Clara Sanchez, Entra nella mia vita, Garzanti, Milano, 2013, pp.446
Entra en mi vida
di Clara Sánchez – pubblicato in Italia da Garzanti, finalmente col suo titolo
originale, a differenza dei due libri precedenti della scrittrice spagnola, tradotti
in italiano con i titoli impropri di Il
profumo delle foglie di limone e La voce invisibile del vento [vedi il
post Il sogno come terapia e verità…]
– si potrebbe definire un romanzo al femminile, non solo per l’argomento
trattato, ma anche perché sono soprattutto le figure femminili ad acquisire vita
e spessore nella narrazione. Da Verónica, protagonista ed eroina, a Betty, la
vittima che non esita a lottare ma che rimane sopraffatta dalla propria
ingenuità, a Lilí, espressione di forza e intraprendenza ma anche di egoismo cinico,
e così via, in una vasta gamma di personaggi che, nella loro diversità,
completano efficacemente l’affresco dell’universo femminino e che rappresentano
una scala di valori che dalla virtù ed dalla compassione scende sino al gradino
più infimo del comportamento umano.
Al contrario, le
figure maschili, peraltro superficialmente tratteggiate, sembrano senza
speranza e con loro la Sánchez non intende perdere troppo tempo. Ad accomunarle
tutte è la debolezza, forse con l’eccezione
di Daniel che, in pochi istanti di responsabilità e di coraggio, pretende di riscattare
l’atteggiamento di decenni. Debole è
Mateo, l’amore occasionale in cui s’imbatte Verónica, debole Ángel, il fratello
della ragazza, delicato e bisognoso di protezione, debole Petre, il bosniaco
guardaspalle di casa Valero che, nonostante l’ostentata forza fisica, va al
tappeto al primo colpo bene assestato. E quando non sono deboli, gli uomini
sono corrotti o si ubriacano e diventano molesti e/o violenti che “meritano” di
essere presi a calci nelle palle o ammazzati, oppure sono “marchette
letterarie” come nel caso dei fidanzati di Laura o addirittura fantasmi come
l’investigatore Martunis.
Insomma le donne di
Clara Sánchez possono amare o provare compassione, essere indifferenti oppure
odiare. Astute o ingenue, crudeli o virtuose, forti o deboli, rappresentano
comunque l’essenza della vita reale e
dell’uomo usano solo come specchio per guardare se stesse e per quel tanto che
serve al piacere e alla generazione, come ogni ape-regina che si rispetti.
Perché la vita reale è fatta di partorienti, di madri che allevano figli, di
mogli che si prendono cura della casa e della famiglia, di donne che vegliano
sui vecchi e sugli infermi e persino di donne in carriera più abili e
intraprendenti degli uomini stessi.
In tale
prospettiva, gli uomini raccontati dalla scrittrice si mostrano confusi,
superficiali, abitudinari e incapaci di accettare la sfida della cosiddetta
vita reale: le sole risposte sembrano essere, per il maschio di ogni età,
quelle della debolezza, della mancanza di fantasia, dello stordimento nell’alcool
e nelle droghe, del maschilismo, della violenza e del potere. Naturalmente, la
Sanchez si guarda bene dall’attribuire apertamente valori tanto rigidi all’universo
maschile, ma le storie che racconta parlano per lei. Al massimo, credo, sarebbe
disposta ad ammettere che donne e uomini hanno “vite e istinti diversi”,
“sensibilità differenti”.
C’è in ogni caso
nella scrittrice che vive a Madrid, la tendenza alla denuncia sociale,
mascherata dalle forti emozioni che riesce sapientemente a trarre dai fatti
della storia e della cronaca, trasferendoli nel “privato”. Così è stato per Il profumo delle foglie di limone,
contrariamente a ciò che ha sempre dichiarato, perché è dalla denuncia dei
criminali nazisti, lasciati incredibilmente fuggire in altri continenti, che il
romanzo trae forza e universalità, ancorché
la storia narrata tocchi profondamente la sfera del privato e dei sentimenti
individuali.
“Entra nella mia vita non è però un romanzo di denuncia, così come
non lo era Il profumo delle foglie di
limone. È una storia che smuove sentimenti profondi, gli stessi sentimenti
che questi fatti di cronaca hanno suscitato dentro di me” [Nota
dell’autrice].
“Potrei dire che la storia di questo romanzo è
inventata ma che la sua realtà è storica”.
Direi piuttosto che
la sua maniera di fare denuncia sociale abbia bisogno di una storia parallela
cui aggrapparsi, fatta di sentimenti ed emozioni individuali: un’esigenza di
scrittrice, un modo per coinvolgere maggiormente il pubblico femminile al quale
in prevalenza si rivolge. Certamente e comunque una formula di successo.
sergio magaldi
|
giovedì 25 luglio 2013
DENUNCIA SOCIALE E SENSIBILITA' AL FEMMINILE nell'ultimo romanzo di Clara Sanchez
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