Dan Brown, INFERNO, Mondadori, Milano, 2013, pp.522 |
Nel porre
l’interrogativo, sono portato a rispondere, forse come altri farebbero, che l’inferno non è solo il futuro ma è già il
presente dell’umanità. Basti pensare alle periferie dei grandi centri urbani e
alle periferie del mondo dove fame, malattie, degrado, incesto, prostituzione
infantile e violenze d’ogni genere dominano incontrastate. Ma l’inferno, cui si
riferisce il nuovo, ottimo romanzo di Dan Brown, è ben peggiore di quello che
purtroppo alcuni conoscono e che per fortuna altri immaginano soltanto. È l’
INFERNO di Dante, come afferma l’Ombra misteriosa che Robert Langdon – famoso
protagonista dei romanzi dello scrittore nordamericano – è costretto ad
inseguire, pur essendo braccato a sua volta:
“L’Inferno di Dante non è
finzione… è profezia!
Sofferenza e
tribolazione. Questo è il panorama del futuro.
L’umanità, se
non è tenuta a freno, agisce come una pestilenza, un cancro… Il numero degli
abitanti cresce a ogni generazione finché le risorse terrene che un tempo
alimentavano la nostra virtù e solidarietà si ridurranno gradualmente a zero,
svelando il mostro che è in noi, spingendoci a lottare fino alla morte per
nutrire i nostri piccoli.
Questo è
l’Inferno dantesco.
Questo è ciò
che ci attende.
Mentre il
futuro si avventa su di noi, alimentato dall’inesorabile matematica di Malthus,
noi restiamo in bilico sopra il primo cerchio dell’Inferno… e ci prepariamo a
precipitare più rapidamente di quanto abbiamo mai immaginato[…]
Non fare
nulla significa accettare un inferno dantesco… affollato di anime affamate e
sguazzanti nel peccato.
E così,
coraggiosamente, ho deciso di agire.
Qualcuno
inorridirà, ma la salvezza ha un prezzo.
Un giorno il
mondo arriverà a comprendere la bellezza del mio sacrificio.
Perché io
sono la vostra Salvezza.
Io sono
l’Ombra.
Io sono la
via che conduce all’era postumana.”[Cit., pp.167-168].
Il
riferimento che l’Ombra – dietro la quale forse si nasconde uno scienziato
geniale – fa a Malthus lascia pochi dubbi circa l’esistenza di un piano
diabolico per “contenere” la crescita demografica. Probabilmente un virus letale per decimare la popolazione
del pianeta che, raggiunto il miliardo agli inizi dell’Ottocento, ha ormai
superato i 7 miliardi di abitanti. L’accresciuto benessere degli ultimi due
secoli, il progresso scientifico e tecnologico che ha permesso di combattere efficacemente
le epidemie del passato, le guerre da continentali divenute regionali [in virtù
delle esigenze del mercato mondiale e della globalizzazione, ma anche per
l’accresciuta consapevolezza] sembrano smentire le previsioni matematiche di
Malthus: la popolazione tende a crescere in modo geometrico ma lo strumento che
in passato regolava il rapporto abitanti-disponibilità di cibo e risorse,
sottoforma di guerre di sterminio, epidemie, pestilenze e carestie, ora è
venuto meno. Secondo la filosofia dell’Ombra, il pericolo è ormai quello
dell’estinzione del genere umano, dopo un lungo periodo di indicibile
sofferenza. Peccato tanto più grave perché, mai come in questo momento, l’uomo
sembra avviato finalmente a varcare la soglia della superumanità. Perché il
sogno di Nietzsche si avveri e ad evitare l’estinzione degli umani, occorre
dunque intervenire: il sacrificio di alcuni consentirà agli altri, secondo il
principio darwiniano della sopravvivenza dei più forti, di proseguire nel loro
cammino evolutivo verso il superumano.
Tutto ha inizio con il risveglio di Robert
Langdon in un letto d’ospedale, dopo essere stato operato alla testa per una
ferita da arma da fuoco. Il professore non ricorda più nulla di quanto gli è capitato,
né del perché, dagli Stati Uniti, si trovi catapultato a Firenze, come gli
comunica Sienna Brooks, la giovane dottoressa che lo assiste e che poco dopo lo
aiuterà a fuggire dall’attentatrice, entrata in ospedale per portare a
compimento il proprio lavoro. Non è solo Vayentha – intenzionata ad ucciderlo –
a dargli la caccia. Due potenti organizzazioni,
una pubblica e l’altra privata, insieme al consolato americano e alla pubblica
sicurezza locale, per un motivo o per l’altro, cercano di catturarlo. Robert e
Sienna, divenuta sua complice, cercano scampo per tutta Firenze, a loro volta sulle
tracce dell’Ombra misteriosa che ha inscenato una sorta di macabra caccia al
tesoro. È il piccolo cilindro di metallo lucido, che Robert ritrova in una
tasca nascosta della sua giacca, ad aprire i giochi. Contiene un sigillo
decorato con un diavolo a tre teste e tre bocche che divorano altrettanti
uomini, simbolo medievale della peste nera. Sotto il demone, 7 lettere a
formare la parola SALIGIA, le iniziali in latino dei 7 peccati capitali: Superbia, Avaritia, Luxuria, Invidia, Gula, Ira, Acedia. Il sigillo, come un vecchio
proiettore per diapositive, emana una
foto ad alta definizione su una parete: è La
mappa dell’inferno del BOTTICELLI, chiaramente ispirata all’INFERNO di
Dante Alighieri.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
Santa Margherita dei Cerchi, dove da oltre
sette secoli si trova la tomba di Beatrice, è meta continua di pellegrinaggi degli
innamorati dal cuore spezzato.
Se mai continga che ‘l poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra,
sì che m’ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi serra
del bello ovile ov’io dormi’ agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò ‘l cappello; […]
La ricerca prosegue dunque presso il
Battistero di San Giovanni di Piazza del Duomo, lì dove Dante Alighieri – con
Shakespeare forse il più grande poeta universale che sia mai esistito – era
stato battezzato.
sergio magaldi
sono d'accordo con lei, bella presentazione
RispondiElimina