lunedì 15 agosto 2016

INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA QABBALAH [Parte Quarta]





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I termini in grassetto rappresentano altrettante voci del glossario essenziale per lo studio della Qabbalah.
                                                            
Abraham ben David

Abraham ben David (1125-1198) di Posquières (Narbonne), padre del più famoso Isacco il Cieco, fu autore di scritti in polemica con Maimonide e di commenti sul Talmud. Fondò un’accademia talmudica, dove ben presto si praticò la Kavvanah (concentrazione), lo studio della Torah e la lettura del Sepher Bahir.  Di qui si formarono diversi circoli di asceti o Perushim. Il più noto fu, in un primo tempo, il gruppo di Jacob Hanazyr dedito in particolare alla meditazione sulle Sephiroth. I perushim provenzali studiavano quasi senza interruzione, praticando digiuni e astenendosi dalla carne e dall’alcool. Si reclutavano tra i primogeniti e preferibilmente tra i discendenti della tribù di Levi. Huqe ha-Torah, un documento provenzale, descrive la vita che si svolgeva in questi centri per lo studio della filosofia e dell’esoterismo: devozione al maestro, piccoli gruppi di studio, diversificazione dei livelli di apprendimento, massima stimolazione per facilitare la libera espressione e il dibattito tra i discepoli.

Ba‘al Shem Tov

“Signore del Buon Nome”, così fu chiamato Isra’el Ben Eli‘ezer (1700 ca - 1760), fondatore del movimento chassidico dell’Europa orientale.

Bene [e Male]

Che significa il versetto: E avvenne che, quando Mosè teneva la sua mano alzata, Israele era più forte, ma quando egli faceva riposare la sua mano, Amalec era più forte (Es.17.11)? Ci insegna che il mondo esiste grazie all’elevazione delle mani. Per quella forza che è stata data a Giacobbe nostro padre, il cui nome è Israele. Ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe furono date forze, una a ciascuno di essi, in base all’attributo secondo il quale ognuno regolava la propria condotta. Abramo era caritatevole verso il mondo… (Sepher Bahir, 135) Quando Mosé chiese di conoscere il Nome glorioso e terribile, sia benedetto… domandò perché a un giusto tocchi in sorte il bene e a un altro il male, e parimenti, a un malvagio tocchi in sorte il bene e a un altro il male. Ma non gli fu dato di saperlo (194) Perché a un giusto tocca in sorte il bene e a un altro il male? Giacché quel giusto, a cui tocca il male, era stato in precedenza un malvagio, e ora incorre nella punizione. E’ possibile che lo si punisca per quanto compiuto durante la giovinezza?… Gli rispose: Non parlo di questa vita, ma di quanto è già accaduto nel passato… A che cosa si può paragonare? A un uomo che piantò una vigna nel proprio giardino, con la speranza di produrre buona uva, ma non ne ottenne che di scadente. Quando vide che non aveva avuto successo, la piantò, la recintò, la rafforzò, ripulì i grappoli buoni dai cattivi, e poi la ripiantò una seconda volta, ma vide che non era riuscito; la piantò ancora e la recintò, dopo averla ripulita; ancora non riuscì: sradicò e piantò nuovamente. Per quante volte? Per mille generazioni(195) Se non vi fossero le vostre colpe non vi sarebbe differenza tra voi e lui... L'uomo avrebbe un’anima superiore se non fosse per le colpe. L’hai fatto poco meno di un Dio (Sal.8.6) Cosa significa poco meno? Che egli ha colpe, ma il Santo, sia Egli benedetto, non ne ha, che Egli sia benedetto e benedetto il suo Nome in eterno. Egli non ha colpe e tuttavia la cattiva inclinazione proviene da lui! (196)

Bereshìt

Genesi [“In principio”]: il primo dei cinque libri che compongono la Torah. Rappresenta l’inizio della manifestazione e dunque del tempo storico.

Bet

Seconda lettera dell’alfabeto ebraico, con cui inizia  il Bereshit,  la Torah e il tempo. La grafia che la chiude da un lato indica che nulla è conoscibile prima della manifestazione.

