra in virtù del fatto che non si possiede una testimonianza diretta del
processo essendosi svolto a porte chiuse.
Le affermazioni poco veritiere degli evangelisti sarebbero dunque da ascriversi
al timore che la loro fede venisse annientata dalla repressione del potere
romano e dunque al tentativo di ingraziarsi Roma.
Nel breve saggio Giannetti affronta con accuratezza storica anche l’argomento
dell’arresto di Gesù (evidenziando le contraddizioni presenti nella narrazione
evangelica), della situazione socio-politica nella quale il Cristo ha vissuto e
dell’influenza che gli ambienti farisaici vicini agli zelati ebbero nella sua
formazione spirituale.
La lettura di questo libro offre in poche pagine un’occasione imperdibile per i cristiani di riflettere sui fatti storici narrati dagli evangelisti in modo non sempre corretto e le cui conseguenze si sono riverberate per secoli sul popolo ebraico, generando quel tessuto nel quale si è innestato un radicato antigiudaismo che è arrivato fino ai giorni nostri.
La lettura di questo libro offre in poche pagine un’occasione imperdibile per i cristiani di riflettere sui fatti storici narrati dagli evangelisti in modo non sempre corretto e le cui conseguenze si sono riverberate per secoli sul popolo ebraico, generando quel tessuto nel quale si è innestato un radicato antigiudaismo che è arrivato fino ai giorni nostri.
Da questa “Lettera” si può imparare molto e l’auspicio di chi scrive è che
rimanga nel cuore del lettore per aiutarlo a mutare atteggiamento verso il
popolo ebraico sgombrandogli la mente dai pregiudizi, dall’odio e
dall’intolleranza che impediscono di guardare allo Stato di Israele con il
rispetto e la considerazione dovuti a qualsiasi nazione legittimamente e
democraticamente costituita.
Giorgia Greco
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