L’ “ENTANGLEMENT” E LE ULTIME FRONTIERE DELLA FISICA QUANTISTICA |
di Alberto Zei
SOMMARIO - Si
tratta del paradosso spazio-temporale delle particelle sub atomiche che anche quando sono separate si comportano contemporaneamente nel
medesimo modo. Rivoluzionarie saranno
le imminenti applicazioni nel campo
della informatica. Ma non è tutto.
Vi sono delle situazioni nel mondo scientifico
precisamente della fisica quantistica che rispondono a delle condizioni apparentemente assurde in cui le attese di
risultato sono talmente intricate tra
loro da non poter prevedere in nessun modo come potranno definirsi se non dopo che uno degli eventi si è verificato.
Ciò è dovuto al fatto che lo stesso controllo
da parte di coloro che partecipano all’esperimento riesce di per sé a interferire determinandone il risultato nel preciso
istante che questo viene osservato.
Si tratta di un presupposto difficile ad essere compreso
dalla nostra mente razionale poiché l’ambiguità di una situazione di questo
genere ammetterebbe che un problema
regolato con leggi fisiche dell’universo possa essere determinato dallo spirito
di osservazione degli sperimentatori nell’istante che questi lo osservano.
Il dualismo onda
particella
Nella fisica
quantistica infatti, vi sono molti
esempi che realizzano una situazione
del genere. Tra di questi vi è quello
dell’ormai famoso gatto di Schrödinger
che nell’esperimento che lo coinvolge non sa di essere vivo o morto se non nel momento stesso in cui qualcuno
apre la porta dell’ambiente per controllarne lo stato vitale. E’ inutile scendere nei particolari
ripetendo il racconto ormai noto, ma
l’esemplificazione della sovrapposizione dello stato di vita o di morte del gatto
in questione corrisponde alla condizione di ambiguità che nella fisica
quantistica alcune particelle subatomiche assumono quando sono cogenerate.
Infatti, queste particelle (fotoni, elettroni, neutroni, ecc.) anche se una distanza siderale le separasse, inizialmente manterrebbero lo stesso stato
di ambiguità di forma d’onda o di corpuscolo particellare, fino a quando non si andasse a rivelare la
natura di una .della due. L’ altra,
fino allora incapace di uscire dalla propria promiscuità di forma d’onda o di corpuscolo particellare (materia o energia), assumerebbe istantaneamente la medesima natura di quella osservata
dallo sperimentatore fino ad avere
spin o carica perfettamente speculare.
Sovraposizione di
stati incongruenti
Il paradosso,
che alla luce del buon senso
non si dovrebbe realizzare, ha un duplice aspetto. Il primo consiste
nello stato di sovrapposizione
di essere e non essere onda o
particella; il secondo nel fatto di mantenersi in stato di
indeterminazione fino a quando non si
cercherà di “smascherare” attraverso
l’osservazione questa doppia indefinita natura.
Ecco che solo
allora, le due entità si presenteranno
candidamente vestite con il medesimo abito: particella l’una, particella
l’altra; onda l’una, onda l’altra. Insomma diverranno due gemelli ma concepiti in modo contrario, come si
trovassero davanti allo specchio, a
prescindere dalla distanza intercorrente tra di loro.
In linea teorica
se la prima onda particella rivelasse la propria natura nel laboratorio
vicino casa, la seconda si
comporterebbe istantaneamente nella stessa maniera anche se si trovasse nella galassia di Andromeda.
La trasformazione
di stato, a causa dell’interferenza
dell’osservazione umana che impone alle stesse entità di assumere le medesime
“sembianze”, prende corpo, come
detto, quando la prima delle due viene
controllata. Questo fondamentale
passaggio prende il nome di
“riduzione”.
Nel concreto
Se è vero, almeno
fino adesso, che l’entanglement
potrà trasportare segnali alla velocità superluminali, quindi
oltre il limite conosciuto della massima velocità nell’universo, è altrettanto vero che i segnali in questione non potranno contenere
informazione a causa della imprevedibilità della assunzione di stato (ad es:
positivo o negativo, spin up o down, ecc).
Per questa
fondamentale ragione, non essendo possibile imprimere in input alle “particelle
messaggere” alcuna informazione voluta,
resta chiaro che il segnale in
arrivo trascina con sé il peccato originale
della sua stessa aleatorietà. Un segnale senza informazione non serve a niente
(o quasi). Un altro modo per teorizzare l’entanglement senza coinvolgere
la insuperabilità della velocità della luce (“Relatività ristretta” di Einstein) è quello sostenuto da molti teorici secondo i quali le
particelle entangled sono parti di un unico sistema che però è collocato
in uno spazio più espanso e che quando reagisce, si comporta come una entità unica integrata. Per questa ragione la
contemporaneità di risposta non realizza
alcuna violazione del limite cosmico della massima velocità consentita.