Betzalel

Betzalel, [Bet-tzadè-lamed-alef-lamed], il nome dell’artista prescelto dal Signore per la costruzione della Menorah e di parte del Tabernacolo, ha valore numerico 153 (leggendo le lettere da destra a sinistra: 2+90+30+1+30 = 153), ossia il triangolo di 17.   “Il 17 - osserva Nadav Eliahu -  è un numero importantissimo in Qabbalah poiché è il numero indicante il bene (Tov). Non a caso è la Ghematria di due dei 72 Nomi di Dio, il 1° e il 49°. Anche questi numeri non sono casuali, in quanto si riferiscono alle Cinquanta Porte dell’Intelligenza, le più importanti delle quali sono la prima dall’alto e la quarantanovesima dal basso. Ed ecco che 17 è anche il valore di EGOZ (noce), un frutto esoterico, studiando il quale il re Salomone ricavò importanti considerazioni sulla struttura degli universi paralleli (vedi il Cantico dei Cantici, al versetto ‘Sono sceso al giardino delle noci’)”.  Il 17, inoltre, è anche il valore della parola Hagadah e osserva ancora Nadav Eliahu, (Misparei Ha-Sod. I numeri del segreto, Milano, 1990, pp. 29-30): “Il nome Hagadah (leggenda) si riferisce a tutta quella parte della tradizione orale dell’Ebraismo che contiene racconti e descrizioni basate soprattutto sul funzionamento tipico dell’emisfero cerebrale destro. Il valore 17 allude all’intrinseca bontà di questa parte, a volte ingiustamente trascurata o minimizzata dagli ebrei razionalisti.”

Binah

Binah-Intelligenza è la terza Sephira dell’albero della vita. Comprende Cinquanta Porte, di cui solo 49 furono accessibili a Mosé.

Birur Niztotzot

Termine utilizzato nella Qabbalah lurianica [Ari-Arizal] per indicare la selezione delle scintille di luce cadute in basso, dopo la rottura dei Vasi.

Bittul

Rappresenta l’auto-annullamento dell'Io, il potere dell’Anima che nel suo più alto livello trasforma l‘Ani - Io in Ayn – Nulla, e prepara alla contemplazione del  Divino.

[Tohu]-Bohu

[Caos e informità]: La terra era caos e informità. Significa che era già caos. Era Tohu e tornò ad essere Bohu (Sepher Bahir, 2) I concetti di materia e forma si collegano a quelli di luce e tenebra. La riconoscibilità del bene attraverso il male, come la luce attraverso la tenebra. La terra era caos perché prodotta dalla condensazione della luce originaria che si era ridotta per poter essere vista, nella parte mancante della luce originaria subentra la tenebra, la luce condensata o materia caotica. Dio ha fatto una cosa contrapposta all’altra(Eccl.7.14) Creò l’informità(bohu) e la collocò nella pace. Creò il caos(tohu) e lo collocò nel male, creò l’informità e la collocò nella pace, nel bene (11). Da dove si deduce che il caos è nel male? Dal versetto: Colui che opera il bene e crea il male-(Is.45.7). La forma o informità viene dunque creata per limitare o circoscrivere il male. E’ la luce rimasta dopo la riduzione della luce originaria e che serve a rimettere ordine nel caos della materia (12) E’ il tohu dal quale proviene il male che stupisce gli uomini (135) ‘…compi il tuo lavoro nella tua dimora… In tal modo, non potranno vederti né nuocerti, giacché essi… si tengono lontani da ogni condotta buona e scelgono il cattivo comportamento. Quando vedono che un uomo s’avvia lungo una strada onesta, e la percorre, lo prendono in odio. Che cos’è? E’ Satana. Questo ci insegna che il Santo, sia Egli benedetto, ha un attributo il cui nome è male (162) E tohu significa male che frastorna il mondo affinché pecchi. Ogni cattiva inclinazione dell’uomo proviene di là…Perché l’istinto del cuore umano è inclinato al male fin dalla sua adolescenza(Gen.8.21) e il compito dell’uomo è nel vincere le cattive inclinazioni, nel mettere ordine nel caos dei desideri, nel dare forma alla sua vita nella materia (167)

Briah

Briah [Creazione]: il secondo dei quattro universi paralleli dopo Atzilut. Rappresenta l’apparire di qualcosa dal nulla, la creazione ex-nihilo. Si tratta, tuttavia, di una realtà ancora del tutto spirituale, la matrice di tutte le forme particolari della manifestazione. Scientificamente corrisponde al “campo unificato” spazio-temporale da cui originano le particelle atomiche. [SEGUE]

sergio magaldi


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