LA “RIDUZIONE” DELL’
ENTANGLEMENT PSICHICO NEL MOMENTO
DELLA DECISIONE
Di Alberto Zei
SOMMARIO - L’analogia dell’entanglement della fisica quantistica e il comportamento
umano in quanto espressione comune delle medesime leggi fisiche dell’ universo.
La coerenza delle leggi dell’universo
Con questo post si riprendono i concetti espressi in quello
precedente che si addentrava con l’entanglement quantistico negli spazi siderali; spazi dove particelle,
generate con caratteristiche
comuni, assumevano contemporaneamente
le medesime qualità quando una di
queste a causa della
“osservazione”, cambiava di
stato (carica, spin, ecc).
E’ vero che il libero arbitrio è la più grande espressione dell’
atto volitivo quando ciascuno di noi è
chiamato ad esprimere il libero pensiero su ciò che effettivamente intende e vuole. Quale è però, il grado di libertà che effettivamente ci
appartiene? Ad libitum? Potrebbe anche essere. Ma vediamo prima se
vi sono delle leggi universali che in qualche modo accomunano gli eventi.
Prendendo in prestito, per meglio sintetizzare l’idea, termini informatici, come il “software di base” riferendolo alla
intrinseca natura umana e il “software operativo” che simbolicamente renderebbe
efficace l’ espressione della volontà,
non si può fare a meno di pensare
che l’ umana natura si è sviluppata
nell’ ambito del medesimo
insieme, che in senso estensivo
si potrebbe dire, nell’ ambito delle stesse leggi dell’ universo.
Questa è una proposizione alla quale varrebbe la pena tentare
almeno, qualche timido approccio di risposta razionale.
Risaliamo dunque, a quegli
aspetti umani che in qualche modo rimarcano situazioni di sovrapposizioni comportamentali in analogia
con le leggi cosmiche che, come abbiamo
visto in precedenza con l’ entanglement, regolano il modo di reagire della materia o dell’energia
allorquando viene misurata o solo “osservata”.
Quando una persona “parla”, “va” o “fa” non esprime che il risultato del senso compiuto del termine; esprime un fatto
concluso, in accordo con uno dei principi fondamentali della logica: “Ciò che è non può non essere”.
L’ entanglement psichico
Come prima accennato, l’intento di comprendere qualcosa in più sul nostro stesso modo di essere
in condizioni comportamentali che
richiamano per analogia l’entanglement, dà anche un senso più pragmatico
alle decisioni che siamo indotti ad assumere nel corso della vita quotidiana.
Non sempre infatti, anzi molto raramente, le azioni sono
determinate da un atto di volontà pura, priva di conflittualità.
La sovrapposizione di stati emotivi presenti in tali condizioni conflittuali – circa
l’atteggiamento da assumere come risposta a situazioni usuali quanto ripetitive
con le quali abbiamo che fare nell’intero corso della vita – potrà, ad esempio,
essere: “aggressione” o “acquiescenza” o “fuga” o altro ancora.
Quando ci rendiamo conto
di essere anche astrattamente osservati (nel senso che l’ atto mentale in fieri, in qualche modo, è divenuto
noto), la contraddizione del comportamento da assumere che alberga nella natura
umana improvvisamente si delinea, proprio a causa dell’“osservazione”,
costringendoci a prendere una decisione.
Il limite della sovrapposizione
Si generano a questo punto
circostanze di natura comune con un altro partner per le quali si formano
situazioni emotive (nel senso più ampio del termine) la cui risposta consiste
nella scelta decisionale da adottare.
Dopo l’iniziale ambiguità e sovrapposizione di intenti
contrari sul fare o non fare, arriva il preciso momento in cui si opta per una linea comportamentale. Tra le contraddizioni che si frappongono nei nostri pensieri,
soprattutto quando si avverte la consapevolezza che le risposte emotive vengono
osservate, è proprio allora che,
rompendo ogni indugio, arriva, per l’improvvisa necessità di assumere un
atteggiamento, una risposta univoca.
Si tratta di un comportamento
specularmente simmetrico a quello dell’antagonista, anche se vengono più spesso sacrificati gli aspetti
logici e consequenziali per lasciare
spazio a quelli più convenienti. Questo
non cambia, però, il concetto.
Difficilmente la sovrapposizione
degli stati emotivi e razionali nell’
“entanglement” psichico può far
prevedere quale sarebbe la conclusione; ma una volta presa la decisione anche
l’ altro, l’antagonista, assume
immediatamente il medesimo atteggiamento sia pure manifestandolo con
caratteristiche specularmente opposte. E’un caso?
La “riduzione” nell’ entanglement psichico
Per quanto riguarda il momento della “riduzione”, cioè
dell’uscita dallo stato di
sovrapposizione di volontà
contrastanti, improvvisamente si
concretizza un preciso indirizzo
volitivo, in quanto l’intima verità viene, per così dire, allo scoperto, ossia
viene resa percepibile – non importa da chi –
come nell’entanglement particellare. È
infatti, la consapevolezza di ognuno di essere osservato che determina
la “riduzione”, con il relativo cambiamento
di stato.
Si tratta anche qui di sovrapposizioni di condizioni emotive,
dell’essere e del non essere che si districano dall’ entanglement in cui erano imbrigliati. Contemporaneamente anche l’altro partner assume una condizione
univoca e specularmente opposta.