L’entanglement comunque, costituisce la base di ricerca delle tecnologie emergenti per il processamento dati i quali,
unitamente all’indispensabile utilizzo
dei classici canali di supporto trasmissivo, consentiranno un prodigioso salto
di qualità alla informatica in generale e agli
elaboratori elettronici in particolare.
È bene però
precisare che il salto qualitativo non riguarda la velocità di trasmissione,
per le ragioni prima precisate, ma la
possibilità di superare il codice binario
(0,1) arricchendo l’informazione con la contemporanea trasmissione
informatica di altri dati come l’ orientamento
di spin.
La ricerca sulle
possibili applicazioni è, infatti, in
procinto di aprire alla computeristica una nuova era con una vera e propria
rivoluzione sulla quantità dei dati di elaborazione. Se questo avverrà, allora
sarà possibile eseguire un numero esorbitante di operazioni al secondo.
Il momento di “riduzione”
Ritornando al concetto dell’entanglement, la teoria sta spingendo l’indagine nel cuore
del sistema rappresentato soprattutto dal
momento della “riduzione”. Invero,
sappiamo che esiste ad un
istante del processo, il momento critico dal quale scatta la
commutazione ma ancora non riusciamo a
comprendere completamente quale sia il preciso fattore scatenante il
cambiamento.
Si deve, infatti,
tener conto che non solo queste entità
particellari si comportano nel
modo descritto quando una di queste
viene misurata, ma anche quando ci
si accinge a preparare la misura
quantunque questa non venga poi
eseguita.
A questo punto si
può ben comprendere su quale terreno l’entanglement ci ha condotto;
terreno che qualcuno non esiterebbe a considerare metafisico se non esoterico.
Le nuove frontiere della scienza
La prospettiva che si sviluppa nel campo della comunicazione ed in
particolare dell'informatica è quella della di un'intelligente applicazione
delle nuove possibilità offerte dall'entenglment. Omettendo una
esauriente descrizione del metodo, si
vuol porre soltanto in evidenza che
mentre l’informatica classica si avvale
del “bit” dotato soltanto
di due livelli di stato (zero o uno) l’entenglement offre invece con
il “qubit” (quantum bit) una
scala di valori praticamente senza soluzione di continuità così come può essere
l’orientamento sincrono degli spin di due o più particelle entangled.
Aggirare gli
ostacoli che si frappongono alle leggi
dell’universo per attivare ciò che si rende necessario al progresso della
scienza e dell’umanità, non è da poco. L’uomo possiede però la più potente arma
dell’universo che la forza del pensiero creativo espressa dalla sua volontà
Oltre la
dimensione reale
Molto ancora vi sarebbe da approfondire sulla
progressione degli eventi di coerenza che le particelle/onde assumono nella fisica quantistica.
Ma le leggi del
cosmo sono così differenti da quelle
che sovraintendono il comportamento umano?
Sarà interessante
esaminare, in una prossima occasione, se le leggi che dominano la materia e
l’energia siano le stesse che riguardano l’Uomo.
I matematici hanno rovinato la fisica con congetture che sono in realtà dimostrazioni per assurdo, di ciò che non può esistere perché non è costruibile. Poi le chiamano paradossi e provano a dimostrarle vere. Queste congetture sono invece antinomie, ovvero contraddizioni irrisolvibili. I paradossi sono invece sistemi matematici con assioma diversi ma coerenti ciascuno nel proprio sistema. Pertanto i paradossi non sono assurdità non costruibili in assoluto, ma sono modelli separati e disgiunti tra loro, che non si contraddicono affatto, essendo tutti costruiti con numeri immaginari in sistema separati. Infatti esistono diverse geometrie e diverse matematiche tutte coerenti a se stanti e quindi non contraddittorie Tra loro, perché sono tutte solo ipotesi immaginarie.
RispondiEliminaNessuna di loro è il vero modello della vera realtà dell'ESSERE MENTALE.
Non esistono quindi buchi neri, multi versi, stelle esotiche che superino il principio di esclusione di Pauli e lo stato di plasma degenere, non esiste il bosone di Higgs e non sono possibili i viaggi nel tempo.
La fisica della relatività è matematica travisata in eventi materiali, che dimostra invece per assurdo, proprio tutto ciò che la materia non può fare, (raggiungere o addirittura superare la velocità dell’informazione luminosa, contrarsi all’infinito e simili panzane). Certo coi numeri si può fare anche ciò che la scienza e l’osservazione negano possibile. Le super nove esplodono, le stelle di neutroni dissipano l’energia gravitale in velocità di rotazione e calore, ma i matematici aggiungono gravità contro le evidenze e s’inventano singolarità inesistenti e impossibili.
Le loro sono invece dimostrazioni per assurdo proprio di ciò che non può accadere alla materia.
Vincenzo RUSSO iltachione@alice.it ; www.webalice.it/iltachione .