Stando
ai risultati degli ultimi tempi – persino peggiori di quelli che nella gestione
Ventura ci hanno portato fuori dai mondiali – l’Italia del calcio rischia di
scendere nella serie B della UEFA NATIONS LEAGUE. La partita di questa sera in
casa della Polonia diventa decisiva in ogni senso. Con una sconfitta la
nazionale azzurra sarebbe matematicamente retrocessa, con una vittoria
praticamente salva, mentre il pareggio rimanderebbe tutto alle prossime partite:
Italia – Portogallo e Portogallo – Polonia.
Alla vigilia, Mancini dichiara ineffabile: “Vogliamo vincere, ma se perdiamo non è un
dramma”. Premesso che la crisi del calcio italiano ha motivazioni precise,
come scrivevo tra l’altro in un precedente post [“L’Italia alla ventura già fuori del mondiale” del 13 novembre 2017: “Scontiamo la politica di questi anni, anzi la non politica
calcistica che ha prodotto soltanto l’esperimento pilota del VAR (Video Assistant Referee) che lascia comunque e sempre l’ultima
parola all’arbitro, ma si continua a permettere alle squadre italiane di tutti
i campionati di schierarsi in campo anche con 11 giocatori stranieri. Scontiamo
la nomina, così come in altri settori nevralgici della vita nazionale, di
dirigenti scelti con criteri clientelari”], resta vero che molto
dipende anche dalle capacità del selezionatore azzurro di utilizzare al meglio
quel poco che in fatto di qualità resta del calcio italiano. Scrivevo ancora nell’occasione: “Conte, con la sua
organizzazione di gioco, con la sua capacità di trasmettere ai giocatori
una volontà ferrea, ha dimostrato […] di poter giocare alla pari contro le
nazionali più forti come Spagna, Germania etc.”.
Ebbene, se si guarda alla probabile formazione
con cui l’Italia affronterà questa sera la Polonia , è lecito osservare che la difesa può
contare su Chiellini e Bonucci, collaudati efficacemente in tante partite
internazionali, il centrocampo su giocatori di successo e di esperienza come Verratti e Jorginho e l’ attacco su
Bernardeschi che ha già mostrato il proprio valore in Champions, su Insigne che,
rilanciato da Ancelotti, è divenuto il miglior attaccante del Napoli e infine su
Chiesa che la critica ha spesso considerato come la più grande promessa del
calcio italiano. Quanto al portiere, Donnarumma non dovrebbe far rimpiangere
Buffon, qualche dubbio per la sua discontinuità invece su Pellegrini, il terzo
centrocampista che verrebbe affiancato ai due giocatori del Chelsea e del Paris
Saint Germain. Senza voler fare il gioco delle figurine, i calciatori che ho
nominato dovrebbero bastare contro una Polonia non irresistibile. Resta – è
vero – qualche perplessità: l’utilizzo insieme dei tre attaccanti, ma
soprattutto Florenzi terzino. Nella Roma è spesso impiegato in questo ruolo, ma
solo per mancanza di alternative, tant’è che di recente è stato sostituito da
un Santon rigenerato. Strano davvero che un allenatore esperto come Mancini non
lo abbia capito, allora il dubbio sul rendimento della nazionale azzurra di
questa sera sembra dipendere più che altro dalla capacità del nuovo allenatore
di dare un gioco e una organizzazione alla squadra. Vedremo.
sergio magaldi
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