Il corollario del teorema
Continuando ad applicare questo concetto matematico, si può notare
che, come nella reciprocità della condizione “entangled”, valga anche qui la
stessa legge che si determina nel momento in cui si realizza il “controllo”. Si
tratta della necessità di assumere
univocità di atteggiamento psichico e comportamentale, quando viene introdotto
all’interno della coscienza un elemento conflittuale esterno che corrisponde alla rivelazione di uno
degli stati di coscienza sovrapposti.
L’applicazione di questo principio, anche se in modo non
scientifico, viene adottato dalla
Pubblica sicurezza di quasi tutti i Paesi civili nei quali, per far confessare
i colpevoli di delitti, è stata abolita la tortura. La forza coercitiva usata
nei confronti degli indiziati di reato da parte della polizia, consiste nel mettere il colpevole di fronte
alla contraddizione della sua innocenza. La reazione coattiva che si sprigiona dalla rivelazione
(entanglement dall’ esterno) di uno degli
stati mentali di sovrapposizioni antagonistiche ne “riduce” la
molteplicità, l’eventuale colpevole preferendo, all’improvviso e insopportabile disagio psichico, la pace
dell’univocità emotiva che non può prescindere dalla confessione.
Spazio e soluzione di continuità
Si ricorda dal precedente post da cui questo trae spunto, che il cosiddetto “effetto di non località” dell’ entanglement
quantistico si realizzava quando una delle due entità particellari entangled fosse stata “esaminata” (con
l’idonea strumentazione). L’altra assumeva
immediatamente in modo speculare la medesime caratteristiche di carica o di spin anche se si fosse
trovata agli antipodi dell’ universo.
Il parallelismo anche nel
comportamento psichico dei
rapporti interpersonali è di meno immediata interpretazione, ma non
per questo non si verifica. Tutto avviene, infatti, come se si instaurasse tra le due entità emotive, un collegamento
diretto senza soluzione di
continuità, malgrado la distanza interposta.
Viene tuttavia a supporto
la gestalt o “psicologia della forma” a chiarire come la
percezione dell’evento possa essere
avvertita a livello di coscienza, a
prescindere da una separazione
spazio-temporale. Infatti, anche un evento che si verifica a ragguardevole
distanza, può essere
percepito telepaticamene dalla
mente del partner nello stesso modo di
un’informazione a tempo reale.
Radin Dean, Menti interconnesse, Mediterranee, Roma, 2013, pp.275 |
Si tratta quasi sempre di
una rivelazione emotiva piuttosto
che razionale. In genere si avverte soltanto la sensazione di ciò che avviene
attraverso la percezione nel momento in
cui si crea un collegamento di pensiero. In questo senso si esprime
anche G. Jung nelle considerazioni sulla sincronicità. Un altro piccolo esempio
eloquente nella quotidianità di ognuno,
lo si ha quando ci si accinge a telefonare a qualcuno e ci vediamo
precedere dalla stessa persona o
viceversa!
Massimo Teodorani, Sincronicità, Macro Edizioni, 3.a rist., 2011,pp.160 |
Al di là dello spazio-tempo
Sarebbe interessante penetrare ulteriormente il comportamento
umano, in un confronto comparato tra psicologia, antropologia e fisica
quantistica. E’ infatti più che
plausibile ritenere che leggi del cosmo
che dominano la materia, non soltanto non siano avulse dall’apparente libertà
dei comportamenti umani, ma che siano
le medesime che governano le energie psichiche dell’Uomo, posto
al centro sapienziale di tutto l’Universo, dove aleggia lo spirito della
grande creazione.
-----------------------------------------
Come Rodin Dean, Massimo Teodorani e tanti altri, l’autore del post
ritiene che una medesima legge valga per la materia di cui è fatto
l’universo e per il comportamento umano. Tesi di tutto rispetto. Io non
nascondo, tuttavia, di avere qualche perplessità in proposito. Perché – anche
se in qualche caso l’esperienza crede di poter accertare l’analogia tra
fenomeni fisico-cosmici e comportamenti psichici di individui umani di
un piccolo pianeta di una sola galassia, tra cento miliardi di galassie –
questa weltanshaaung mi sembra più che altro espressione dell’esigenza
della mente umana di ridurre tutto ad unità, secondo una visione
meccanicistica e deterministica della natura umana o, paradossalmente, in virtù
di una concezione misteriosofica e religiosa che, dimenticando la lezione di
Giordano Bruno degli “infiniti mondi in infiniti spazi”, fa dell’Uomo e della
Terra il centro dell’Universo, salvo poi a considerare l’individuo umano alla
stregua di un automa. Ciò che lo scientismo metafisico e/o teologico non riesce
a comprendere è che il senso dell’esistenza umana, posto che questa abbia un
senso, sta proprio nel risveglio della coscienza e nell’acquisizione della
libertà di contro alla “necessità” della natura.
sergio magaldi
Oltre al campo elettrodinamico che tutti conosciamo, esiste un campo simmetricamente inverso (dove, cioè, le dimensioni spaziotemporali sono invertite), ove l'informazione è istantanea (campo di forma). Insomma, esisterebbero davvero i due mondi platonici (m. Sensibile e m. Delle idee).
RispondiElimina