Trivellare o non
trivellare? That is the question: Wheter ‘tis nobler… Questo è il dilemma: se sia più nobile per gli
italiani andare a votare oppure non recarsi alle urne e se andando a votare, rispondere
sì, come vorrebbero i vescovi degli
Abruzzi, Travaglio, i comunisti alla Ferrero, Freccero e tanti altri, oppure
rispondere no come consiglia Brunetta,
ma andando a votare per far vincere il sì
e affondare Renzi.
Insomma, per farla breve, un problema
ideologico che in apparenza divide gli italiani tra coloro che odiano le
trivelle perché distruggerebbero l’ambiente e quanti le enfatizzano come
indispensabili strumenti di ricchezza per il Paese. Ma il quesito referendario
domanda soltanto di decidere se si vuole continuare a trivellare sino ad esaurimento dei pozzi [e allora bisogna rispondere no o non andare a votare]
oppure prendere la matita e scrivere sì,
se si vuole porre fine alle trivelle già con l’esaurimento delle concessioni, lasciando in fondo ai pozzi le eventuali restanti risorse energetiche, considerate nefaste e diaboliche. Ma il vero
dilemma è: cosa è più dannoso per l’ambiente? Dismettere i pozzi prima che
siano esauriti o chiuderli naturalmente una volta esauriti? Naturalmente, come
sempre avviene in questi casi, i pareri sono discordi. Ma gli scienziati dove
sono? Non spetterebbe a loro la decisione su un quesito di sapore tecnico più
che ideologico? Nel Protagora di
Platone, Socrate così poneva la questione:
“Noto che, in assemblea, quando la città deve
deliberare sulla costruzione di un edificio, vengono chiamati gli architetti
come consiglieri; quando invece bisogna deliberare sulla costruzione di navi,
vengono chiamati i costruttori di navi e nello stesso modo si procede per tutte
le altre cose che si ritiene possano essere insegnate e apprese”.
La tesi di Socrate s’è riproposta ieri sera, in
merito al quesito referendario, nella nota trasmissione televisiva della
Gruber. A farla propria implicitamente, un vecchio militante comunista e grande
vignettista come Bobo [Sergio Staino], ora iscritto del PD, non renziano e
tuttavia costretto a difendere il segretario del suo partito dagli attacchi
concentrici di Ferrero e Sgarbi.
Pur continuando a non fidarsi di Renzi – come
ebbe a dichiarare ad Alessandra Longo in una intervista di Repubblica.it di
circa 8 mesi fa – Bobo è convinto che l’ex sindaco di Firenze debba governare
perché è ancora “il più bravo di tutti”.
Alla giornalista che in quell’occasione gli aveva posto la domanda: “Staino ha
sentito cosa ha detto Renzi? Che l’unica
cosa non di sinistra che ha fatto finora è stato vincere le elezioni”. “Lo vede? – aveva replicato Bobo – Ha una marcia in più. È spiritoso, ci frega
con il suo humour. I nostri dirigenti non sapevano ridere”.
Ieri sera Bobo
ha invece opposto a Freccero e Sgarbi – saliti entrambi con disinvoltura sulla
cattedra della sinistra per dire che l’alleanza del PD con Verdini è
improponibile [Freccero], che Renzi è di destra e che s’è alleato col diavolo
[Sgarbi!] – che Renzi è e rimane di sinistra, non solo perché, a differenza di
altri, ha portato il partito nell’internazionale socialista, ma anche perché
tutto ciò che oggi, all’interno del partito, si rimprovera al segretario è già stato
fatto e con minore successo proprio da quelli che lo rimproverano. Forse che
Mastella è meglio di Alfano e di Verdini? Senza contare che proprio la nuova
legge elettorale, voluta da Renzi, dovrebbe servire ad eliminare per il futuro
il trasformismo e le maggioranze ibride.
In conclusione, è auspicabile per i cittadini
che, quale che sia la decisione da prendere domani, questa non sia determinata
da conformismo e/o mancanza di consapevolezza.
sergio magaldi
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